Ad un anno dalla morte di Luciano Marinelli, ricordo in jazz d’amore di Alfredo De Santis

Ad un anno dalla morte di Luciano Marinelli, ricordo in jazz d’amore di Alfredo De Santis

24 Maggio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Trasgredirò, e Alfredo non me ne vorrà, l’embargo sul questo suo pezzo che è un ricordo tenero da amico, rigoroso per descrivere un artista. ““Se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai.” diceva Louis Armstrong. Nel jazz conta chi suona e quello che esce non torna, ma sarà un’altra cosa. Mentre scrivo ascolto Paolo Conte che “canta” sul jazz, intorno al jazz e se gli viene jazz.

Certi capivano il jazz
L’argenteria spariva
Ladri di stelle e di jazz
Così eravamo noi, così eravamo noi
Pochi capivano il jazz
Troppe cravatte sbagliate
Ragazzi-scimmia del jazz
Così eravamo noi, così eravamo noi
Istinto, vitalismo, accordi che si affardellano, in istrionici uomini duri che fanno bellezze irripetibili
Duemila enigmi nel jazz
Ah, non si capisce il motivo
Nel tempo fatto di attimi
E settimane enigmistiche
Sotto la luna del jazz
Vengo meno all’embargo. Domani fa un anno che è venuto a mancare Luciano Marinelli che di passioni ne aveva tante, di sfide altrettante, ma è tra quelli che “capiscono il jazz”, sentivano il jazz, erano jazz. Tu lo descrivi con l’amore che ha un amico per l’amico, lo ricordi in una città che ha la memoria istantanea, anzi che è nata con l’alzheimer di serie, in dotazione base. Luciano Marinelli è stato in questa città che non era, e che non è, ma nessuno se non tu hai pensato a ricordarlo. Ecco la dimenticanza fa la differenza tra una comunità e una aggregazione casuale di persone. Sento Paolo Conte che si perde sulle note di un Diavolo Rosso… vieni qui a bere un’aranciata. 

IL RICORDO AD UN AMICO DI ALFREDO DE SANTIS

Luciano Marinelli (foto di Gabriele Tamburrelli gentilmente concessa da Il Messaggero)

Il tempo corre veloce! È inesorabile! È volato, come un batter di ciglia, quest’anno che mi separa dalla scomparsa di Luciano Marinelli. Quando si parla di una persona che non è più fra noi, si corre sempre il rischio di scivolare nella retorica. Ma ne parlo volentieri perché, avendolo conosciuto e frequentato, ne ho condiviso la passione per la musica. Sono rimasto affascinato dalla sua cultura e colpito dalla sua cordialità, dalla sua gentilezza innata e dalla sua umiltà. Nulla a che fare con il “genio e sregolatezza” dei folli che suonano…anzi!

Luciano aveva si il carattere di un artista, ma con regole ferree, sempre attento, non egocentrico, mai geloso del successo degli altri, cosa che riscontro spesso nel mondo che amava forse più della sua vita.

Ecco, io voglio ricordarlo come un uomo buono pieno di talento, che vive ancora accanto a me, in una sorta di metempsicosi con il figlio Piergiorgio, che porta avanti il suo progetto con tenacia, tanto è l’amore che quest’ultimo riversa per continuare l’opera del papà. Spesso mi capita di pensare a lui e mi sento gratificato, per avermi catapultato in un mondo di emozioni a me sconosciute, per aver ricevuto il dono del suo sorriso e per avermi trasmesso un vero modello di gentilezza.

Mi piace condividere, anche per lui, il pensiero che il Presidente Mattarella ha dedicato, qualche giorno fa ad Ezio Bosso: “estro, passione e indomabile carica umana!”…parole che vanno bene per le persone fantastiche! E Luciano lo era…!

Alfredo De Santis

Presidente del Circolo cittadino di Latina