Marco Guglielmi, il primo attore di Latina che girò 80 film: dimenticato!

Marco Guglielmi, il primo attore di Latina che girò 80 film: dimenticato!

14 Giugno 2020 0 Di Emilio Andreoli

Latina nel mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura, si è sempre fatta valere, ha prodotto personaggi di grande spessore. Di quelli che non ci sono più, qualcuno deve pur ricordarli o farli conoscere a chi non ne ha mai sentito parlare. Questo è il compito che mi sono dato, perché per essere comunità, la città deve conoscere le proprie storie. Vi sto per raccontare quella di Marco Guglielmi, un attore di Latina che girò, nella sua lunga carriera ottanta film, ma non viene mai ricordato.

Allucinante come a Latina le persone scompaiano dalla memoria, sembra che questa città soffra di Alzheimer. Eppure l’attore Marco Guglielmi era figlio di questa comunità, e sembrerà strano, ma prima il senso di comunità era molto più forte di oggi. Forse perché si usciva dalla guerra e, sicuramente, la solidarietà era maggiore.

Marco Guglielmi, pseudonimo di Augusto Guglielmi, nasce a Sanremo il 6 ottobre del 1928, ma appena dodicenne si trasferisce a Littoria con la sua famiglia. Suo papà Bartolomeo, uomo molto severo, è l’economo delle poste e sogna per quel suo unico figlio un futuro da avvocato o da ragioniere, però lui ha altri sogni, è appassionato di cinema. Nella fine degli anni quaranta, deciso e senza tentennamenti, si iscrive a Roma al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si diploma nel 1953 con trenta e lode, dopo aver partecipato in piccole parti in alcune pellicole.

1953 Diploma di Marco Guglielmi. Dall’archivio personale dell’architetto Massimo Palumbo

 

Comincia così la sua lunga carriera di attore, sceneggiatore, doppiatore, attore teatrale e di fotoromanzi. La vera notorietà arriva alla fine degli anni cinquanta, nelle commedie e sceneggiati prodotti dalla Rai. Lavora con registi italiani e stranieri molto importanti,  per citarne alcuni: Mario Monicelli, Citto Maselli, Steno, Valerio Zurlini, Jean Dellanoy, Sergio Sollima, Damiano Damiani, Carlo Lizzani, Miiklòs Jancsò, Eros Macchi e molti altri.

Ma Marco, nonostante sia molto impegnato, torna spesso a Latina, dalla sua famiglia e dai suoi amici. Il papà e la mamma abitano nel palazzo dei postelegrafonici di fronte lo stadio, e nello stesso pianerottolo abita la famiglia Palumbo. Le due famiglie sono molto legate e si frequentano spesso. Massimo Palumbo ricorda Marco e la sua famiglia:

Penso spesso a Marco e alla sua famiglia, il papà, Bartolomeo, era per me il nonno che non avevo mai avuto. Era un uomo di grande cultura, come del resto lo era anche Marco, ma molto severo con il figlio, gli aveva imposto il ragioneria, quando lui avrebbe voluto fare lo scientifico. Però poi  Marco, dopo la scuola, era riuscito ad imporsi e a seguire i suoi sogni. Io ero un ragazzino e lui viveva già a Roma e non vedevo l’ora che tornasse, in genere lo faceva ogni quindici giorni, perché così facevo il giretto sulle sue auto sportive, a volte fino al Circeo. Quando arrivava era festa, ci raccontava dei suoi lavori che noi vedevamo in televisione. Ricordo che quando appariva in qualche pubblicità di Carosello era un evento, ci riunivamo tutti. Poi quando sono cresciuto cominciai a fare caso anche alle belle ragazze che lo accompagnavano. Era molto legato a Latina e ci tornava volentieri, diceva che il mondo del cinema non lo entusiasmava più come agli inizi. Comunque era un grande intellettuale, forse per questo era un po’ deluso dal mondo patinato del cinema. Quando morì la mamma mi chiamò per dirmi di prendere quello che volevo, perché da lì a poco avrebbe venduto casa. Mi regalò dei libri, tre quadri del suo amico Bruno Barborini, un pittore che aveva vissuto a Latina e che poi si era trasferito in America, e infine mi regalò il suo diploma di recitazione. Conservo tutto gelosamente, come conservo nel cuore i ricordi di Marco

 

I miei ricordi di Marco Guglielmi

Marco era amico di mio padre, si vedevano spesso a Roma, insieme a un altro amico comune, Tonino Macarone Palmieri che anche lui aveva vissuto a Latina, nello stesso palazzo dei postelegrafonici. Tre grandi viveur… immagino le loro serate.

Ricordo la sua voce profonda, Era un uomo alto, con i capelli rossi e gli occhiali scuri, come a proteggere la sua immagine, che lo rendevano affascinante. Quando veniva a trovare mio padre in negozio, mi capitava di sentire le loro conversazioni. Chiacchieravano, di politica, di arte, letteratura e ovviamente di cinema, che era una delle passioni di mio papà. Insomma lui era un vero intellettuale, ma di grande umiltà. Non si vantava mai di quello che stava facendo, o che aveva già fatto.

Marco Guglielmi, in una delle sue tante interpretazioni

Mio padre, quando gli chiedevo di lui, mi diceva sempre che nonostante fosse capitato in un’epoca affollata di grandi attori, come Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, si distingueva perché sapeva adattarsi alle circostanze. Dal teatro ai fotoromanzi, alle sceneggiature.

Tra i suoi lavori più importanti, nel 1972, l’interpretazione nella parte dell’ispettore Mc Adoo nello sceneggiato “Joe Petrosino”, ma anche nella serie televisiva, diretta da Giorgio Moser, “Avventure di mare e di costa” uno sceneggiato in cinque puntate dove Marco Guglielmi è il protagonista, e interpreta tutti i principali personaggi, vagabondi e avventurieri dei Mari del Sud, tratti dai racconti di Robert Louis Stevenson.

Marco Guglielmi muore a Roma il 28 dicembre del 2005. Sono ormai quindici anni e nessuno in questa città lo ha più ricordato ed è un grande peccato… come sempre Latina dimentica ed è imperdonabile. In questi quindici anni, quante intitolazioni di vie e luoghi ci sono state? Ma dei propri figli pochissime, tutte intitolazioni forestiere perché fa ”figo”, io direi che fa un po’ “somaro”.

 

Ringrazio per la collaborazione l’architetto Massimo Palumbo, che mi ha messo a disposizione il suo archivio personale..