
Cisterna, un giorno di (stra)ordinaria cultura a Palazzo Caetani
30 Giugno 2020 0 Di Luca CianfoniLa presentazione del libro di Guido Lombardi venerdì 26 giugno, ha dato l’opportunità agli organizzatori del Cisterna Film Festival di presentare la nuova edizione della rassegna cinematografica cisternese.
Un piccolo passo verso il Cisterna Film Festival
Un chiostro, delle persone fuori che fanno la fila per entrare ad un evento, le locandine del Cisterna Film Festival e del libro di Guido Lombardi. Le sedie distanti e le mascherine però riportano tutto al Covid, a un evento che avrebbe potuto ospitare molte più persone. Ma la cultura è anche questo, è resistenza, resilienza è capacità di reagire nel migliore dei modi, in qualsiasi condizione. Stona un po’ la distanza e la separazione sociale nel Chiostro a un evento culturale e invece la vicinanza tra i consumatori ai tavoli del bar, segno che forse uno squilibrio, una concezione secondaria della cultura, nella politica del nostro Paese purtroppo c’è.
Con la presentazione di questo libro inauguriamo il Cisterna Film Festival – inizia una emozionata Marianna Cozzuto -, questa sarà un’edizione ricca di sorprese. La prima novità è il nuovo logo. Inoltre a causa dell’emergenza covid abbiamo posticipato le date del festival a fine agosto, dal 27 al 30. Tutto questo però sarà anticipato da una serata speciale, il 22 agosto in piazza Sant’Oliva a Cori, con una serata dedicata totalmente ai giovani.
È la prima volta che il Cisterna Film Festival valica le frontiere del comune di Cisterna, per portare le sue pellicole in un altro comune e l’emozione è grande e forte per la direttrice organizzativa del Cisterna Film Festival e riscontro di un grande lavoro fatto in questi anni.
Quest’anno – continua il direttore artistico del festival Cristian Scardigno – aggiungeremo il premio della categoria “Altre Visioni” che da quest’anno diventa competitiva e il Premio della Giuria al Miglior Regista oltre a quelli già confermati di Premio della Giuria al Miglior Cortometraggio, Premio Mobilitazioni Artistiche al Miglior Interprete, Premio Next Generation attribuito da una giuria di ragazzi e il Premio del Pubblico al Cortometraggio Preferito. La selezione dei corti arriverà nel mese prossimo e vi assicuriamo che la qualità rimarrà inalterata. Avremo l’onore di ospitare un corto che finora è stato solo in altri 2 festival, Nimic di Yorgos Lanthimos, presentato l’anno scorso a Locarno. Infine, abbiamo riconfermato il focus sul paese straniero, ma su quale sarà ve lo faremo sapere.
Infine a presentare la nuova locandina della rassegna cinematografica italiana ci pensa Eleonora Materazzo, responsabile della comunicazione del Cisterna Film Festival.
Come ogni anno cerchiamo tra i talentuosi fotografi della nostra zona per la locandina della rassegna e quest’anno abbiamo scelto quella di un fotografo da poco tornato in Italia dagli Stati Uniti, Marco Mulattieri.
La presentazione del libro di Guido Lombardi il “Ladro di giorni”
Quello di Guido Lombardi è un ritratto atipico, una di quelle persone che non si riescono ad inquadrare dentro delle categorie precise. È stato cameraman, è scrittore, sceneggiatore, regista, è una di quelle persone con un contatto a 360° con l’arte. Ha scritto tre romanzi (Non mi avrete mai, Teste matte e Il ladro di giorni) e regista di tre film, Là-bas – Educazione criminale, Take five e l’ultima opera tratta dal suo film Il ladro di giorni. La storia di quest’ultimo libro, poi trasformata anche in pellicola ce la racconta direttamente lo scrittore:
Questa storia è nata diversi anni fa, una suggestione di quando ero piccolo. Una volta, mio padre mi portò nel suo ufficio in tribunale e scoprire che aveva una vita normale oltre ad essere mio padre, mi impressionò molto. Per la prima volta mi è sembrato un po’ uno sconosciuto. E ho ripensato tutto. In questo viaggio presente nel libro si ritorna alle origini, nelle radici del sud di un Salvo che si era trasferito da piccolo in una gabbia d’oro del Nord.
Salvo è il protagonista del film, è un ragazzo delle medie, saggio per la sua età, ma di quella saggezza bambinesca che spiazza il più delle volte gli adulti, che gli fa guardare la vita con occhi differenti. «La verità è che ci sono tante verità è per questo che non si capisce niente», legge Scardigno dalla quarta di copertina del libro di Lombardi.
Sì è molto saggio ma si può leggere questa saggezza come lo spaesamento di un bambino a cui vengono raccontate molte versioni del suo passato. Il libro è raccontato dal punto di vista del bambino, tanto che mentre scrivevo, ormai questo bambino era dentro di me e sentivo la sua voce nella mia mente, dovevo solo “azzeccare” il tono giusto, non troppo forbito ma nemmeno troppo bambinesco.
Nel film, fa notare Materazzo, non si narra più la storia dal punto di vista del bambino e il tutto viene trasposto ai nostri giorni, cosa ha porta a questa scelta?
Sì, ho voluto raccontare il film in maniera differente dal libro, più focalizzato sul padre. È un viaggio un po’ noir. Abbastanza presto il bambino assiste all’incontro con l’albanese che offre una pistola al padre ma lui la rifiuta perché dice “un bambino è meglio di una pistola”. È un viaggio di comodo perché il padre appena uscito di galera, usa suo figlio per non far destare sospetti.
Un romanzo di formazione atipico
Il ladro di giorni, oltre ad avere elementi noir, ha molto anche della crime story. Il bambino continuando il suo viaggio insieme al padre si chiede e fa chiedere anche al lettore, cos’è un reato un processo, prende coscienza che nel mondo non si va per forza tutti d’accordo, domanda Scardigno a Lombardi.
Nella storia crescono entrambi, anche il padre, che matura nel suo rapporto con il figlio. Il bambino si ritrova in questo mondo di criminali che un po’ lo spaventano ma un po’ lo attirano. Allora inizia a fare dei furtarelli impensabili prima in Trentino in cui era il primo della classe. Come sarebbe bello essere voluti bene solo per quello che si è e non se sì e bravi o cattivi.
Una storia che fa capire la fragilità dei bambini e dell’ambiente educativo in cui questi vengono cresciuti. I furti che prima per Salvo nella prigione dorata insieme agli zii in Trentino erano impensabili, abituato com’era a rispettare in maniera ligia le regole, ora diventano all’ordine del giorno. Insieme al padre le regole valoriali si invertono, più si trasgrediscono le regole e più si acquista credito in questo nuovo mondo
Nelle vicende criminali c’è molta complessità, nei film i personaggi negativi vengono sempre molto appiattiti come eroi al contrario; dipingerli a tutto tondo invece aiuta a capire meglio queste persone e ritrarle più a fondo. Ridurre una persona intera a un reato che ha commesso è molto riduttivo.
Tornano quindi in mente le parole di una canzone di Giorgio Gaber, Non insegnate ai bambini, sul grande e difficilissimo valore dell’educazione, che alla fine altro non è che amore.
Non insegnate ai bambini
Ma coltivate voi stessi il cuore e la mente
Stategli sempre vicini
Date fiducia all’amore il resto è niente.
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Info sull'autore
Nato con la chitarra tra le mani e tante cose da dire, cresco imparando a ricercare le parole giuste. La passione musicale diventa anche il mio percorso di studi e ora provo a metter nero su bianco le parole trovate. Amo la filosofia, l'arte e tutto ciò che riesce a stupire.