Il Campus riscopre il suo passato per guardare al futuro, i primi 50 anni

Il Campus riscopre il suo passato per guardare al futuro, i primi 50 anni

21 Dicembre 2019 0 Di Luca Cianfoni

Ieri i festeggiamenti dei primi 50 anni di vita del Campus Internazionale di Musica di Latina, la fondazione nata nel 1970 e che ha portato nel capoluogo pontino la grande musica classica e contemporanea.

Iniziano i festeggiamenti dei 50 anni del Campus

Non c’è stata alcuna tregua, le emozioni ci sono state e sono state molte, tanto da arrossare gli occhi dei più che ieri hanno iniziato a festeggiare i 50 anni del Campus Internazionale di Musica. Una Fondazione fondata nel 1970 da tre medici e un architetto, che poco sapevano di musica, ma che molto volevano imparare dall’arte delle emozioni.

“Latina non sapeva cosa era la Musica. Per questo mio marito – racconta la signora Busco, moglie di Renato uno dei fondatori – insieme all’architetto Cerocchi, Domenico Brignola e Guido Mosillo fondarono il Campus, per dare una tradizione a Latina, per darle un’identità per riunire tutti intorno a una passione”.

Una questione identitaria, che cercava di fare della musica e dell’arte, un punto di riferimento per far incontrare le donne e gli uomini di questo vasto territorio che ha sempre più bisogno di connettersi e di fare rete. Anche motivi sentimentali però hanno spinto la fondazione del Campus:

“Perché hai deciso di creare il Campus? Chiedevo a Riccardo Cerocchi – racconta Pier Giacomo Sottoriva -. E allora mi ha raccontato di quando tornando in macchina, ascoltando i Concerti Brandeburghesi di Bach si era commosso. Mi è bastato questo per capire il Campus”.

Le stesse lacrime e meraviglia da fanciullo raccontate dallo storico preside di Latina, Giorgio Maulucci quando insieme all’architetto andarono al Teatro La Scala di Milano a vedere l’opera di Britten “Il giro di vite”

“Era estasiato dal Teatro, come un fanciullo; la sua meraviglia prima durante e dopo lo spettacolo era visibile dai suoi occhi lucidi e dal suo non parlare, perché la musica non ha bisogno di parole. Ecco io credo che lui, l’architetto Cerocchi è riuscito a ricreare nella meraviglia del Campus una piccola Scala qui a Latina”.

La storia del Campus è la storia del territorio, fare rete come unica risposta

Una storia di 50 anni raccontata da ieri dai protagonisti che quella storia l’hanno scritta e hanno dato alla città di Latina la musica e l’importanza che meritava, facendola più volte diventare più importante di Roma. Una storia di emancipazione quella del Campus che ha ereditato il Festival di musica da Camera organizzato dai Caetani e lo ha trasformato nel Festival Pontino di Musica, dopo solo due anni della sua nascita. Grazie a questo Festival ogni estate il comprensorio pontino, come lo amava chiamare Riccardo Cerocchi, si dimentica dell’afa, dell’affogafiato che impera in queste terre e diventa capitale della musica classica e contemporanea. Ragazzi da tutto il mondo e gente da tutta Italia corre e riempie il paese di Sermoneta della propria presenza e ascolta le note dei più grandi interpreti musicali.

“Questo voleva l’architetto Cerocchi, che questo territorio facesse sistema – racconta il giornalista Emilio Drudi – per non diventare la provincia di Roma, ma per cercare la propria autonomia, la propria emancipazione nella musica”.

Un territorio quello della provincia a grande vocazione mercantilistica, che nel corso degli anni ha fatto fatica e lo fa ancora oggi, a trovare un’identità comune, in cui ci si sente ancora divisi tra città antiche e città di fondazione, in cui ancora non si è capito che stare insieme è più vantaggioso di correre da soli. E nello stare insieme un elemento aggregante già c’è ed è il Campus, che mai è stata una fondazione autoreferenziale e chiusa in se stessa, e lo testimoniano i suoi concerti sparsi in giro per la provincia di Latina, che ubriacano di bellezza e di meraviglia. Un modo per riscoprire il territorio e allo stesso tempo per ascoltare musica, è stata questa sempre la ricetta vincente del Campus, la ricerca dell’incontro tra gli uomini.

“Già dal suo nome è chiaro – riprende Drudi -, che questo non è un posto chiuso, ma un posto in cui si studia, si produce e si propone cultura, non solo musica. La musica è uno strumento bellissimo che aiuta lo sviluppo e il progresso di questo territorio”.

Riscoprire i primi 50 anni per dare futuro al Campus

Da qui deve ripartire il Campus, dalla sua storia, dalle sue esperienze, dalla valorizzazione dei giovani aiutati dall’esperienza dei più esperti, dalla musica classica e dalla musica contemporanea. Deve ripartire rientrando nelle scuole a spiegare quel linguaggio che purtroppo rischia di essere perso a causa dei tagli all’istruzione che hanno tolto anche l’insegnamento musicale dalle scuole. Deve ripartire anche con l’aiuto del Comune di Latina, che, come riporta l’assessore Di Francia, sta facendo di tutto per ridare alla città un teatro degno del suo capoluogo. Quel teatro in cui si svolgeva il concerto di Capodanno e che era momento e luogo per tirare bilanci e partire per un nuovo anno. Un inizio dei festeggiamenti del 50° anno di vita che ha fatto sentire questa fondazione come una vera e propria famiglia, come racconta Francesca Petrassi, nipote del grande compositore che è stato per moltissimi anni il presidente onorario del Festival di Musica Pontino e che grazie alla sua influenza è riuscito a convogliare i maggiori artisti internazionali nel nostro territorio. Una fondazione dunque quella del Campus Internazionale di Musica, che ha festeggiato ieri i suoi cinquant’anni e che ieri ha posto le basi del suo futuro riscoprendo il suo passato. Tanti Auguri Campus!

Nella foto Pier Giaomo Sottoriva, l’assessore alla Cultura di Latina Silvio Di Francia, la Presidente del Campus Internazionale di Musica Elisa Cercocchi, il consulente scientifico del Campus Gabriele Bonomo.