La politica e i prefetti: come se l’arbitro di Roma-Lazio giocasse con Totti

La politica e i prefetti: come se l’arbitro di Roma-Lazio giocasse con Totti

13 Aprile 2021 0 Di Lidano Grassucci

Esistono i ruoli, esistono i poteri dello stato divisi tra loro. I prefetti rappresentano l’esecutivo i Comuni sono la rappresentanza. I prefetti sono arbitri, talvolta, non giocatori, come i giudici. Il centrodestra di Latina in evidente affanno contro Coletta tira fuori dal cilindro due ex Prefetti di Latina, meglio “passati” per Latina. I prefetti sono funzionari dello Stato italiano e non hanno campanile ma Patria. Il campanile è l’identità comunitaria di una città che non sta sopra o sotto l’identità di una nazione ma convincono non in ordine gerarchico ma su piani diversi.

La città deve autogovernarsi e non commissariarsi, il centrodestra di Latina decreta la sua assenza, in un paradosso incredibile,  nella società. I prefetti accedono alle loro carriere per concorso e le svolgono nella garanzia di neutralità nei territori.

Un signore che si chiamava Montesquieu spiegò che la libertà sta nella divisione dei poteri, non nella loro commistione: il governo applica le leggi, la rappresentanza le fa, i magistrati ne verificano il rispetto. La frittata viene sempre male.

Il centrodestra pontini se oppone a Damiano Coletta un Prefetto dichiara la propria sconfitta sociale e politica, anzi la propria estraneità all’autonomia della città e il ricorso ai viceré.

Se gioca Roma-Lazio, l’arbitro non può giocare con Totti.