Covid 19 e le sue storie/ Il far della sera a Sermoneta

Covid 19 e le sue storie/ Il far della sera a Sermoneta

15 Marzo 2020 0 Di Lidano Grassucci

Ho pubblicato tante foto delle città vuote, ora vorrei pubblicare una cosa diversa, perché se il vuoto ci accompagnerà per un poco il pieno arriverò di certo. Fortuna che mi rimane un vago spirito contadino e nel mio giardino ho deciso di tagliare l’erba, di anticiparmi per quando andrò in giro senza fermarmi per ubriacarmi di viaggi e di gente, fosse solo un viaggio di pochi metri. Mentre ragiono tra attualità, paura, e le mancanze della vita di ciascuno vedo le margherite, i pruni in fiore con tonalità di diverso colore, mi viene da guardare alla marina. La marina è la parte di orizzonte che sta dalla parte del mare che da qui non si vede, ne si sente, ma è presente se vuoi leggere domani. Leggere la marina è eredità greca e romana, eredità pagana, per la mia gente, è il bisogno di vaticinare il futuro per la meschinità presente, è bisogno di sibilla di oracolo, è bisogno di qualche voce di conforto, di qualcuno che predica il domani che non c’è ancora.

Guardo verso la marina: azzurro, rosa, nubi a ciuffi di cotone e il sole, su base di verdura, verde natura,  già è andato via tra poco ci sarà vespero e il tempo della preghiera della notte. Domani ti devi fidare del sole che risorgerà, che ci sarà e tu con lui a vederlo. Ma verrà da monte.

Comincia a far fresco, ora vado via. Domani ci sarà, ne sono certo.

E a casa?

Mi’ nonna, a un’or de notte che viè ttata
Se leva da filà, povera vecchia,
Attizza un carboncello, ciapparecchia,
E maggnamo du’ fronne d’inzalata.

Quarche vorta se famo una frittata,
Che ssi la metti ar lume ce se specchia
Come fussi a ttraverzo d’un’orecchia:
Quattro noce, e la cena è terminata.

Poi ner mentre ch’io, tata e Crementina
Seguitamo un par d’ora de sgoccetto,
Lei sparecchia e arissetta la cucina.

E appena visto er fonno ar bucaletto,
‘Na pisciatina, ‘na sarvereggina,
E, in zanta pace, ce n’annamo a letto.

 

Giacchino Belli, a bona famija (Roma 1831)

 

Nella foto il tramonto dalla piana di Sermoneta