Bonì, bonì bonanno che brutto sasso quiglio degl’atro anno

Bonì, bonì bonanno che brutto sasso quiglio degl’atro anno

31 Dicembre 2020 0 Di Lidano Grassucci

Da noi, sulle mie colline, i bambini di questo giorno andavano di casa in casa a offrire un sasso per auguri e ricevere doni per favorire il futuro. La filastrocca me l’ha insegnata mio padre per farsi vanto del suo ardire di andare di vicolo in vicolo di notte. Me l’ha insegnata in una lingua vecchia, forse stanca, ma che sapeva di rima e quasi di canto.

Ma l’anno scorso, lo scorso capodanno, qualche cosa deve essere andato storto se siamo qui a ricordarci della paura, ad aver perso la libertà di correre, ad aver scoperto che gli altri sono male.

Papà andava di casa in casa perchè gli altri regalando erano bene e non male, lui mi insegno la “vicinanza” sociale che la distanza era o solitudine o alterigia: entrambe malattie gravi per gli uomini sociali che siamo.

Evidentemente non abbiamo dato il giusto valore a quel sasso e non facendoci più caso non abbiamo donato l’unica cosa che la filastrocca non dice che è indifferente il regalo se è regalato con l’amore che hanno i grandi verso i bambini.

Forse, l’anno scorso, ci siamo dimenticati che il futuro è sempre bimbo e lo abbiamo trattato da vecchio e lui si è vendicato.

Ora dobbiamo porre rimedio riscoprirci sani, sani nella speranza e poi nell’idea di tornare a darci la mano, ad abbracciarci, a sentirci dentro quel bisogno di essere sani nel pensare

Bonì, bonì bonanno, teccot’i sasso di Capodanno!

Damme ‘na zippola e dàmmela bona, puzzi fa ‘na figlia signòra!

Si mi dai ‘nu bicchierino puzzi fa ‘nu figlio principino!

Si ni’ mi dai ‘na ficora secca, puzzi fa ‘na figlia senza recchia!

Ma, ma c’è sempre un rimedio

Si mi dai ‘na ciammella, puzzi fa ‘na figlia bella bella!

Diamoci tutti non i fichi secchi di una esistenza chiusa, ma una ciambella da dividere, da condividere, da usare come scusa per stare insieme.

L’anno scorso abbiamo pensato a conservare i nostri egoismi, i nostri fichi secchi, poi abbiamo scoperto la paura, la solitudine e la ciambella non ha avuto zucchero.

Ora credo che dobbiamo cambiare, ma non urlando contro, non bestemmiando l’altro come untore ma vaccinandoci insieme, ma curandoci insieme e ricordando ciascuno.

Lo scorso anno abbiamo contato i morti, da quest’anno ricordiamoli uno ad uno.

Buon anno nuovo che quello vecchio non è stato di certo bello.

Bonì, bonì, bonanno puzzi pussède tant’oro gl’anno!