Saluto a Giuseppina Rizzo: quando muore un pasticcere il mondo si fa più povero. Ricordo di cassata e millefoglie

Saluto a Giuseppina Rizzo: quando muore un pasticcere il mondo si fa più povero. Ricordo di cassata e millefoglie

20 Febbraio 2021 0 Di Lidano Grassucci

A questo mondo siamo buoni o cattivi, tutti umani certo. Ma quando penso ai buoni, sin da piccolo, penso ai pasticceri. Un pasticcere non può essere cattivo, un pasticcere è uno che capisce così tanto il mondo da farlo dolce.

Un pasticcere in un angolo di strada tra vaniglia e frutta caramellata fa differente ogni via. Un giorno di un poco di tempo fa Bruno Bruni, il titolare di Turi Rizzo mi disse “questo caffè te lo pago io, e un giorno ti farò una cassata”.

Già una cassata, anche questa fa parte della mia vita perché quanto la incontrai la prima volta, la cassata, rimasi stupito e ho compreso, in quel preciso istante, che la civiltà che l’aveva fatta era superiore, era oltre la bontà. Per questo amo la Sicilia, la Sicilia che è l’incrocio di tutti i mondi e un mondo solo nello stesso tempo.

Da ragazzo una mia amica mi fece conoscere le millefoglie di Turi Rizzo, io cresciuto a pastarelle di visciole, a pasta di mandorle, a biscotto all’uovo. Io nazionalista, ma… ma c’era un altro mondo dolce oltre il dolcissimo mondo da cui venivo io. La vita è fatto di incontri, di casi, di cose che ti segnano e persone che quei segni li scrivono sul muro della vita. E’ morta una pasticcera, una che venne qui da lontano lontano, la in mezzo al mare, una mare così stretto che ci puoi camminare e nessuno si è mai fermato, ma tutti ci sono passati. Si chiamava Giuseppina Rizzo, veniva dalle isole in mezzo al Mediterraneo e qui, qui, da noi ha portato la dolcezza, tanto tempo fa, ha addolcito questo mondo di caldo e fatica, di gente estranea, di gente che non sorrideva, e non sorride. Ha portato crema, cioccolato, frutta candita, vaniglia, crema e che altro vuoi dalla vita. C’è chi ha fatto i soldi qui, chi ci ha fatto carriera, chi ci ha fatto case, c’è venuto anche un dittatore, ma lei ci ha portato lo zucchero, il sole della mattina che sicuramente è crema e il piacere delle sere di primavera in cui c’è il cacao che fa l’amore con il latte.

E’ morta una pasticcerà, l’umanità e questa città si fa più amara e triste.

Questo il post uscito ieri sulla pagina Fb di Turi Rizzo, la sua pasticceria:

Oggi ci ha lasciato un pilastro della nostra famiglia, una delle protagoniste della storia della pasticceria, Nonna Pina (Giuseppina Rizzo), figlia di Turi Rizzo. È un giorno tristissimo per tutti noi e lascia un vuoto enorme. Ci ha voluto bene, trasmettendoci la passione per i dolci e non ci ha mai lasciati soli. Ciao Mamma
E’ morta una pasticcera: Gianni Brera (il più grande giornalista sportivo di ogni tempo) mangiava ogni sera una scagli di lodigiano e piangeva, piangeva a dirotto. L’ultimo casaro che sapeva fare quel formaggio era morto e quella era l’ultima forma di quella grazia di Dio. Gianni Brera piangeva perché stava finendo un mondo.
Grazie a chi mi ha donato le millefoglie e la cassata e certe volte si sente il vento di sale di Pantelleria.
I funerali si sono tenuti oggi 20 Febbraio alle11.30  nella Chiesa San Luca di Latina.