Don Luigi da 10 anni il “padre” di Borgo Faiti, per fare un sacerdote…

Don Luigi da 10 anni il “padre” di Borgo Faiti, per fare un sacerdote…

30 Novembre 2019 0 Di Lidano Grassucci

Sapete tutti che non ho il dono nella Fede, sapete tutti che in quella Fede sono cresciuto, sono nato bimbo e mi ritrovo uomo. Sono destinato alla disperazione del dubbio invidiando i salvati dalla certezza. Ma ogni mio pensare sta nel percorso e non nella conclusione e il percorso è la Fede setina di mia nonna, pia fino alla comprensione dell’estasi delle sante mistiche. E per questo scrivo queste righe di educazione religiosa setina.

Per fare il sacerdote ci vuole Fede, e questo si sa.

Per fare il sacerdote ci vuole coraggio davanti al un mondo che non crede, e questo non meraviglia.

Per fare il sacerdote devi essere così generoso nell’amare la tua vita da non averne una, ma la tua per tutti, e questo si capisce.

Per fare il sacerdote bisogna avere le mani di amianto contro il fuoco del dolore che non si ferma mai, e questo sta nelle vie di Dio.

Per fare il sacerdote occorre non dire mai, non si può, ma bisogna tutto tentare, e questo è nella missione.

Per fare il sacerdote bisogna fare tutto questo ma restare umani nell’umanità, e questo non sempre è previsto

Ho letto su Fb che don Luigi Venditti, parroco di borgo Faiti, è lì da 10 anni, la sua gente, la sua comunità lo ha festeggiato. Mi ha detto un giorno: “apro la porta della chiesa alle sei del mattino, e la chiudo che è notte piena”.

Ma non hai paura? Sì, io ateo non potevo capire che la risposta sta nella Fede, con lui c’è Dio, mica niente.

Si chiama Luigi per via di una brutta storia in cui un ragazzo, poco più di un bimbo, fu ucciso per mano feroce e di odio, fu ucciso che è sottrarre un’anima al destino scritto dal Signore. Quel ragazzo si chiamava Luigi Di Rosa, era il 1976, ucciso dai fascisti, lascio in dono ad un bimbo il suo nome. Ora è nome di sacerdote, che non odia alcuno, ma testimonia la sua storia, non dimentica la sua memoria.

Don Luigi da 10 anni sta a Borgo Faiti, salta l‘Appia e sta a Sezze, ma lui ha dentro quella Fede che solo chi viene da lì su può capire quanto coincide con ogni cosa.

Don Luigi guida una comunità di periferia alla porta del mondo, dietro ha un piano di campi, davanti i cancelli sulla strada che se la fai tutta sei a Gerusalemme, mica niente. E’ difficile in questo sguardo che si perde come si fa al mare, ma qui è tutto verde, testimoniare il tempo in un mondo che non ha più tempo. Forse per questo gli vogliono bene, forse per questo Borgo Faiti è un poco più buono del normale ed è eccezionale.

Non ho, come sapete, modo di credere ma gli occhi di Luigi qualche dubbio del mio torto lo hanno tirato fuori. Ma tanto lo so che il dubbio sarà il mio tormento, ma da uomo a uomo, da setino a setino se pur in una “Sezze lontana”, ti volevo salutare per 10 anni di buon lavoro.