Se Latina avesse il Festival sarebbe una piccola Camogli

Se Latina avesse il Festival sarebbe una piccola Camogli

16 Settembre 2020 0 Di Maria Corsetti

Su Rai News 24 scorre l’immagine di Fiorello al Festival della Comunicazione di Camogli. In riviera ligure sono giorni di caldo senza tregua, la mattina ancora si respira, il pomeriggio sembra di stare su una pietra ollare. Si sopravvive solo sulla battigia, con almeno le gambe immerse nell’acqua. Sono ore roventi eppure la passeggiata di Camogli non si ferma, si va da una tenda all’altra dove sono allestite le conferenze. È metà settembre per il calendario, Ferragosto per il meteo. E tutto questo va fatto quadrare con l’allarme Covid. Si può fare e non serve la flemma inglese, è perfetto il controllo ligure.

Un concentrato di personaggi e di eventi, di parole piene. Qui trovi il significato, una risposta alla domanda di cosa sia la nostra società.

Tra distanziamento, mascherine e amuchina – i liguri sono rigorosi e anche piuttosto ruvidi con chi, magari distratto, trascura uno dei tre principi base di questi tempi – i bar sono la cosa più simile al concetto di “affollati” che si può avere in epoca Covid. È bello conversare e sentire arrivare, dagli altri tavoli, discorsi che si possono condividere. Dalla corsa sul web, in realtà un conto alla rovescia per alcuni nomi gettonatissimi, che hanno esaurito la disponibilità in pochi minuti, ai commenti su quanto si è detto, all’aspettativa su quanto si dirà.

I numeri sono impressionanti, talmente tanto impressionanti che anche se si sgonfiassero un po’, impressionerebbero lo stesso.

25mila presenze fisiche sono un’enormità, ma quelle online fanno saltare il banco: per gli eventi  su festivalcomunicazione.it si sono avute 227mila visualizzazioni, 77mila visite uniche. Non fa eccezione la partecipazione sui social: Facebook ha registrato 166mila visualizzazioni dei post e 50mila dei video, Instagram riporta 16mila persone raggiunte e 69mila impressions, quanto al canale YouTube, attivo tutto l’anno, conta oltre 8.400 iscritti ed è in continua crescita (+60% nell’ultimo anno).

E tutto questo non arriva da troppo lontano, arriva da un’idea del 2013, se vogliamo neanche troppo originale, eppure dalla riuscita strepitosa perché un’idea non basta averle, bisogna anche starci dietro con incoscienza che se ci pensi un attimo ti giri dall’altra parte e fai finta di non averla mai avuta.

 

Che c’entra Camogli con un giornale che si chiama Fatto a Latina. C’entra anche solo perché tratta di comunicazione.

Ma c’entra perché fa riflettere sul come in un piccolo borgo di pescatori– senza dubbio bellissimo, personalmente lo preferisco a Portofino – si riescano a concentrare grandi nomi e grande pubblico. Con una grande spesa coperta da grandi sponsor. Con una grande organizzazione che riesce a far scivolare tutta questa gente in piena sicurezza.

Non posso che guardare Latina. Evito di scomodare le dune di Sabaudia, più chiare e più vip di quelle del capoluogo, ma guardo proprio al Lungomare di Latina. Non alla parte del Parco del Circeo, ma proprio all’ammasso di seconde case che si snoda tra Capoportiere e Foce Verde. In quella striscia di terra dove prima un’amministrazione e poi un’altra, naturalmente per caso, senza alcuna intenzione di fare una cosa sensata, alla fine sono riuscite a tirare fuori una passeggiata di chilometri che, leviamoci pure questo sasso dalla scarpa, Sabaudia non ha.

Grazie al Covid, sì, grazie al Covid, quest’anno i locali hanno i tavoli all’aperto e grazie al lockdown, sì, grazie al lockdown, quel lungomare deriso da tutti ora trabocca di gente e di vita.

Che c’entra con il Festival della Comunicazione di Camogli. Pochissimo se non che qui le possibilità ci sarebbero tutte. Se non fosse che in piccolo, ma con nomi altrettanto eccellenti c’è stato negli anni scorsi un festival, Come il vento nel mare, che ha saputo incantare quei pochi attenti (per fortuna pochi perché comunque non ci si sarebbe entrati in molti) a cogliere l’attimo in cui sotto casa, gratuitamente (come a Camogli) puoi passare una serata di emozione e cultura.

Non voglio ricordare né il Festival di Villa Fogliano, né tutto quello che a cura di privati supportati solo dalle loro forze e dal loro estro è stato proposto da queste parti.

L’interesse delle amministrazioni? Tutte intendo: che bravi, continuate pure, però fate attenzione che sia tutto in regola, che ci siano tutte le autorizzazioni, comunicate mesi e mesi prima i giorni che intendete proporre l’evento, controllate se ci sono obiezioni da parte dei Vigili del Fuoco. A proposito, ci farebbero comodo un paio, meglio cinque biglietti omaggio. È gratis? Va bene allora ci riservate un paio, meglio cinque, posti. Queste ultime due frasi qualcuno non le ha dette.

Che faccio l’anno prossimo? Aspetto le offerte di Trenitalia e mi compro un biglietto del treno per Camogli. Una volta raggiunta la stazione di Latina è un attimo arrivare in Liguria.

 

Nella foto: la conferenza a cura di Alessandro Barbero al Festival della Comunicazione di Camogli 2020