Querele e querelle, quella mancanza di educazione dei querelanti

Querele e querelle, quella mancanza di educazione dei querelanti

18 Luglio 2020 0 Di Lidano Grassucci
Querelle:  sostantivo femminile
Controversia, contesa, dissidio, specialmente nell’accezione più ampia di guerra delle idee, con riferimento a dibattiti ideologici o culturali; polemica.
querela
Querelasostantivo femminile
Nel diritto penale, denuncia presentata all’autorità competente e nei modi stabiliti da chi si ritenga offeso da un reato non perseguibile d’ufficio né dietro richiesta o istanza del magistrato: dare, presentare, sporgere q.; q. per diffamazione.
Ho portato, e riportato, queste due parole e la loro definizione per fare educazione ai tanti, troppi, maleducati politici. A Latina i “nominati” dalla politica alla guida di una branca del comune come è Abc, il servizio di nettezza urbana, hanno querelato dei consiglieri comunali che facevano querelle politica. Ma sono tanti i funzionati pubblici “permalosi” che querelano le querelle. Una maleducazione imperante che non vuol dire dare ragione all’altro quando si è di altro avviso ma di fare querelle e non querele. La civiltà è tale non se tutto è una regola giuridica, ma se poco è dentro quelle regole e l’altro è “educazione”, è “fare gli uomini” e non i quaquaraqua per dirla alla Leonardo Sciascia.
Sono cresciuto in stretti vicoli di montagna dove di ragazzini eravamo tanti, il conflitto era altrettanto vivace ma l’infame era quello che faceva la spia (non era manco figlio di Maria) e chi andava a piangere da mamma e papà. Siamo diventati uomini perchè abbiamo fatto gli uomini.
Amo le querelle, non ho considerazioni di chi fa le querele anche se è della mia parte, anzi a maggior ragione se si usa contro i miei avversari.
Ma queste cose non  le avrei volute neanche scrivere, è educazione.
Naturalmente se fossi stato consigliere comunale non leghista a Latina avrei, in consiglio comunale, chiesto al sindaco di far ritirare la querela che è querela non ai leghisti ma alla rappresentanza. Subito dopo avrei fatto una grande querelle sul purché hanno fatto i “nottambuli” i consiglieri.
E questo vale sempre:
“chi fa la spia non è figlio di Maria non è figlio di Gesù e quando muore va laggiù..va laggiù da quell’ometto che si chiama diavoletto!”