Mauro Zazzarini & Latina Philarmonia Orchestra, due mondi che si uniscono

Mauro Zazzarini & Latina Philarmonia Orchestra, due mondi che si uniscono

7 Agosto 2020 0 Di Luca Cianfoni

Ieri ancora al Circolo Cittadino di Latina Sante Palumbo, la grande musica è andata in scena questa volta grazie al Latina Jazz Club “Luciano Marinelli”, che ha accolto sul palco Mauro Zazzarini e i Latina Philarmonia Orchestra per un tributo a Charlie Parker.

Charlie Parker with Strings, l’omaggio

Qualche nuvola in cielo c’è, il clima non è dei migliori per una serata di inizio agosto, c’è da dirlo. La stagione del Latina Jazz Club si era fermata il 21 febbraio, proprio con Mauro Zazzarini e nel segno del sassofonista riprende una stagione “sospesa, ma mai interrotta”, come tendono a sottolineare il direttore artistico Elio Tatti e il presidente del Latina Jazz Club Piergiorgio Marinelli. Alla serata di ieri è presente anche il sindaco che assiste alla grande musica portata al centro dall’associazione di Latina. Il concerto è di quelli straordinari nel valore della musica, le musiche suonate da Zazzarini e la Latina Philarmonia Orchestra sono quelle delle partiture originali di Charlie Parker. Il concerto è originale e unico anche perché unisce due spiriti della musica che da sempre si dicono contrastanti: il classico e quello jazz. Una grande scommessa quella di Charlie Parker negli anni 50, una grande scommessa quella di Zazzarini oggi riportarla sul palco: “è una musica – dice il sassofonista – che allora come oggi suona moderna e che fra cento, duecento anni, suonerà ancora moderna”.

La pioggia prova a scoraggiare il pubblico

Non appena terminate tutte le presentazioni di rito, le nuvole sopra l’arena del Circolo Cittadino,sembrano rovinare la festa della ripresa della stagione del Latina Jazz Club. Gocce fine ma incessanti, da pioggia londinese, il pianoforte del maestro Erasmo Bencivenga inizia, coperto dai gazebo, insieme al contrabbasso di Elio Tatti e alla batteria di Giampaolo Ascolese; le note e i colpi di percussione volano e cercano di interrompere la pioggia; alcuni spettatori si riparano nella sala interna del circolo, aspettano, poi ritornano, i più temerari rimangono a sfidare il maltempo.
E così inizia il concerto: “Charlie Parker fu l’ispiratore della beat generation, questi scrittori cercavano di imitare le sue note per cercare di innovare la loro scrittura e ci sono riusciti. La cosa particolare di questo progetto è che al centro dell’orchestra c’è il sax”. Everything happens to me è il primo brano in scaletta e subito si dimentica la pioggia per un’atmosfera sognante in cui i mondi, all’apparenza lontani di jazz e classica si uniscono, in cui sonorità sassofonistiche e orchestrali si sposano alla perfezione, come mai ci si sarebbe aspettati. A non farci dimenticare che Charlie Parker fu il fondatore del bebop arriva subito Repetition, con il suo ritmo incalzante, a sfiorare i tempi di samba e bossa nova; il tono caldo del sax enuncia il tema, poi ripetuto dall’orchestra, molto pronta ai vari salto e cambi di tempo. La scaletta continua con They can’t take that away from me, di un altro mito della musica del Novecento, George Gershwin, in cui a distinguersi è il walking di contrabbasso di Elio Tatti, e solo di piano delicatissimo. Il sax di Mauro Zazzarini è incantevole, quando rientra in campo la sua forza e prorompenza ma allo stesso tempo la sua dolcezza, ti scuotono dentro, creando un effetto contrastante misterioso.

Il cielo è sgombro, la musica può andare

E sembra di essere nei palcoscenici di Broadway o di entrare in un film di Woody Allen, quando l’ensemble di ieri sera esegue I’m in the mood for love, seguita da What is this called love di Cole Porter, che scalda l’atmosfera. Qui l’orchestra dialoga molto con il sax, ma la vera parte da leone spetta a Zazzarini, che lancia una pioggia di note, che ora il pubblico accoglie benissimo, sorretto dal contrabbasso di Elio Tatti, che da anima a tutto il brano. La musica di Laura, di David Raksin, colonna sonora anche di un film omonimo negli anni ’40, è un’onda sinuosa che scorre tra le sedie distanziate del pubblico e le unisce in un unico insieme sonoro. Pubblico numerosissimo, che occupa tutta l’arena del Circolo Cittadino e che accompagna il blues che porta all’intervallo con molto trasporto e passione.
You’d Be So Easy to Love e si torna in scena con un intro misterioso e il sax che entrando porta con sé tutta quella sua allegria malinconica del jazz; duetta con l’oboe, sulla fantastica struttura ritmica del contrabbasso e della batteria. Il lavoro di sostegno e di corpo degli archi è incessante e anche con i pizzicati, riescono a dare sostanza alle note di Charlie Parker. Con Just Friends di Charlie Parker si prende coscienza che chiamare questi brani solo “canzoni” è altamente riduttivo; bisognerebbe invece cominciare a chiamare questi pezzi composizioni, equiparandole alle opere della musica classica e non avere paura, perché ne hanno tutta la dignità musicale e rappresentano un periodo storico ben definito in cui il jazz poteva esser benissimo percepito come avanguardia musicale. La serata si avvia verso il finale con la composizione di sapore hollywodiano East of the sun e il grande classico di George Gershwin, reinterpretato da molti cantanti Summertime. Il finale è un fulmine di velocità, il brano Rocker, di Gerry Mulligan, riporta agli inizi degli anni 50, i tempi dell’orchestra sono perfetti, e la band si lascia andare sulle improvvisazioni che sono lo spirito del jazz.

Un concerto dunque difficilmente replicabile, che ha portato alla ribalta l’unione di due mondi, l’unione di due concezioni di musica, sulla carta così diverse ma nella pratica e nelle sonorità così complementari da stupire tutto il numerosissimo pubblico accorso ieri sera per ascoltare le note di Mauro Zazzarini e della Latina Philarmonia Orchestra.

Latina Philarmonia Orchestra

Direttore d’orchestra: Francesco Belli

Erasmo Bencivenga – pianoforte
Giampaolo Ascolese – batteria
Elio Tatti – contrabbasso
Paolo Di Cioccio – oboe
Daniele Iacomini – corno
Valeria Scognamiglio, Fabio Ceccacci, Maurizio Cassandra, Roberta D’Aprano – violino
Lucia Bova – arpa
Cristiana Caccavale – viola
Ernesto Tretola – violoncello