Bollettino di Natale, tra l’albero del pepe e il centro commerciale

Bollettino di Natale, tra l’albero del pepe e il centro commerciale

22 Dicembre 2019 0 Di Lidano Grassucci

L’ALBERO DEL PEPE

Stanotte ha fatto tempesta, il vento fischiava che pareva un film di Natale. Il mio albero del pepe è crollato, non ha sopportato il troppo male, il troppo vento, la tempesta. Ora è un gigante che dorme si è accasciato stanco mi dispiace, ma la vita non rimane sempre uguale e ogni sopravvivere è il miracolo, l’evento eccezionale. Mi spiace e capisco la genesi della nostalgia, è la paura di perdere i riferimenti, le cose che paiono eterne ma non lo sono mai, e tutto muta. Ripianterò l’albero, ma non sarà lui quanto un giorno l’albero farà lo stesso con  me.

LATINA FIORI

Ma è Natale e qui si nasce non è tempo certo di morire, allora prendo l’auto e vado al centro commerciale, dove mica c’è lo spirito del Natale, ma le sue luci si. Non c’è posto per mettere l’auto a Latina Fiori, la gente vaga, gira si guarda è vestita a nuovo. Eleganze imitate dalle dive della televisione, o dalle influencer di internet, ma l’effetto è di una altra estetica. In fondo che ci fa. Ci sono le ragazzine che fanno i pacchi regalo, le commesse più serie di ieri, i nuovi europei dell’est che si travestono in italiano ma si vede l’abbinamento strano, restano contenti uguale anche se il loro Natale è poco più in la. Coppie recenti di fidanzatini alla ricerca del primo regalo fatto da “grandi” al fratellino ancora nel tempo di babbo Natale o della befana.

C’è la famiglia con la fila, sono poche ma belle, con la figlia grande che già è più responsabile della mamma ed ha il pacco più grande vestito di rosso fuoco. C’è la fila al botteghino del teatro. Due coppie parlano, interessate, della salute del cane che se ne frega di loro e si sente un re a capo di sudditi strani, sudditi che non sono cani.

Le luci ci sono, c’è ogni cosa. Incontro il figlio di Addis Pugliese un pittore che se non avesse dipinto da qui avrebbe strade e mostre, qui solo l’indifferenza della banalità mediocre. E penso al mio amico Roberto Bianconi che sta roba, il centro commerciale, lo ha fatto pensando lontano mille miglia oltre il già pensato, il già visto, sognando la piazza per la gente con i negozi intorno, col mercato, che qui non c’era.

E’ NATALE

E’ Natale, ci sono le luci e la gente parla delle cose sue, fa i regali agli affetti che ha, e il mondo gira, gira per rigirà. Il mio albero del pepe mi riscalderà, e gira tutto, tutto gira per rigirà.

E’ Natale che fatica essere qua e qua c’è un albero che non c’è più, gente con il sorriso stampato, una ragazza con il pacco rosso, in tv davano la messa da Santa Maria in Trastevere, perchè c’è anche chi prega.