Sermoneta, quel “fantasma” nel castello che chiamiamo Patria
20 Aprile 2020Ma che è sta Patria? Boh, viene da padre e qualche cosa sarà del padre. Poi, poi vedo una foro pubblicata da Davide sul gruppo dei miei amici viaggiatori di treno, quelli di treno dixit, lui è il maresciallo. La foto è quella di un castello, naturalmente il pensiero fa al fantasma. Ogni castello ha un fantasma, se è castello serio, altrimenti è solo una casa grande.
Il fantasma c’è sempre, ma mica mette timore sempre, mica sempre si fa un giro. Il fantasma è sempre latente, ma talvolta di manifesta. E perché? Per mantenere l’anima del posto, per dire ai vivi che non è lì per loro ma è stato per i vivi di prima e ci sarà per i vivi di dopo. Insomma è il filo che lega il tempo, le generazioni nelle loro meschinità, nei loro bisogni, nelle loro paure e sono tanti. Solo nel momento del pericolo lui, il fantasma esce si fa evidente, mette in fuga le cattive intenzioni e si fa complice di amori, di illusioni e delle migliori intenzione.
Ecco nella foto c’è la Patria, quel tricolore impresso dalla luce sulle mura del castello è il fantasma della Patria che ora serve e si è fatto vedere, per dire agli occhi che dalla pianura si può sperare, dal monte la stessa cosa.
I fantasmi quando è tempo di aprile mica escono, anche la Patria quando è tempo di vita normale pare che non c’è. Poi ti accorgi che ne hai bisogno e la vedi che c’è in un muro, nella faccia di una infermiera, nell’uomo che ti prende per mano e non si chiede se si può far male, ma ci pensa dopo.
Insomma, Davide, non ci crederete, ma ha fotografato il fantasma di questa Patria che, se non ci fosse, sarebbe da trovare