Il mio abbraccio a Quirino Briganti per Lisa

Il mio abbraccio a Quirino Briganti per Lisa

28 Agosto 2020 0 Di Lidano Grassucci

Ci sono cose che non dovremmo, non dovrei scrivere. Poi ci pensi, ci ripensi. Lavoro infame, infame questo lavoro che è bellissimo se devi dire degli angeli, però. Sono amico di Quirino Briganti, lui lepino dell’altra parte del Semprevisa, della città dei nevaroli, di Carpineto.  Lui ama la sua città , come pochi, ama i Lepini che conosce come pochi. Ci siamo incontrati pochi giorni fa, io lui e l’amico Sergio sulla spiaggia tra Capoportiere e Rio Martino.

Abbiamo parlato, parlato, da uomini fatti, di quei monti tutti da scoprire. E fin qui mi viene facile scrivere, ma poi? Poi dovrei scrivere una cosa che non avrei mai neanche osato, voluto, potuto immaginare. Bestemmio questo lavoro infame.

Mi arriva un messaggio, lo leggo mi dice che una ragazza di 16 anni è morta, è Lisa la figlia di Quirino, per un malore.

Una ragazza di 16 anni, chissà su che fiori avrebbe messo mano.

Chissà cosa avrebbero potuto vedere i suoi occhi.

Chissà la felicità di Quirino, della madre a vederla felice come lo sanno essere i nostri figli che da queste montagne vanno al mondo e tornano feriti, sporchi, ma uomini e donne. E se non tornano… e se se ne vanno… è il ciclo stesso del vivere che muore.

Un miracolo, quello di vederli tornare, che non è toccato in sorte al mio amico, compagno, Quirino.

Vedete scrivo di mancanze con la presenza, per capire il dolore di un figlio abbiamo l’amore che hanno dato a noi quando eravamo noi bimbi “mammocci” e “mammocce”.

Con Quirino e Sergio abbiamo parlato di orsi, di boschi infiniti, di vette, oggi lo stringerei anche se non serve, non serve. Ora siamo impotenti, dietro ciascuno di noi, nessuno escluso, si celano dolori incredibili. Ma il più incredibile, quello che non accetteremo mai, è vivere di più quelli a cui abbiamo donato di vivere.

Vedete non sono capace, sento la rabbia e il dolore dentro. La vita chiede sacrifici inumani, non siamo fatti per rassegnarci.  A 16 anni sei del mondo, non del buio.

Mia nonna mi insegnò l’esistenza degli angeli. Non lo sapevo, ma mi ha donato allora e per sempre una misericordia, che ora non capisco.