Il Covid si batte se ognuno comprende le ragioni dell’altro.

Il Covid si batte se ognuno comprende le ragioni dell’altro.

29 Aprile 2020 0 Di Rinaldo Ceccano

 

Avrei chiuso l’Italia il 9 gennaio. Lo ricordo bene perché è il compleanno del mio primo amore, l’unico che ancora compete con le mie figlie. Lo stesso giorno organizzai la dispensa e chiamai mia madre per indicarle di fare lo stesso. Il giorno dopo invitai tutte le persone a me vicine ad assumere le dovute precauzioni. In Cina il Covid si batte con la quarantena, pensa se se arriva da noi, era il mio mantra.

E’ terrorizzante che si liberino i posti in terapia intensiva ma il numero di morti resti alto

Avevo messo insieme un servizio su Wuhan, i racconti di studenti che stavano in Cina per i quali erano state inasprite le già pesanti misure ordinarie di isolamento, le peripezie di un papà italiano che era andato a riprendere la figlia e la moglie cinese. Ugualmente oggi sono contrario alla riapertura.
Non mi convincono i dati che ci vengono forniti. Ho certezza che i morti siano molti di più di quelli ufficiali. Sono convinto che la comunità scientifica ancora annaspi rispetto anche a soluzioni parziali. Che si liberino i posti nelle terapie intensive ma il numero di morti resti alto mi terrorizza. Temo che inizialmente le cure siano state sbagliate e abbiano aumentato i decessi anziché contenerli. E ancora oggi, pur con le dovute correzioni, sono convinto che ci siano centinaia di errori. Mi dicono che la qualità della sanità di prossimità e la tempestività della diagnosi siano fondamentali, e se per il primo aspetto stiamo messi malissimo per il secondo noto che ancora oggi non è pratica diffusa.

Adotterò tutte le misure per mantenere forme di isolamento volontario dei familiari e dei collaboratori

Se il 4 maggio o il 18 si decidesse di riaprire, adotterei tutte le misure che sono nella mia potestà per consentire che le mie figlie e le persone che dipendano da me mantengano misure di isolamento volontario.
E penso che tutte le persone che ragionino, che analizzino i contesti facciano altrettanto.
Detto ciò non deve però sfuggirmi che io sono un privilegiato. Posso lavorare, mia moglie è dipendente pubblica e lavora in Smart Working, ho una casa con spazi decenti, spero di trasferire le mie figlie nella casa estiva con annessi spazi all’aperto.

Lo sforzo è cercare di mettermi nei panni di chi sta in situazioni diverse. Mettersi nei loro panni non significa sposare la riapertura a prescindere. Non farei loro del bene, li esporrei solo a dei rischi che ovviamente si ripercuotono su tutta la comunità. Al contempo devo essere capace di comprendere che se ignoro le loro preoccupazioni, i loro problemi reali, li espongo ugualmente a rischi. L’angoscia, la preoccupazione, la paura per i propri figli, per i propri cari, per se stessi, può spingere ogni animo oltre l’imponderabile. Oltre le regole, oltre il pericolo.

Il covid si batte se la parte privilegiata assume l’onere di costruire un percorso comune

Dalla constatazione che il Covid si batte se tutti navigano nella stessa direzione, muovo il mio invito di assumere l’onere di indicare la rotta, di costruire il percorso ove far camminare tutti, a quella parte dell’opinione pubblica più lucida e illuminata, quantomeno per una condizione contingente meno drammatica. Chiudersi in modo pregiudiziale senza voler ascoltare le ragioni è massimalismo. Non consentire agli altri di esporre le proprie difficoltà, le proprie preoccupazioni, è tirannide.
Il mio non è assolutamente un invito a convertirci tutti alla riapertura. Anzi.

il covid si batte

Il mio vuole essere solo un modesto invito a collaborare, a sentire le ragioni di tutti, per contribuire a riaprire con giudizio e raziocinio ciò che è possibile. E a tenere chiuso tutto ciò che si può tenere chiuso o che non si può riaprire.

È inutile girarci intorno. Far ripartire il trasporto pubblico è un problema. Non siamo attrezzati e non ci sono soluzioni economicamente valide nel breve periodo. Per le grandi città è un problema, per i piccoli centri può essere una opportunità. Intanto stabilizziamo il principio che tutti i lavoratori, pubblici e privati, che non sono coinvolti nella produzione devono rimanere a casa in Smart Working.
Allo stesso modo possiamo dire che un bar se organizza il bancone e gli ingressi secondo gli spazi a disposizione può aprire?

Possiamo affermare che la visita ai congiunti è un tana libera tutti che potrebbe essere gravida di ulteriori macelli? Vogliamo invece dire che gli elettricisti, le piccole imprese edili, gli idraulici, i pittori, i palchettisti, possono iniziare a lavorare visto che quasi sempre si trovano in cantieri deserti? Al massimo stabiliamo che il responsabile della sicurezza determina il numero dei lavoratori che nella stessa giornata possono starci, sulla base della grandezza del cantiere.

Il covid si batte riaprendo la Basilicata e chiudendo la Lombardia

E’ lesa maestà evidenziare che Basilicata e Lombardia sono due cose diverse? Ma diverse non solo per la pandemia, anche per clima, per antropizzazione del territorio, per sistema produttivo. La Basilicata può riaprire qualcosa in più e la Lombardia ancora non può riaprire niente? È stata sfortuna, incompetenza? Non mi interessa. Sono i dati che parlano.

Vogliamo limitare la circolazione alle sole provincie e non alle regioni? Parliamone. Io sono favorevole. Però concordiamo che i parrucchieri possono riaprire se rispettano le norme, il distanziamento, le mascherine  (quelle serie non quelle che ci spacciano per utili).

Sono laico ma so perfettamente che ci sono cattolici praticanti per i quali il sacramento è vitale. Si può evidenziare che in alcune chiese vi sono spazi e modi per tenere la funzione?

Sono laziale e quest’anno stavo godendo, ma si può dire che la serie A deve restare ferma? Anche le piscine coperte devono restare chiuse. Però la vela, il tennis, tutti gli sport che si svolgono in campo aperto, gli sport individuali pur se svolti al chiuso, possiamo dire che devono ripartire? Però con serietà perché se disponi che i circoli e le associazioni devono rimanere chiusi, è solo il solito annuncio che crea aspettative disattese.

Lo affermiamo con nettezza e chiarezza che gli over 70 devono restare a casa e i nipoti devono “incontrarli” solo con le video conferenza? Con altrettanta chiarezza diciamo che i negozi possono riaprire e devono solo far rispettare le regole del distanziamento sociale.

Come in ogni fase storica gli Illuminati hanno il compito più gravoso

Il virus non ci lascerà a breve. Dovremo conviverci ancora per molto. Non potremo rimanere chiusi per sempre fino al vaccino. Tanto meno resterà chiuso chi è privo della possibilità di restarci. E allora che avremo ottenuto?

Non si tratta di discutere tra chi oggi sembra garantito da una rendita fissa e chi no. Si tratta di muoversi insieme per capire le ragioni di tutti. Ognuno può fare qualcosa. Anche cercando di orientare le scelte del governo molto sensibile ai trend di massa. Evitando i massimalismi. Dialogando con ragionevolezza e senza spocchia. Il covid si batte adottando comportamenti quotidiani nella direzione della prevenzione e spiegando le ragioni delle cautele che tutti devono rispettare. Anche in tempo di pandemia gli illuminati hanno il compito più gravoso: comprendere le istanza e le difficoltà degli altri per far prevalere le ragioni di tutti.