Latina che non vede il lavoro a casa e la libertà in piazza

Latina che non vede il lavoro a casa e la libertà in piazza

25 Maggio 2020 0 Di Lidano Grassucci

Nel silenzio dei grattacieli deserti il futuro sospeso della metropoli

Lo smart working svuota le torri: in ufficio meno di uno su dieci dipendenti delle grandi compagnie. Brusca frenata per gli investimenti, calano i prezzi di acquisti e affitti, almeno per un paio di anni. Ma le grandi città restano attrattive

Questo è uno dei titoli oggi di La Repubblica Milano. Chissà se i nostri amministratori leggono, chissà se immaginano. Certo se non riescono a non far pagare la sosta per 5 giorni, la vedo difficile. A Latina hanno fatto una rivolta per un albero tagliato per tagliarne cento, hanno invocato la cultura come la dea Kali per chiudere i teatri, hanno venerato la biciclette per non fare un metro in più di strade per la bicicletta. Ma?

Il covid 19 ha cambiato il modo i lavorare, gli spazi urbani, la mobilità. Se la città era necessaria alla vita ora abbiamo bisogno di un nuovo modello diffuso e non concentrato. Tempi nuovi hanno bisogno di modelli sociali nuovi e di nuove infrastrutture. Non viaggeremo noi su strade di asfalto, ma il nostro lavoro su autostrade di dati. Si muoveranno le merci ma non il lavoro per farle. Da casa un chirurgo può fare una operazione delicatissima dall’altra parte del mondo. Non viaggia lui, ma le sue mani, la sua abilità. Il viaggio sarà piacere e rado, non sarà fitto e dovere. Si useranno tutte le ore del giorno non le poche ore del giorno del modello fordista. Quindi? Non ci sarà bisogno di grandi strade, di grandi ospedali, di grande fabbriche ma di  abilità che corrono veloci. Dei ragazzi lombardi con stampanti 3 D hanno trasformato le maschere da sub in respiratori da vita, hanno distribuito l’idea e ciascuno in ogni parte del mondo li poteva fare, in casa, senza camion che correvano per portare i pezzi, senza camion di ritorno per distribuire i pezzi. Le città non hanno bisogno di cconcetrare la vita ma di far incontrare le idee. La politicca pontina ripete riti pagani, ma il virus ci ha fatto scoprire una nuova religione e ostinarsi è non capire.

Io Filemazio, protomedico, matematico, astronomo, forse saggio,
ridotto come un cieco a brancicare attorno,
non ho la conoscenza od il coraggio
per fare quest’ oroscopo, per divinar responso,
e resto qui a aspettare che ritorni giorno

e devo dire, devo dire, che sono forse troppo vecchio per capire,
che ho perso la mia mente in chissà quale abuso, od ozio,
ma stan mutando gli astri nelle notti d’ equinozio.
O forse io, forse io, ho sottovalutato questo nuovo dio.
Lo leggo in me e nei segni che qualcosa sta cambiando,
ma è un debole presagio che non dice come e quando

Bisanzio, Francesco Guccini

Latina non ha bisogno di cose che avevamo chiesto, ma di cose che neanche immaginavamo: servono infrastrutture informatiche; servono spazi per un nuovo tempo libero; servono sviluppatori di imprese: servono raccordi alle reti. Serve una idea nuova i città, se prima copiavamo centri storici per vendere calzoni, ora dobbiamo creare calzoni per recuperare spazi urbani. Dobbiamo ripensare la città e magari ritornare alla piazza ludica e non consumista. Dobbiamo tornare al piacere di guardare e non alla foga di vedere. 

Oggi usciamo per lavorare e torniamo a casa per riposare, domani riposeremo in piazza dopo aver lavorato a casa. Le case saranno “laboratori artigiani” di nuovi gioielli e la piazza sarà la socialità di essere uomini.

Latina, come ogni città, o entra nella nuova sfida o sarà un alveare di api laboriose ma incapaci di volo.

Se ne discute? Ma no, si annuncia con  gran rumore che avremo un regolamento comunale per la salute animale, senza non avrei mai salvato la mia micetta dalle zecche, o sverminato il piccolo Simba il mio gattino color arancio che zompetta in giardino giocando a sulle sulle foglie della cicas e sperimentare fin quando lo tiene e gioca con la coda della mamma mentre allatta i fratelli. Alle sue fusa gli ho dato l’altolà: senza regolamento comunale come ti permetti di fare il gatto.