Ode al gatto, nel giorno del gatto

Ode al gatto, nel giorno del gatto

17 Febbraio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Lo confesso, sono stato allevato dai gatti. Essendo la vita dei gatti breve, i gatti hanno fatto staffetta, una lunga staffetta e per ciascuno ho pianto. Ciascuno era diverso, mai scontato, e i compiti assunti sono stai divisi.

L’amicizia? Me l’ha insegnata il gatto che mi aspettava la sera con una imboscata. Come a dirmi: ciao, impiastro sei tornato, e non ti guardi le spalle e questo pagherai. Lui era mio amico e non mi faceva male, poi le imboscate me le hanno fatte, con gran dolore gli uomini. Un altro mi ha insegnato la determinazione, gli mettevo il grasso del prosciutto in alto, senza appoggi o scale possibili, e lui saltava da terra e a colpo sicuro.

Una gattina quando venni ad abitare a Latina da Sezze non mi volle seguire, non ci fu verso. L’amavo tanto, credo a suo modo lei pure, ma mi doveva insegnare che le cose, anche d’amore, possono finire.

La sera ed ero un bimbo grande, mia nonna mi aveva insegnato a pregare (ero pio quanto ora non so) e alla fine dell’Ave Maria ricordavo alla Madonna ogni gatto che mi era stato amico, perché morendo loro, i gatti, mi hanno insegnato che si può morire e la cosa non è strana.

Loro, i gatti, mi hanno scaldato e venivano, chissà come, ogni volta che ero solo davanti alla paura, come a dirmi, passa e passerà. Ronfano i gatti e ti urlano sei amico mio, ma non così, ma “siamo amici”. Poi mi hanno insegnato che la vita è feroce, li ho visti bellissimi come sono farsi assassini: il morso al collo del topo e gli occhi che si facevano a ellisse, e mi guardavano a dire: si vive se qualcuno muore.

Non sono uomo di pace per questa ragione, a mio padre dicevano Gattino e gli occhi suoi erano di gatto, e tutti a casa mia sono jattucce tutte le nostre anime umane.

Allevato dai gatti, loro spostano la testa dall’albero alto, di fanno le unghie, poi saltano giù. Ogni gatto un poco di quel che sono, dietro la siepe, eccolo con la serpe presa per il collo. Eccolo, lo vedere così… il grande topo de La gabbianella e il gatto dice “dei gatti non vi preoccupate, li hanno rovinati i croccantini”. E non si accorge che già sono sul suo collo.

MI hanno insegnato anche che la bellezza è assassina, che la vita sacrifica la vita. Dio quando fece i gatti si fermo, si meraviglio, aveva creato anche lo stupore per la bellezza.