Angelo Sorcecchi ci ha lasciato, troppo presto. Cori piange

Angelo Sorcecchi ci ha lasciato, troppo presto. Cori piange

6 Maggio 2021 0 Di Lidano Grassucci

Con Angelo non eravamo certo della stessa parte, non lo eravamo affatto. Spesso su Fb ci prendevamo a polemizzare su cose della vita, visioni distanti. Ma degli avversari devi riconoscere la passione, degli avversari dei riconoscere la coerenza che ti riconoscono. Avversari perché la vita non è dei vili, delle persone che non hanno forma.

Angelo Sorcecchi era un ragazzo che pensava, a modo suo, e la libertà è bella per le differenze. Era consigliere comunale, appassionato della sua Cori, della sua gente, della sua cultura. Se stai, come me a sinistra, ci metti un sogno del futuro, se stai a destra un poco di nostalgia per un mondo che scompare.

Non si nascondeva Angelo sulla sua pagina c’era la definizione “anticomunista militante”, ci metteva il petto alle idee. In queste montagne, le nostre, le passioni si accentuano, si esaltano, si fanno scontro vivo, vivido.

Ma qui, e prendo una definizione setina Angelo mi perdonerà, “bono o cattivo sempre nostro su”. Nel riconoscersi senza arretrare di un metro, di un millimetro sulle idee, l’umanità di essere di questi posti.

Se ne va, troppo presto, un ragazzo che credeva, che aveva passione, che sapeva amare e “pe lo giusto se faceva accide“, come avrebbe detto Chiominto.

Ciao Angelo, ci siamo conosciuti perché un poco Cori è stata un pezzo della mia vita nel viverla e nel raccontarla, e perché abbiamo “maschiamente” polemizzato. Ciascuno nelle proprie idee ciascuno nella consapevolezza che davanti aveva un galantuomo.

Ciao, chi vive la vita con passione anche se la sorte la fa breve vive veramente. Ciascuno nella sua parte, insieme nell’amore profondo per questi Lepini bellissimi .

Ps: però sulla Juventus eravamo dalla, stessa parte

Ti metto la foto con le terre irredente, perchè ogni uomo deve fare l’ultimo viaggio con la sua bandiera. Peppone, sindaco comunista, raccolse le ultime volontà della sua maestra che chiese di essere accompagnata nell’ultimo viaggio con la sua bandiera, quella monarchica. Peppone promise. Poi in consiglio comunale tutti votarono contro quella volontà. Peppone si alzo e disse “La democrazia ha deciso, non si può usare la bandiera del passato regime, ma qui comandano i comunisti e noi comunisti diciamo che ogni uomo e donna ha diritto ad avere la sua bandiera”. Portò in spalla la bara della maestra con la bandiera del Re. 

Istria, Fiume e Dalmazia…