Latina scalo: gli iconoclasti vogliono togliere i camion per uccidere la città

Latina scalo: gli iconoclasti vogliono togliere i camion per uccidere la città

5 Agosto 2020 0 Di Lidano Grassucci

PREMESSA

Qualcuno dietro una incredibile furia iconoclasta vorrebbe compiere il delitto perfetto per uccidere Latina scalo: chiudere al traffico piazza San Giuseppe. Togliere il movimento nella città mobile.

COSA E’ LATINA SCALO

 

Latina scalo è nata per “trasportare”: una stazione di ferrovia, di una “direttissima” tra Roma e Napoli.

La velocità prima di ogni cristiano qui in questo posto, poi… poi un aeroporto per volare.

Sì,  imparano prima a volare, prima a correre, che a parlare. E lo zucchero con i camion che andavano e venivano: arrivavano pieni di barbabietole andavano via pieni di zucchero. Una città dolcissima, e poco più in là c’era chi faceva la pasta.

E nessuno, qui, sapeva cantare, parlare, ma tutti erano bravi a correre, a volare ed erano dolci.

Qui è terra di ferrovieri, avieri, camionisti e… la fettuccia di Terracina la imboccavi già appena fuori Cisterna e subito eri al mare a via Epitaffio solo un sussulto. Veloci, questa è terra di passo

Latina scalo non  è un giardino è movimento. E’ trasporto, è veloce è intermodale chiusa tra una direttissima di treno e una strada diritta da Roma all’oriente, mica scherzo, in mezzo un aeroporto.

La piazza era per la strada, non la fine di una strada. Si chiama via delle industrie,  la mattina presto, quando è buio, un popolo di ferrovieri, avieri, soldati, operai e camionisti, camionisti che non riuscivi a contarli mischiati a contadini che andavano a fare affari, si vedeva qui veloce perchè c’era da lavorare.

Ora qualcuno nel delirio iconoclasta di questi tempi bui dove abbattono le statue di Cristoforo Colombo vuole togliere i camion da Latina scalo, poi toglieranno gli aerei, poi i treni, poi l’Appia (troppo diritta) e quando sarà tutto tolto non ci sarà, semplicemente, Latina scalo.

Se io se fossi sindaco, consigliere o senatore, farei si un monumento a piazza san Giuseppe, un monumento al camion… al suo rumore che svegliava la città del lavoro alle 5 del mattino e già l’aria sapeva di caffè che lo zucchero lo pigliavi poco più in la, ed i ragazzi sognavano di volare sentendo i pistoni dei Macchi prima delle campane volare sulle loro teste.

Qui non sono di troppo i camion,  ci sono prima e prima di loro i treni e gli aerei, sono i cristiani di troppo.