Ater a Terracina, gli alloggi come Araba fenice. Scommessa di risorgere
5 Giugno 2020Ristrutturare con le ruspe. L’idea è piuttosto coraggiosa, in un mondo dove un immobile di qualche decennio riesce a diventare storico, se lo si sa raccontare.
Anno 1947, dopoguerra di limbo, in una Repubblica appena nata nelle urne e ancora senza Costituzione, in una nazione squarciata da una guerra senza precedenti, in una città affacciata sul mare e dal respiro antico, si riesce a pensare ai senzatetto. Il progetto in realtà risale al 1944, e qui la narrazione è ancora più intensa, perché la guerra è in corso, l’Italia è una monarchia con i suoi accessori ventennali archiviati da qualche mese. Se il progetto è del 1944, l’idea è precedente – sicuramente di poco, erano tempi più spicci – ma in ogni caso precedente. C’è da tirarci su un parco storico sull’immobile di Terracina che tra poco verrà raso al suolo, con tutto il suo bagaglio di dolore, con tutte le sue storie tra le quali sarebbe bello scovarne tante di riscatto.
Ma, abbandonando la prosa e guardando la realtà, quell’edifico che già dal 1961 presentava una “fortissima umidità causata da infiltrazioni capillari nel vespaio che rendeva i due immobili quasi completamente inabitabili” è destinato a diventare un cumulo di macerie per fare posto a un nuovo immobile, costruito secondo i criteri moderni di realizzazione antisismica, ottimizzazione energetica, zero barriere architettoniche. Non ultimi: spazi comuni, con servizi di quartiere e un’area giochi. Inoltre, particolare niente affatto trascurabile, a fronte dei dodici alloggi finora esistenti, grazie a una divisione interna più razionale, se ne ricaveranno quaranta. E, se se si vuole aggiungere altro, basta tener presente che non stiamo parlando di una periferia dimenticata (non che questa non abbia dignità, ma fuori dalla retorica buonista non è esattamente sotto gli occhi di tutti), ma di un complesso a 200 metri da Viale della Vittoria e a 400 metri dal lungomare.
Quanto costa tutto questo? 7 milioni di euro, il 70% è coperto da un bando nazionale, mentre il 30% è a carico dell’Ater provinciale di Latina, che è arrivata seconda in graduatoria (per rendere l’idea: primo in classifica il progetto di riqualificazione dell’idroscalo di Ostia).
L’intervento su Terracina è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa (nella foto) che si è tenuta nella sede dell’Ater e alla quale è intervenuto l’assessore regionale del Lazio alla casa Massimiliano Valeriani, oltre ai consiglieri regionali Enrico Forte, Salvatore La Penna, Gaia Pernarella e Pino Simeone. Presenti, ovviamente, il presidente dell’Ater pontina, Marco Fioravante, e il direttore Paolo Ciampi che, a margine della conferenza, hanno regalato qualche chicca alla stampa, come i tre mesi di attesa (ancora in atto) per ottenere un passo carrabile dal Comune di Latina.
I dettagli del progetto: terracina progr integrato