Il giovedì santo di Daniela Carfagna
27 Marzo 2021Un giorno speciale è giovedì santo e il pensiero corre subito alla SS.Annunziata, dove da bambina con mia nonna Gisa andavo a seguire i sepolcri, un rito al quale insieme al venerdì santo non si doveva, né poteva mancare.
L’altare con la croce coperta, il Cristo sdraiato con le ferite sanguinanti, i vasi con erbe bianche, pallide ed il racconto tragico delle ultime giornate di Gesù che mi faceva commuovere fino alle lacrime.
Lo strazio per quegli avvenimenti mi scuoteva così profondamente che mi pungevo volutamente i polpastrelli, raccoglievo il sangue su un piccolo pezzo di ovatta e lo andavo a porre vicino alla statua del Cristo morto. Era il mio modo per stargli vicino in quella immensa sofferenza.
A casa invece era il tempo della “cresciuta”, un dolce molto semplice tipico di Priverno che profumava tutta la cucina, dei carciofi alla “giudia”, squisiti e pieni di mentuccia e della bazzoffia. Una zuppa molto semplice a base di pane raffermo e verdure di stagione. Per Pasqua si faceva la “caciata” un dolce con ricotta, zucchero cannella e alchermes. Di uova di cioccolata o di colombe non vi è traccia nei miei ricordi, eppure la Pasqua la sentivamo tutti molto, per due settimane si ribaltava tutta la casa, si lavavano le tende, le coperte, ogni angolo della casa, dai lampadari alle persiane delle finestre. Ci si comprava il vestito nuovo e ci si preparava alla festa con molto entusiasmo. Si bollivano le uova fresche delle galline che si allevano nell’orto sotto casa e ci divertivamo a disegnarle. … In realtà ho un po’ di nostalgia per quell’ingenuita’ e mi manca quel sentimento che rendeva la Pasqua un giorno speciale. Pensieri in disordine di Daniela Carfagna
Nell’immagine sono con mia nonna alla SS. ANNUNZIATA