Sabato cispadano al Carso e i racconti del Bar Lodi… Tripodi sindaco, o no?

Sabato cispadano al Carso e i racconti del Bar Lodi… Tripodi sindaco, o no?

13 Giugno 2020 0 Di Lidano Grassucci

Questo di sette è il più gradito giorno,
Pien di speme e di gioia:
Diman tristezza e noia
Recheran l’ore, ed al travaglio usato
Ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
È come un giorno d’allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita

Roba italiana il sabato mattina, cosa di Leopardi all’ombra di un mulino, di una chiesa grande che “cita” le cattedrali come il Carso, inteso come borgo, cita le battaglie di una guerra lontana di un secolo fa e che i crucchi peste li colga. Il bar, che è l’osteria fatta moderna con la sua vetrinetta che fa pulito, ma l’animo degli astanti è lo stesso del vino. Bar Lodi, borgo Carso, esterno giorno, sabato mattina. C’è già l’assessore che ciavatte d’ordinanza e pantaloni alla zompafossi deve pagare, c’è il maresciallo aiutante di campo che si deve sposare, Andriollo che da Cisterna va al Sabotino a lavorare al podere da cispadano antico, lo spagnolo che viaggia in moto che era un gran figo e... Furlanetto che l’hanno avvertito di questo consesso e qualcuno di quelli della Lega osa dire di rotonde mai realizzate e lui viene a controloare. Passa Foffo circondato di bellezza aggiungedoci la sua e il vecchio cispadano che “son nato a Littoria per primo”.

Questo è un quadro, una tempo strano e il barista è tifoso del Latina calcio e ricorda di Antonio Sciarretta e di…. “ma ora che campionato fa il Latina?

Eccole le guardie comunali paiono come quei soldati del Carso, tosti da far timore, ma timore non c’è. Tutti con la mascherina e si aggiunge il ginecologo, poi l’ingegnere vestiti come Gino Bartali pronti alla fatica, ma qui si fa in piano ma per dirla con i versi di Paolo Conte

E’ tutto un complesso di cose
che fa si che io mi fermi qui
le donne a volte si sono scontrose
o forse han voglia di far la pipi’.

Ecco quel regalo ad un uomo che si deve sposare ma non vuole, e gli amici già feriti che si divertono intorno ad un caffè, una minerale con le bolle e li vicino le signore ordinano un lievito con l’aroma di limone. E la battuta va veloce come la luce.

A dimenticavo, la politica. Quella passione che qui, al bar, tenevano nascosta quando c’era il federale, poi esplode quando il romagnolo torna al rosso del sangue, il venetone segue il prete e pure il primo di quelli che ha studiato che lo chiamavano Delio, e qui si fa il sindaco o si muore. La politica che adesso dicono ci sia Vincenzo Valletta entrato come riserva al Comune che fa le previsioni di Angelo Tripodi sindaco e lui stopper in panchina a disposizione di mister Durigon Claudio, cispadano di Santa Fecitola, il fortunato Matteo Adinolfi. Che formazione a sentirli hanno vinto già al Ritrovo dove “o si fa l’Italia o si muore”. Qualcuno dice… mi pare na barzelletta.

Corre la giornata, le macchine hanno rispetto delle parole per questo giro assurdo che non le fa veloci.

Dicono sia in tempo strano in questo mondo malato di virus, l’assessore prende la sedia da bar la gira poggiando le mani sullo schienale che diventa scudo, cavalieri della fregnaccia e ci si allarga: faremo allo sposo un regalo da 1000 euro, ma io ci metto di più, i fiori li porto io dentro canestri di caucciù e il prete informerà il papa. A chi la spara grossa, e il tempo passa. La signora si fa guardare e la si guarda, tempo delle periferie che sono il centro di ogni mondo.

Si è fatta una certa, tempo di soffritto, tempo ri ragù e oggi pomeriggio stesi a riposare nel silenzio raccontato dalle foglie di eucalitpo.

Sabato cispadano al Carso. 

Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo’; ma la tua festa                
Ch’anco tardi a venir non ti sia grave.

 

Nella foto l’assessore in divisa d’ordinanza da bar, ha pagato lui