I ragazzi della Rossi sud, Latina matrigna che era nata madre: tranquilli non morirete di covid, lo siete già di tristezza
31 Luglio 2020A quelli di Latina dico una cosa segretissima: i ragazzi arrivati alla Rossi sud sono umani come noi, e il covid qui già c’è, non l’hanno portato loro.
Il covid non becca gli immigrati ma gli umani, senza eccezione.
Segnalo che a Lampedusa ci sono 6000 residenti e oltre 1500 ragazzi sbarcati dai gommoni, a Latina siamo 120 mila e ci stiamo a fa regge per 52 ragazzi. Definirci ridicoli è poco.
Ho postato questo pensiero, che ribadisco, sulla mia pagina di Fb. Apriti cielo, anche se in tanti mi hanno sostenuto. Giù di luoghi comuni sull’untore, sul salvarsi dal male che sta sempre nello straniero. Sommessamente ricordo a me stesso che il Covid in Italia lo ha portato un pulitissimo e arianissimo tedesco. Ribadendo che il virus ama l’umanità e non controlla i passaporti.
Una città di 120 mila abitanti che ha terrore di 50 ragazzi neanche maggiorenni, una città dove “siete” tutti immigrati. Tutto “sfollati” da qualche altro posto (noi lepini siamo, ahimè, una piccola minoranza), e ad ondate successive siete venuti qui, nessuno, dico nessuno ha chiesto a voi conto ma abbiamo lavorato insieme. Mio padre addirittura di una cispadana si è innamorato e sono nato io, si è innamorato anche di lei nonno Lillo la Iattuccia (mio nonno) che diede la terra per far casa a lei e non a papà.
Poi sono arrivati gli italiani d’Istria e anche loro accolti, quelli di Libia e Tunisia ed abbiamo aggiunto, poi i ragazzi della Nato e non abbiamo sottratto. Poi, c’era lavoro e sono venuti in tanti da Napoli e da Roma, e abbiamo aggiunto. Dall’est Europa giungevano in tanti e senza speranza e siamo andati avanti, mettendo dentro anche loro. Generosi del niente che avevamo. Oggi non li vediamo quando gongoliamo del sapore made in Italy fatto in cucina da un egiziano, e i piatti alla fine sono lavati da un indiano. I cocomeri e le carote di cui ci facciamo vanto non sono toccati mai da mano “italiana”, e pure le bufale della mozzarella che non nasce già mozzarella, ma la bufala non ha mai sentito parlare nella lingua di Dante ma conosce l’indi.
Poi da ragazzo, avevo l’età dei ragazzi che sono passati alla Rossi sud, avevo la cifosi ed era la disperazione di mia madre. Lei non si faceva capace, doveva curarmi. Lesse sul giornale di un luminare romano che aveva curato della mia stessa malattia Isabella Rossellini, che aveva ed ha la mia età. Mise da parte tanti soldi, lira a lira. Prese appuntamento e chiese visita. L’appuntamento era di questi tempi a Roma. Partimmo di ora buona, per non far tardi, arrivammo con tre ore di anticipo e girammo per Roma. Arrivammo alla visita poveri che già lo eravamo, accaldati che lo siamo diventai.
Il luminare ci ricevette con una faccia che ci schifava alla vista, avevamo pagato in anticipo e fino all’ultimo (i soldi non li schifò) . Fece la sua diagnosi con superficialità aggiungendo rivolto a mia madre: “ma mica si sarà messa in testa di farlo curare da me, lei non se lo può permettere”. Ho visto la faccia di mia madre umiliata, disperata, violentata. Ho giurato a me stesso per la mia gente che gli ipocriti, gli imbecilli non mi avrebbero mai più umiliato, e con me tutta la povera gente che non ha colore ma il medesimo dolore, non ha nazionalità, ma la medesima fame. Ieri nei commenti che leggevo pensavo alle mamme di quei ragazzi e chi li faceva mi ha fatto schifo. Se una donna quando parla dei ragazzi non è madre… E Fabrizio De Andre in una Ave Maria bellissima, lo dice in versi superbi.
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore
povero o ricco, umile o Messia.
nella stagione che stagioni non sente.
Da che parte sto? Con gli ultimi, sono socialista. Come sto? Bene perchè rispetto il dolore degli altri e questo conforta il mio e saluto tutti non sentendomi superiore a nessuno ma neanche secondo ad alcuno. Tranquilli non morirete di covid siete già morti di umanità.
Dice… sei buonista (ma da quando in qua essere buono è un difetto e virtù essere cattivo, cattivista?), vi smentisco sono cattivissimo con i cattivi come quel medico che ieri è rivenuto a trovarmi attraverso voi e la Latina che avete rappresentato mi ha fatto schifo.
Ps: ho illustrato questo articolo con la pietà di Michelangelo, quella donna che piange il figlio è madre, come quei ragazzi hanno madri e il loro dolore non è da meno Come avrebbe detto Za Pippa, mia nonna “I figli su delle madri e nu semno madri e su tuchi figli nostri”.