I racconti di Bassiano al tempo del virus/ Il re onesto che convinse i cittadini a farsi regnicoli

I racconti di Bassiano al tempo del virus/ Il re onesto che convinse i cittadini a farsi regnicoli

1 Novembre 2020 0 Di Lidano Grassucci

Questo racconto è un gioco se ci vedete cose altre siete malati voi nella fantasia, è la storia anche banale di chi ha tempo di raccontare, di chi sempre vede il mondo capovolto.  Ogni riferimento a persone e cose realmente accadute non è vero, perchè questo non può accadere

 

C’era la peste a Firenze e qualcuno fugge lontano dalla città e per passare il tempo comincia a raccontare, a farsi raccontare storie. Conoscete già la trama e l’opera, ma se fosse ora e da Latina fuggi a Bassiano? Sul piano si sentono le ambulanze, qui su senti il camino che scalda, le castagne che fanno compagnia e un vino, come si può. Metti degli amici e delle amiche a chiacchierare….

Le storie? Ciascuno ha di certo la sua e nessuno l’avrebbe raccontata mai se non fosse per questo tempo di malattia. La storia è di un uomo che si era fatto Re, dicendo che era meglio degli altri e i repubblicani erano tutti pavidi e magnacci. Lui solo poteva con i suoi salvare la virtù di tutte la più indecente “la casta morale”. I cittadini furono frastornati e si fecero regnicoli per avere santi come comandati e il più santo come Re. Quando andarono a chiedere pane, lui rispose solerte e organizzò non la panificazione ma la fila per la distribuzione. Il pazzo del paese, uno c’è sempre, osservò quallo che era evidente “ma non c’è pane?”.

Gli urlarono “taci deficiente”, “pazzo spretato”, “scorretto, anima venduta alla follia”. Il primo e il secondo della fila erano beati del posto conquistato. Il terzo notò “ma la fila non scorre”. Il Re lo guardo e sciogliendo la riserva del silenzio parlò: “Sia chiaro che la fila è giusta”. Poi aggiunse “sia messo a verbale che i primi due non sono di casa reale”. Ancor più serio: “ora, regolata la fila, farò un regolamento che regoli il volume delle reclamazioni”.

Fu il decimo della fila a far notare che se questo era l’affare lui, a questo dì, sarebbe morto di fame.

Il Re gonfiò il petto e disse: ma lo farai onesto e che vuoi che sia questa tua mancanza in vita quando domani troverai la “grande prateria celeste”. Tutti presero agio del vantaggio di morire ma onesti benedicendo il fato che se non fosse stato sfatato adesso li avrebbe visti vivi ma tristi.

E così passarono la prima sera, tuti vivi, mentre da basso le sirene suonavano a distesa.

 

NELLA FOTO

L’uomo che volle farsi re (The Man Who Would Be King) 1975  diretto dal regista John Huston, basato sul romanzo l’uomo che volle farsi re di Rudyard Kipling con Sean Conney e Michael Caine