I laghi di Mark Twain

I laghi di Mark Twain

20 Marzo 2021 0 Di Lidano Grassucci
Come vedi tutto è usuale
Solo che il tempo stringe la borsa
E c’è il sospetto che sia triviale
L’affanno e l’ansimo dopo una corsa
L’ansia volgare del giorno dopo
La fine triste della partita
Il lento scorrere senza uno scopo
Di questa cosa che chiami vita
Lettera, Francescio Guccini
Se, dico se, un giorno un ragazzo vestito di pantaloni strappati al ginocchio con una canna da pesca improvvisata, con un cappello di paglia vede una piccola squaw pelle di luna che di eguale ha solo i piedi scalzi per questa terra di fiume e cominciano a gesti per lingue diverse a dirsi dell’acqua che corre, dell’ombra degli alberi e del passo lungo il sentiero e niente altro che nulla di altro c’è. Lui che spiega come si fanno correre le lumache, lei che insegna come si mangiano certi fiori viole che hanno lo zucchero dentro e risono. Poi di nuovo una corsa che lei è così viva e lui così ingenuo alla sua forza e nessuno, né il vecchio cane che pare faccia guarda a che nessuno si faccia male, né la gatta con un occhio offeso ma che dall’altro vede il doppio del doppio. Neppure il tipo che si guarda bene da quella gatta che fa le fusa, ma non è buona per via degli impegni con la vita.
Ecco il quadro di vite vive che sono distanti da vite morte.
Certo capite che Tom Sawyer non sta proprio in questi canali, che la squaw pelli di luna guarda laghi grandi che qui ci sono pulci d’acqua. Ma, se ci pensate, è tutto qui il senso inventarsi un senso per avere la sensazione della personale sensibilità.
Mi viene in testa questo libro americano così contadino che mi risento bambino e lo rileggo ora, mi riviene la copertina, le parole e l’idea che si corre scalzi e le cose vestite sono nascondigli di anime ordinate per vite mai associate al vivere, ma ripetenti di tristezze infinite.
Ecco, ora vi lascio ho la pagina del libro che mi torna in mente, forse per questo scrivo per “analogia” americana, per Mark Twain e quella sua America senza grattacieli e furbi, ma così eguale alla terra mia
Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite
Mark Twain
Ecco allora, prendete la canna da pesca, togliete le scarpe e scoprite i canali e se nel corso incontrate squaw pelle di luna non chiedete, non supponete, ma correte nella medesima direzione, poi diritti in acqua a nuotare e schizzare l’acqua. Un vecchio cane eviterà dolori che non siano quelli della cita.