Giacomo Matteotti, colpevole di coraggio

Giacomo Matteotti, colpevole di coraggio

30 Maggio 2021 0 Di Lidano Grassucci
“Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me“.
Giacomo Matteotti
Si alza davanti alla Storia e dice la verità che ormai non si vuol sentire. I socialisti hanno la condanna delle ragioni alla vigilia delle sconfitte, senza la purezza dei puri che quando giunge la paura sono impegnati a cambiare opinione.
Si alza e dice la verità sulla libertà e gli costerà la vita.
Si alza davanti alla Storia è un socialista che è condanna a stare dalla parte sbagliata della vita quella dei sacrifici, quella di stare contro il facile di chi assicura già come andrà per conto di un Dio, di un padrone, di una verità, di una convenienza. Di stare in mezzo alla puzza che ha la povertà e non nel profumo che ha sempre la gloria.
Si alza e difende la libertà, qualcuno se ne fregherà, qualcuno che si può fare meglio ma non fa, qualcuno che farà la rivoluzione che non fa. Lui dice l’incontrovertibile natura delle cose, ma resterà solo.
Lo andranno a prendere, sarà facile e vile, il capo darà l’ordine e per lui sarà un doppio tradire.
Parla a chi non vuol sentire, dice quel che nessuno vuol dire, che i fascisti erano bari, assassini, e servi.
Così andò in quel maggio il 30 maggio in cui fu colpevole di coraggio. Poi lo fecero tacere perché non si doveva sapere che era possibile stare insieme senza prepotenti e ciascuno libero di essere se stesso senza bisogno di inginocchiarsi per campare.
Tra due giorni festeggeremo la Repubblica, ecco un uomo del Polesine si alzò il 30 maggio del 1924 per dire che il sole dell’avvenire nasceva lì nel suo non abbassare la testa.
Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai
Giacomo Matteotti, socialista
Fino a quando ci sarà un uomo che avrà fame, uno che non potrà dire, ci sarà bisogno dei socialisti