La politica che “caccia”, Renato Archidiacono lascia

La politica che “caccia”, Renato Archidiacono lascia

20 Giugno 2020 0 Di Lidano Grassucci

Sto seguendo cronache incredibili, una volta la politica era l’arte del governo della città e vi si dedicavano i migliori. E si cercavano i migliori. Ora? Ora si evitano i possibili, ora pare che si faccia una gara non ad aggiungere un posto a tavola, ma a cacciare chi si avvicina alla tavola. Renato Archidiacono era entrato in politica come coordinatore provinciale di Italia viva, solo una manciata di giorni fa.  Partito nuovo, classe dirigente nuova… facile, semplice, ragionevole.

Una città che chiamava le “riserve della repubblica” per sfide nuove. Un pugno di giorni e Archidiacono tuona: “sai che novità che c’è, torno a fare quel che facevo”.

La politica si chiude a riccio dentro i suoi riti e si stringe come fanno gli elefanti e tutti gli animale nella stagione secca e la pozza non basterà a tutti,  quelli che potevano scavare i pozzi sono andati via.

La politica dovrebbe avere orgoglio di mille voci, amare i cori, invece tutti soliti che gridano o io o niente.

Archidiacono lascia, Italia Viva senza di lui è un banale club di tifosi di un capo non  in splendida forma. Perchè i nomi fanno le differenze, senza Saragat Palazzo Barberini sarebbe stato solo una delle tante liti tra socialisti. C’era lui, che conosceva Marx, e la storia cambiò.

Senza Archidiacono? Ricominceranno i riti di non dire niente, ma gridando forte.

Latina avrebbe bisogno di mille idee differenti, di persone pensanti invece torneremo ai riti.

E la tra qualche mese, già vedo, la restaurazione le littorine pronte a portare podestà qui a governare masse senza forma, senza quella cosa che fa la democrazia: la società civile.