I ragazzi del “Manzoni” l’ultima grande comitiva di Latina

I ragazzi del “Manzoni” l’ultima grande comitiva di Latina

23 Dicembre 2019 0 Di Emilio Andreoli

Quella del “Manzoni” è stata l’ultima grande comitiva di Latina. erano gli anni ottanta e il giro partiva dal bar Friuli fino ad arrivare a piazza san Marco. Un’enorme onda di giovani che affollava i porticati di Corso della Repubblica, la via più importante della città. Oggi quei ragazzi, e ragazze, sono cresciutelli, hanno passato la quarantina e la cinquantina, molti di loro sono diventati anche genitori, ma sono certo che quando passano sotto i portici, la nostalgia un po’ li assale.

 

Era bello guardarli tutti quei giovani, erano la bellezza di Latina, perché si sa, da queste parti abbiamo la più bella gioventù d’Italia, su questo possiamo essere certi. La mescolanza di popolazioni diverse, a Latina, ha prodotto una bellezza ineguagliabile.

 

In quegli anni ottanta e novanta c’era rumore in città, ma era un rumore piacevole. Sembrava piacevole pure quell’odore di smog provocato dall’andirivieni di motorini e macchine, che facevano in continuazione il giro dell’isolato. Si partiva dal bar Friuli fino ad arrivare all’incrocio di via Eugenio di Savoia, dove si svoltava a destra, e poi ancora a destra in via Umberto I° che si percorreva tutta. All’angolo di “Susi” si girava ancora a destra per ritornare al bar Friuli.

 

Il traffico sembrava impazzito, tra clacson e sgasate, tutti a mostrare il proprio mezzo di locomozione, per cercare lo sguardo di quella ragazza o di quel ragazzo adocchiati sotto i portici. Erano gli anni dell’abbronzatura a tutti i costi, del telefono a gettoni e delle macchine fotografiche con il rullino Kodak.

 

Ma come nacque quell’onda anomala che invase i portici di allegria e spensieratezza? Tutto ebbe origine da una gita a Venezia, nell’aprile del 1981. Gli studenti e le studentesse di due classi del ginnasio, quinto D e quinto B, tornarono da quel viaggio con una salda amicizia. Due di quelle ragazze adolescenti abitavano tra il mio negozio e la libreria “Manzoni”, Roberta Cavalcanti e Fernanda Raponi. La prima, figlia di un dirigente del comune, Vittorio Cavalcanti, e la seconda del giudice Bruno Raponi.

 

Le ragazze erano alle prime uscite e i genitori posero subito delle condizioni: “Potete uscire, ma dovete stare sotto casa”e loro seguirono alla lettera quel vincolo. Guai se si fossero affacciate al bar “Ezio”, perché lì c’erano i ragazzi più grandi e smaliziati, altrimenti non le avrebbero fatte più uscire di casa. E io, da dietro le vetrine, cominciai a vedere queste due ragazzette che avevo visto crescere, essendo un po’ più grande di loro, e trattenersi sotto il portico tutti i pomeriggi.

 

Roberta Cavalcanti mi racconta:

Quelle uscite sotto casa ben presto diventarono un appuntamento fisso con gli altri compagni di scuola del ginnasio e del liceo classico. Paolo Tarlazzi, Marco Sottoriva, Gisella Geraci, Sabrina Rossi, Giulia Severini, Serena Pietrosanti, furono i primi a unirsi a noi. Poi arrivarono anche gli amici dello scientifico. Di questi, ricordo Claudio Palliccia che ora non c’è più. Inizialmente lo chiamarono il giro di Nina che era il diminutivo di Fernanda, poi divenne il Manzoni”

 

 In breve tempo quei ragazzi, e ragazze, si moltiplicarono e io ne fui testimone. Vidi nascere giorno dopo giorno quella comitiva. Il portico,  dal “Supercinema”al ” Manzoni”, non riuscì più a contenere tutta quella gioventù e i commercianti, cominciarono a lamentarsi per il troppo affollamento davanti le loro vetrine, solo i proprietari dei bar erano felicissimi. Nacquero addirittura comitati per farli andare via, non capivano che quei ragazzi sarebbero stati i clienti del futuro. Tra l’altro, molti genitori venivano a comprare per controllare i propri figli.

i ragazzi del “Manzoni”

Quando mio padre mi domandò se tutto quel movimento fosse positivo o negativo, io gli risposi senza esitazioni che era positivo, e lui: “Tanto a te interessa solo una cosa” e mi accennò un sorriso. In effetti era un piacere vedere tutte quelle ragazze davanti al negozio, e alcune di loro non me le lasciai sfuggire.

 

L’estate al “Jordy ice”

Nella seconda metà degli anni ottanta aprì “Jordy ice”, un piccolo locale in via Tucci, e tutti quei ragazzi del “Manzoni”, consumato il pomeriggio sotto i portici, cominciarono a passare le serate estive fuori quel nuovo bar, ma se devo dirvi perché ciò accadde non saprei rispondere. So solo che, quando aprirono la gelateria “Gelatomania”, sempre in via Tucci, quella strada divenne un putiferio. Da “Jordy” c’erano i ragazzi più grandi e davanti la gelateria gli adolescenti.

 

Anche sotto i portici, i più grandi stavano al “Manzoni”, gli adolescenti al bar “Friuli” e i diciottenni sotto il portico dove c’era la profumeria dei Sorrentino, l’alimentari Roccato e il negozio di casalinghi della famiglia Trudo. Più avanti, verso san Marco, c’erano altri gruppi sparsi tra cui il mio nella piazza, dove ci riunivamo la sera.

 

Il giro del “Manzoni” durò ben quindici anni, in cui si alternarono varie generazioni, e io ho avuto la fortuna di vederle tutte, come anche di vedere nascere e finire molti amori tra quei tanti ragazzi. Sono stato testimone del tempo e alla fine ho sposato una di quelle ragazze che frequentavano i portici, lato profumeria. L’avevo adocchiata appena diciottenne, ma io ero molto più grande. La incontrai quindici anni più tardi e le confessai le mie occhiate non corrisposte…

 

La fine del “Manzoni” coincise con l’apertura del centro commerciale Latina Fiori nel 1996. Ogni tanto ripenso a quei portici pieni di vita, sento ancora il vociare di quei ragazzi ed è una bella sensazione. Roberta e Fernanda abitano ancora lì e quando le vedo, inevitabilmente, si aprono i ricordi della mia giovinezza… e di quella Latina che non potrò mai dimenticare.

 

Foto di Erasmo Berti