Latina, la carezza del teatro, la forza delle donne

Latina, la carezza del teatro, la forza delle donne

4 Dicembre 2019 0 Di Luca Cianfoni

Domani 5 dicembre, alle 10.30 nella Sezione Femminile Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Latina, andrà in scena lo spettacolo teatrale realizzato dalle donne presenti all’interno del carcere.

Un teatro che riabilita

A Latina si fa un gran parlare del teatro D’annunzio e della sua infinita storia per la riapertura che sembra sempre sul punto di avvenire e che invece viene sempre smentita. Ma cos’è il teatro? Passando oltre al mero significato di edificio in cui si svolgono spettacoli di ogni genere, il teatro o meglio l’arte teatrale è incontro, è riflessione su se stessi, è analisi, è rinascita. Fin dagli antichi greci infatti si era capito che attraverso lo spettacolo teatrale si poteva educare (quindi tirare fuori) il meglio, si era capito che attraverso la catarsi (ovvero la purificazione) si potevano scongiurare e prevenire numerosi atti sciagurati; infine era un mezzo potentissimo per trasmettere qualsiasi tipo di messaggio e non a caso nei totalitarismi l’arte in tutte le sue forme o viene assoggettata (diventando quindi il megafono del regime) oppure viene svuotata da tutti i suoi significati simbolici che possano far sviluppare un pensiero critico. Il teatro è rinascita dunque perché permette attraverso la recitazione di vestire letteralmente i panni di un’altra persona e quindi provare le sue emozioni, provare le sue sensazioni, di sentire profondamente il dolore dell’altro rimanendo in qualche modo se stessi.

Progetto Matrioska, un spettacolo teatrale al carcere di Latina

È questo dunque che la compagnia teatrale Addentro dell’Associazione Sangue Giusto  sostenuta dalla Asl Latina – Dipartimento di Salute Mentale cerca di fare con le donne presenti all’interno della Casa Circondariale. Utilizzare il teatro come strumento di prevenzione e riabilitazione del disagio psichico, attraverso questo progetto chiamato Matrioska che ha portato nella sua conclusione alla realizzazione dello spettacolo teatrale “Il figlio mio“. Il progetto, iniziato a gennaio 2019, ha coinvolto per un anno le donne della Sezione Alta Sicurezza in un laboratorio teatrale condotto da Ludovica Andò con la collaborazione di Marianna Arbia. Lo spettacolo “Il figlio mio” è un libero adattamento del libretto d’opera di Luigi PirandelloLa favola del figlio cambiato” che riflette sul tema dell’amore materno, della cura, della separazione dagli affetti, ma anche dell’invidia, della cattiveria, della rivalità femminile. Temi fortemente sentiti dalle donne della Casa Circondariale di Latina e vissuti quotidianamente nelle difficili dinamiche della convivenza tutta femminile della sezione. Il testo, attraverso la favola, affronta anche il tema del potere, del peso dell’eredità familiare, della difficoltà di liberarsi dalle gabbie dell’apparenza e del bisogno di dominio. All’interno dello spettacolo teatrale saranno presenti anche interventi musicali che si rifanno alla tradizione popolare campana, rielaborati, ritmati e riscritti da Antonella Talamonti, musicista e ricercatrice, insieme alle partecipanti al laboratorio.

Il teatro come opportunità

La Direttrice della Casa Circondariale Nadia Fontana, e il Direttore Generale della ASL di Latina Giorgio Casati hanno creduto in questo progetto insieme all’Area Educativa dell’Istituto e al Dipartimento di Salute Mentale, in una visione del teatro che non è intrattenimento ma è stimolo per l’attivazione delle risorse personali, strumento di riduzione della conflittualità e del disagio, laboratorio di convivenza e sentire comune. Il teatro dunque è un’opportunità per queste donne, per la loro crescita e per la loro rinascita, nella speranza che magari un giorno possano solcare palcoscenici al di fuori della Casa Circondariale, magari quelli del D’Annunzio che avrà finalmente riaperto, ridando così un’opportunità a tutta la città di Latina.

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