Il Parnaso può attendere – In sei mesi il primo step per la realizzazione della Casa della Musica

Il Parnaso può attendere – In sei mesi il primo step per la realizzazione della Casa della Musica

4 Ottobre 2020 0 Di Maria Corsetti

Nell’epoca a distanza tra mondo reale che brilla di un’assurdità tutta sua e quello virtuale che fatica a stargli dietro, un tertium non solo è datur, ma li batte tutti. Specie a Latina dove la voglia di parlare delle proprie idee è superiore che in qualsiasi altra parte del pianeta.

 

Parlare. Fare è cosa diversa e c’è chi si arrischia in questo campo spendendo ottimi anni e vigore della sua vita a trovare la strada per una realizzazione che un giorno è cosa fatta, il giorno dopo è svanita nel nulla.

Insegno da nove anni, fino al 2010 ho lavorato in un gruppo editoriale. In questa mia vita precedente ho conosciuto Claudio Paradiso e il suo progetto della Casa della Musica. Erano gli anni precedenti alla crisi economica mondiale e tutto sembrava possibile, specie se raccontato a tavola con un buon bicchiere di vino in mano. Ora che ci penso non ho mai visto Claudio Paradiso in uno di questi banchetti, l’ho sempre solo visto con qualche rotolo sotto il braccio per spiegare meglio la sua idea.

I lustri sono passati e l’idea è cresciuta, nel senso che nel frattempo Claudio Paradiso ha mandato avanti le sue idee.

La prima è quella del Dizionario della Musica in Italia, detto così sembra solo un grosso vocabolario impolverato, in realtà è un lavoro certosino che coinvolge professionisti e mezzi, http://www.dmi.it, visitare per credere.

 La seconda idea, e qui inizia l’avventura, è La Casa della Musica. Un luogo intitolato a un’arte per la quale Latina sembra avere una certa vocazione, un luogo tutto sommato funzionale anche alle altre arti. Dove? Ma nell’ex Consorzio Agrario: grandissimo, nel centro della città, adiacente al Teatro, perfetto.

Un bel progetto, i giornalisti si entusiasmano, i musicisti anche. E arriva un architetto da Parigi perché il sindaco di allora voleva farci qualcosa.

Per un periodo il capannone si fregia dell’insegna Latina Expo (mi pare così).

Quindi, in un inverno particolarmente rigido e con l’amministrazione del momento in vena di welfare, diventa dormitorio per i senzatetto. I soffitti alti garantiscono una buona areazione, all’esterno vengono montati i bagni e le docce. Attualmente si può dire che la destinazione d’uso goda di una certa stabilità poiché il capannone centrale da anni ospita il mercato annonario i cui locali dedicati sono chiusi da altrettanti anni.

Intanto al Politecnico di Milano,  lo studente cinese Enmin Zhang presenta una tesi su “Converting the former Farmers’ Cooperative into the House of Music”.

 

Ma a guardare bene, ad osservare con attenzione, c’è nell’aria, o meglio nell’area qualcosa di più.

Tutto il capannone laterale, al quale si accede tramite un minuscolo vialetto. Un capannone bellissimo, strutturato su due piani. È qui che negli anni Claudio Paradiso ha portato oggetti, foto, collezioni. Personali prima e poi la voce si è sparsa. Arrivano donazioni, donazioni importanti. Una specie di museo, una specie di archivio, bello comunque, interessante.

Ogni tanto un articolo di giornale annuncia l’arrivo di un finanziamento europeo. Non è impossibile accedere a un fondo europeo, se c’è un’idea e si sa rispondere correttamente a un bando. Una volta risposto bisogna lavorarci su e qui la cosa si incaglia. Serve che qualcuno se ne innamori altrettanto, che qualcun altro ci lavori come se fosse una cosa propria.

Claudio Paradiso ci crede ancora, la Casa della Musica si deve fare, organizza una conferenza stampa allargata. Accanto a lui ci sono il presidente dell’UCID di Latina, Francesco Berardi, e il presidente del Lions Club Latina Host Lions Latina Host, Gianni Borsa. Un ingegnere e un architetto che nel mondo dei social confidano nei club di servizio e si mettono a servizio. In mezzo a tutto questo il sindaco di Latina, Damiano Coletta, che deve farsi carico di tutte le colpe del mondo. Perché per ogni virgola sbagliata c’è un ricorso al Tar in agguato. Sei mesi di tempo, questo il tempo che si danno, che completare il primo step verso la realizzazione di questo tempio dell’arte.

Si sentono già le note risuonare nella Casa della Musica quando il sindaco rilancia e spiega che l’acquisto dei locali della Banca d’Italia da parte del Comune ha la sua ragion d’essere nel caveaux, conditio sine qua non per allestire mostre d’arte importanti.

A completare il Parnaso ci pensa Roberto Cecere che spiega di aver intavolato le trattative con l’Università Roma Tre per portare il Dams a Latina. Il sindaco lo sa e annuisce.

 

Una volta fuori si fanno i capannelli. C’è chi dice che in realtà alla Banca d’Italia ci andrà il Conservatorio. I soliti scettici vedono l’ampliamento del mercato annonario con banchi ristorazione annessi, come si fa all’estero. E alla Banca d’Italia un grande centro commerciale. Quanto ai vecchi locali del mercato annonario meglio fare qualcosa per le scuole che se ne cadono a pezzi e l’emergenza Covid chiede sempre nuovi spazi. L’università? Intanto La Sapienza ha messo Chimica e Tecnologie Farmaceutiche che in tempi Covid eccome se serve.

 

Serio e calmo come suo solito Claudio Paradiso rimette a posto il materiale usato per la conferenza stampa. Tenace è tenace e accanto ha persone serie.

Paradiso sa attendere.

 

Nella foto di copertina. Da sinisitra: Claudio Paradiso, Damiano Coletta, Francesco Berardi, Gianni Borsa