Emilio Ciarlo: una alleanza locale per Agenda Latina 2032 per lo sviluppo sostenibile

Emilio Ciarlo: una alleanza locale per Agenda Latina 2032 per lo sviluppo sostenibile

31 Ottobre 2020 0 Di Fatto a Latina

Di Emilio Ciarlo

 

La nostra città nel 2032 dovrà essere a emissioni zero, garantire a tutti l’accesso ad un alloggio e a servizi di base adeguati, migliorare del 40% il reddito della popolazione più povera, riciclare il 70 % dei propri rifiuti, ridurre l’inquinamento di aria e acqua, aumentare l’uso di internet e le capacità digitali delle persone e le infrastrutture dedicate.

Sogni? Per la verità è più o meno la traduzione a livello cittadino di quegli gli obiettivi di sviluppo sostenibile che, fissati per tutti gli Stati, siamo impegnati a raggiungere entro il 2030. Stati, città, contee, imprese, scuole, cittadini. Ognuno dovrebbe fissarsi il proprio obiettivo e organizzarsi per raggiungerlo.

Quello che vorrei proporre è una “Agenda Latina 2032”con tre avvertenze.

La prima: si tratta di un Agenda per produrre valore e ricchezza, inclusiva e sostenibile, ma niente a che fare con “decrescite felici” o idealismi bucolici. La seconda: la cosa è seria e occorre raccogliere i dati di base, fissare gli obiettivi da raggiungere, misurare con oggettività periodicamente i progressi, farne dei rapporti pubblici. Divertente, utile ma vuol dire lavoro. Non parole. La terza: per controllare come vanno le cose e proporre politiche e azioni che indirizzino verso i goal occorre una coalizione di associazioni, imprese, scuole, singoli, un’Alleanza per lo Sviluppo sostenibile (Asvis) simile a quella guidata, a livello nazionale, da Enrico Giovannini.

Ne stanno nascendo in diversi comuni e province e non sarebbe male costituirla anche da noi.

Il “territorio strategico di Latina” – un’area più ampia del semplice Comune che va da Sermoneta a Pontinia, fino a Sabaudia e al Circeo – ha alcune vocazioni da valorizzare (agricoltura, turismo sostenibile), comparti da far dialogare innovandoli (cibo e salute con la nutroceutica ad esempio) e il tema della “transizione ecologica” del polo farmaceutico: un area di grande impatto produttivo e occupazionale da trattare con attenzione. Si tratta di un polo industriale essenziale, solo in apparente contraddizione con lo “sviluppo sostenibile” e comunque troppo rilevante per illudersi di rimpiazzarlo con un’economia da terziario avanzato (turismo, cultura, sport) tutta da costruire. Occorre essere intelligenti e promuovere, magari con i soldi europei del Next generation plan, una “transizione ecologica” che aumenti il valore aggiunto per il territorio e sia coerente con lo sviluppo del resto.

Disegnare lo sviluppo di questa comunità è entusiasmante e sono sicuro troveremo tante organizzazioni, manager, volontari, uomini e donne di buone volontà pronti ed impegnarsi per costruire una nostra “Agenda 2032” per la città.