Covid 19/ Il saluto mancato ai nonni

Covid 19/ Il saluto mancato ai nonni

4 Aprile 2020 0 Di Lidano Grassucci

Come sarà dopo? C’è chi ha paura, c’è chi pensa che non arriverà un dopo, c’è chi si sente cambiato. Io? Io mi sento che piano, piano tutto ripartirà ma negli occhi rimarrà la perdita dei nonni, di tanti nonni. Si di quei nonni che avevamo parcheggiato in case di cura lontane, che se non li andiamo a trovare oggi ci andiamo domani. Ma domani non era previsto.

I camion mimetici che portano via le bare contate e non chiamate, il frate di Bergamo che non sa chi benedire per quanti stanno per partire.

Questo è il tempo della passione, della storia di una morte e di una resurrezione. Non potremo seguire i riti, non potremo andare giovedì ai sepolcri, venerdì a ricordare e domenica ad esultare. Ma senza i nonni chi ci racconterà le ragioni profonde di questo pregare. Nella guerra di un secolo fa morirono i ragazzi, meno di 20 anni, e lasciarono il vuoto al futuro, oggi sono andati via i nonni che nella conta è più giusto, ma chi racconterà ai bimbi il bene e il male, la saggezza e la povertà di non capire. Chi ricorderà ai bimbi che “c’era una volta…”. Se ne sono andati in tanti, ed insieme, ma uno ad uno ci mancheranno, mica a contarli tutti.

Sono stato cresciuto da nonni, mi hanno dato tanti vizi compresa la prepotenza di sentirmi immortale, ma anche la virtù dell’umiltà davanti alla saggezza della ragione, al ricordo che c’è in me per il prima di me.

Mio nonno al cimitero ha una foto sulla lapide senza un orecchio, lo hanno pudicamente aggiunto a matita. E’ una delle poche foto rimaste e quel difetto da dagherrotipo mi fa sorridere di lui ogni volta che lo vado a vedere. Mi sono detto 100 e 100 volte, lo vado a trovare, ora non posso e capisco questo mancare della memoria, come quel giorno che la morte lo venne a trovare ed io pensavo che il mio mondo fosse immortale e lui invincibile. Invece? Poi, la morte mi sta accanto e piano piano restano i volti di foto senza vita.

Capisco i nipoti di Bergamo, di Brescia, d’Italia, uomini fatti che ora si sentono soli e nelle notti d’inverno si sentiranno colpevoli di una cosa gravissima, anche se non dipende da loro, ma di mancato saluto. Come quel Cristo che venerdì sarà solo.

Nonno, promesso, il primo viaggio sarà da te… poi passa e non ci andiamo, ma lui, ogni nonno, resta dalla tua parte uguale