Banca d’Italia e il Comune di Latina che “tutto quello che vede vuole”, ma non sa perché

Banca d’Italia e il Comune di Latina che “tutto quello che vede vuole”, ma non sa perché

15 Maggio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Ma che me ne fo? I confronti a Latina sono paradossali: vogliamo tutto ma poi tutto dimentichiamo. Il Comune di Latina, tutti dalla maggioranza all’opposizione vogliono l’edificio della Banca d’Italia, bene, anzi meglio. Ma per far cosa? Riportiamo l’intervento del senatore di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, che richiama la nota dell’assessore di Latina Emilio Ranieri il quale ha “bisogno” di quel palazzo ma sul perché dice di tutto e niente: ci vuole fare l’università, ma l’università ci ha chiesto spazi? Ci vuole fare l’archivio, che è funzione importante ma non proprio un grande attrattore di traffico. Infine la biblioteca, che è chiusa da mesi quella che c’è se questo mi da tanto, questa l’apriremo nel 2053.

Perchè il Comune vuole nuovi edifici  se… ma cosa ci fa il Comune del teatro? Cosa ci fa dell’intermodale? Cosa ci fa con il mercato annonario? Cosa ci fa con il mattatoio mai nato a Chiesuola? Con il mercato, mai nato, dei cocomeri a Borgo Grappa? E dell‘ex Consorzio agrario che ospita provvisoriamente il mercato annonario? E i locali di servizio delle nuove autolinee? E le ex Garage Ruspi? E l‘ex Icos?

Vedete non mancano gli edifici del Comune di Latina, ma le idee del Comune su cosa farne degli edifici. Anche qui di generiche idee è pieno il mondo, e va bene nel paese dei balocchi, ma noi siamo nel mondo vero. Emilio Ranieri vuole la banca, Nicola Calandrini pure ma perché è cosa vaga, io mi interrogherei su che fare di questa città Che funzioni deve avere Latina e dentro queste funzioni cosa deve fare il centro storici nella “macchina della città”. Ma questo l’amministrazione non ha idee e l’opposizione ci va “tacca tacca”. Da Vincenzo Zaccheo in poi abbiamo scambiato il Comune per una abulimica agenzia immobiliare, abbiamo fatto incetta di edifici rimasti inutili, con risorse buttate (denari del contribuente) e con desolazione urbana. Il tutto con un dibattito banale, sciatto, sul nulla.

Un vecchio adagio che gioca sul Niccolò che “tutto quello che vede vò, se vede na ca…. ne vuole na pizzicata”

 

INTERVENTO CALANDRINI

Ringrazio l’Assessore Ranieri per avere risposto alla mia interrogazione circa il futuro dell’ex Banca d’Italia di Piazza della Libertà. Sono parzialmente soddisfatto del contenuto della risposta, secondo cui il Comune di Latina ha presentato una manifestazione di interesse e per altro risulta essere l’unico ad averlo fatto. Trovo positivo inoltre che la Banca d’Italia abbia concesso al Comune di Latina una proroga fino al 31 luglio 2020 per presentare la proposta di acquisto irrevocabile.
Concordo anche sui possibili usi che ha elencato l’assessore nella sua risposta alla mia interrogazione, ipotizzando di destinare la Banca d’Italia per fini culturali e di istruzione (universitaria, archivistica e bibliotecaria).
Adesso però non bisogna perdere tempo: è necessario reperire i fondi necessari per formulare l’offerta di acquisto. L’assessore mi ha rappresentato le difficoltà dell’ente nel procedere in tal senso a causa della necessità di rispettare gli equilibri di bilancio, motivo per cui il Comune sta interloquendo con altri enti pubblici. Apprezzo l’iniziativa di coinvolgere l’Archivio di Stato, ma mi permetto di suggerire all’assessore che questa non è la sola strada percorribile.
Il “DL Fiscale” di ottobre 2019 infatti ha eliminato i precedenti vincoli esistenti in caso di acquisto di un immobile da parte di un ente pubblico. Dal 2020 infatti non c’è più per l’ente pubblico l’obbligo di dimostrare l’indispensabilità e l’indilazionabilità dell’acquisto né di dimostrare la congruità del prezzo.
Con il DL Cura Italia inoltre i comuni hanno maggiori spazi finanziari dovuti al differimento dei pagamenti delle quote capitale e delle quote interesse dei mutui.
Adesso serve solo la determinazione nel non lasciarsi sfuggire questa opportunità, trovando la soluzione migliore. Il comune di Frosinone ad esempio è riuscito ad aggiudicarsi l’immobile che era sede della Banca d’Italia evitando il bando e concordando con Via Nazionale la formula “rent to buy” per 9 anni, cosa che ha permesso all’amministrazione locale di aggirare l’ostacolo rappresentato dall’impossibilità di effettuare mutui.
Auspico che l’amministrazione di Latina non lasci scadere i termini e possa presentare una proposta che permetta al Comune di entrare in possesso di uno degli edifici storici più importanti per la città.

Nicola Calandrini, senatore Fratelli d’Italia