Festival Pontino, Lucchesini, tra leggenda e natura, il concerto a Ninfa

Festival Pontino, Lucchesini, tra leggenda e natura, il concerto a Ninfa

20 Luglio 2020 0 Di Luca Cianfoni

Il secondo concerto del Festival Pontino di Musica 2020nline, si è svolto all’interno del Giardino di Ninfa, con il pianista Andrea Lucchesini che ha suonato il pianoforte Bechstein, regalato da Liszt a Roffredo Caetani.

Il concerto tra leggenda e natura

Un connubio perfetto quello del concerto di ieri sera di Andrea Lucchesini a Ninfa. Nell’introduzione del maestro al concerto le cicale del giardino medievale accompagnavano la spiegazione del concertista, che si appressava a suonare un programma musicale di prim’ordine, su un pianoforte molto particolare. Quello custodito al Giardino di Ninfa infatti, è esattamente il pianoforte regalato da Franz Liszt a Roffredo Caetani, nel giorno del suo battesimo. Il famoso compositore ungherese, grande frequentatore della famiglia Caetani infatti, fu scelto come padrino per il piccolo Roffredo, che seguì le sue orme di compositore e musicista. Il pianoforte è costantemente oggetto di manutenzione con le più sofisticate avanguardie tecnologiche, come spiega nell’introduzione al concerto Mauro Bucciti. Il programma del concerto è da far impallidire anche al più profano della musica classica; 4 Improvvisi D 899, di Franz Schubert, la Sonata in do diesis minore op. 27 n. 2 “Al chiaro di luna”, di Ludwig van Beethoven, infine lo Scherzo n. 2 in si bemolle minore op. 31, di Fryderyk Chopin. Tre giganti della musica, tre giganti del romanticismo, suonati su un pianoforte su cui aleggia potente la presenza di Franz Liszt.

I 4 Improvvisi di Schubert

Il primo improvviso schubertiano è un brano che con pochi colpi di pennellate e un singolo tema pianistico corre ad esplorare le varie possibilità pianistico-espressive. Questa musica è una danza che passa dal modo maggiore al modo minore, mettendo in evidenza come con poche note Schubert, con il suo estro compositivo, riuscisse a dare forma a un universo intero. Il secondo improvviso è un’esplosione di virtuosismo e di magistrale tecnica pianistica, soprattutto per la mano destra impegnata continuamente in un arpeggio forsennato. Dolce e più calmo è il terzo improvviso che sembra evocare, aiutata dalle immagini le acque chiare e trasparenti che scorrono all’interno di Ninfa. La parte schubertiana del concerto si chiude con l’ultimo improvviso, che forse riassume le caratteristiche e la grandezza di questo compositore: la capacità di riassumere emozioni come serenità, malinconia, forza e tensione del mondo, all’interno delle note con una fantastica e sempre cantabile melodia che non stanca mai; sostanzialmente lo Schubert dei liedern.

L’epica Al chiaro di luna di Beethoven

Le note dell’adagio sostenuto de Al chiaro di luna di Beethoven, contemporaneo di Schubert, sono inconfondibili e nonostante dalla finestra alle spalle di Lucchesini, filtri ancora la luce del crepuscolo, sembra di vivere l’ambiente notturno evocato dalle note beethoveniane. Il suono caldo del pianoforte suonato dal concertista insieme alla sua chiarezza nel tocco e pulizia nell’esecuzione, rendono questo brano impeccabile.
L’allegretto seguente sembra un gran risveglio di primavera che conduce al furioso presto agitato finale di questa famosa opera beethoveniana. Lucchesini dipinge alla perfezione questo finale con delle dinamiche perfette che riportano a pieno la carica del brano beethoveniano.

Lo Scherzo di Chopin per il finale

In conclusione il celebre Scherzo n. 2 in si bemolle minore, di Chopin, un dialogo, un confronto tra l’apollineo e il dionisiaco della musica, con queste due voci contrastanti che duellano, si alternano, che sembrano prevaricarsi l’una con l’altra, ma che al termine si congiungono e trovano una sintesi nella sapiente scrittura di Chopin, nelle dinamiche e nelle melodie elegantemente eseguite da Lucchesini. La parte centrale è come una pausa da questo combattersi uno specchiarsi nell’altro, nell’acqua limpida che scorre appena fuori la stanza da cui provengono le note del pianista. Chopin nella sua apparente semplicità per chi ascolta sottopone il concertista a un grande sforzo sotto il profilo tecnico-esecutivo e virtuosistico. La mancanza del pubblico si sente come sottolinea il pianista, ma più di tutti l’abbiamo sentita noi per non aver avuto la possibilità di chiedere il bis.
Qui il concerto integrale: