Referendum/Vanzini: “a noi a cui non piace tagliare ma cucire il futuro”

Referendum/Vanzini: “a noi a cui non piace tagliare ma cucire il futuro”

20 Agosto 2020 0 Di Fatto a Latina

Il 20 settembre (giorno fausto per i liberi perchè è l’anniversario della liberazione di Roma dai preti, il giorno in cui Roma uscì dal medioevo e divenne, finalmente città europea) voteremo sul referendum confermativo sul taglio della rappresentanza parlamentare. Praticamente Luigi Di Maio che vendeva bibite al San Paolo e Grillo che faceva ridere di come che Benedetto Croce, Terracini, Nenni, Calamandrei hanno sbagliato a contare il rapporto tra rappresentati e rappresentanti e ora “ci mettono una pezzo”. Come se io potessi dire a Fermi che sul reattore nucleare non ci ha capito nulla. Noi con abbiamo dubbi sui compagni di viaggio… Siamo per il “No”, naturalmente ospiteremo (non condividendole le ragioni, che non vediamo, del Sì). Il primo contributo è di Stefano Vanzini, un ragazzo a cui piace far politica a sinistra, il che non è bello per la parte scelta, ma certo per la passione abbracciata. Giovani che hanno da dire se non fosse per i tromboni vecchi che non sanno sentire. Anche io sono della risma della tromba e lascio la parola a lui, alle sue tesi. (L.G.)

L’INTERVENTO

La costituzione cambia e a nessuno sembra importare. Il 20 settembre è sempre più vicino, ma di un dibattito pubblico sul tema non c’è traccia. Il parlamento la casa delle idee degli italiani viene tagliato di un terzo dei suoi membri. Le problematiche derivanti da questo taglio irrazionale sono innumerevole. La decisione di abbandonare definitivamente un giusto rapporto tra numero degli elettori e numero dei rappresentanti. Provincie che perderanno la loro voce. La creazione di cittadini, in alcune regioni, di seria A e in altre, come la nostra, di serie B. La formazione di un senato con numerose criticità, in primo piano la presenza di mini commissioni. Le tanto decantate promesse di riequilibrio sembrano se non inesistenti del tutto irrisorie. Chi vuole questo taglio addice motivazioni fantasiose; in primis un risparmio considerevole per le casse dello stato, ma se questo fosse il vero motivo perché tagliare 1/3 e non metà o ancora di più dei parlamentari, e poi quale è stato il criterio sulla riduzione? Ancora oggi non è dato saperlo. La verità è che il risparmio sarà ridicolo: lo 0,007% della spesa nazionale, molto meno di quello che i fautori della riforma predicano. Questa rimane una riforma figlia dell’antipolitica, l’ ultima bandiera di un vento che soffia in Italia da ormai 30 anni, il numero dei parlamentari non è un tabù su cui non discutere, ma da inserire in un ragionamento complessivo su una riforma dell’assetto istituzionale. Il nome del comitato deriva anche da questo: MA ANCHE NO. Non un no perentorio, ma la voglia di ricominciare a parlare delle nostre isituzioni su un piano costruttivo per evolverle in simultaneità con il cambiamento dellla società.  Il  30 agosto (alle 19) a Latina in via Sezze 25 (presso l’evergreen) presentiamo il comitato per il no. Sarà dura, ma alcune battaglie si combattono perché giuste, per quanto possano apparire impopolari. Con questo spirito rivolgiamo un invito a cittadini, associazioni e partiti politici nella speranza che questa battaglia possa diventare una battaglia di tutti.

Stefano Vanzini per MA ANCHE NO (Comitato per il no-Latina)