Quella domenica delle palme che trovò Gerusalemme vuota

Quella domenica delle palme che trovò Gerusalemme vuota

5 Aprile 2020 0 Di Lidano Grassucci

Ve lo immaginate Gesù che entra a Gerusalemme e non incontra nessuno? Qualcuno in fila in farmacia, un altro che cerca il supermercato, due guardie che lo fermano. “Ma lei dove va? Ha il modulo?”. Sono romani non capiscono bene quella frase che lui, Gesù, ha portato nel modulo “debbo salvare il mondo”. E lo prendono in giro: “ma chi crede di essere 007 in missione per Sua Maestà Britannica?”. Ma lo lasciano andare, sentono che debbono farlo, e non sanno neanche perché.

Da stamattina mi arrivano auguri di buona domenica delle palme, mai ricevute tante attenzioni. Quando si è soli si ritrova la dimensione di Dio, come quelle guardie romane che non capiscono ma lasciano passare, perché lo sentono. Si chiama consolazione dei tribolati, speranza dei figli di una vita che la speranza l’ha perso e subentra la paura. La domenica delle palme mi vestivano bene e mi mandavano “in chiesa”. Io non ci volevo andare ma era la stessa sorte che toccava a Franco e Marcellino, quindi andavamo e manco potevamo bluffare perché al ritorno controllavano la palma, che poi era un ramo di ulivo. E feci la domanda: perché palma se è ulivo?

“Perché conta quello che senti, non quello che vedi”, in che religione strana ero capitato dove le cose non sono ma si sentono, dove ogni cosa si veste di miracolo.

Dicono che quel giorno di 2000 anni fa lui, Gesù, non cercò la folla a Gerusalemme ma raccontò che ci sarebbe stato il sole, aveva una medicina che chiamò speranza e si salvarono tutti dall’inevitabile rassegnazione. Poi, durante la settimana ci rimasi male a sapere che alle elezioni successive c’era il ballottaggio tra Gesù che aveva salvato e Barabba che aveva ucciso, votarono Barabba in massa. E il capo dei romani, un tal Pilato e le sue guardie, si meravigliarono del voto, in fondo quel Gesù a loro pareva un bravo ragazzo. Ma andò così.

Ecco oggi in tanti mi mandano le palme, io sono romano, non capisco ma sento che forse c’è la salvezza e ritorneremo a Roma, a guardare la nostra vita come era vita. Sperando di essere grati a chi salva e non seguire chi cancella, uccide, nega.