Voto a Latina/ Il Pd senza simbolo e “un gran stendardo al sol fiammante”. Lezione a Coletta e non solo

Voto a Latina/ Il Pd senza simbolo e “un gran stendardo al sol fiammante”. Lezione a Coletta e non solo

10 Luglio 2021 0 Di Lidano Grassucci

Un gran stendardo al sol fiammante innanzi a noi glorioso va,

noi vogliamo per esso giù infrante le catene alla libertà!

Che giustizia venga, noi vogliamo non più servi, non più signor!

Fratelli tutti esser vogliamo nella famiglia del lavor

Su lottiam l’ideale, nostro fine sarà l’internazionale

futura umanità

L’Internazionale dei socialisti

 

Ogni uomo, donna, ha dirotto alla sua bandiera. Nasciamo umani, ma poi viviamo di scelte che non si rinnegano mai, mai perchè ci danno l’identità. A Latina c’è una discussione a sinistra, nel partito democratico, sulla opportunità di presentarsi alle comunali con il proprio simbolo, il confronto è interno al partito, ma anche dentro il mondo del sindaco Damiano Coletta. Non entro nelle ragioni politiche di questo, ma vi racconto due umane storie: una “inventata” dalla penna di Guareschi e una vera. Con una premessa tutta mia di personale educazione siberiana

Era domenica mattina, a Sezze, tutti vestiti a festa ed io non ero da meno. Sto con mia zia Maria passa mio padre sporco e vestito da lavoro era stato all’uliveto. Io faccio finta di non vederlo per non “sfigurare”… zia Maria mi da l’unico ceffone che mi ha dato in vita: “Mai rinnegà chi su”, lo dice in dialetto poi in un italiano perfetto da maestra quale era: “Non devi vergognarti delle tue origini”. Da allora e fino ad ora resto di questo insegnamento

Cito spesso la storia di Peppone che davanti ad un consiglio comunale democratico deve esaudire l’impegno da lui assunto in punto di morte con la sua maestra. “Sei sempre stato un somaro, ma questa me la devi fare: voglio, al mio funerale la mia bandiera”.

Peppone non può dire di no, anche se la bandiera della maestra è quella del Re. Tutti, in consiglio comunale sono repubblicano e votano “no” alla bandiera della maestra.

Peppone da sindaco prende atto: “questo consiglio comunale ha votato democraticamente contro la bandiera che rappresenta ingiustizia e iniquità, democraticamente di questo prendiamo atto ma…”

Si ferma guarda tutti, in cuor suo sa della promessa, e ama la maestra che gli ha insegnato da vivere: “Ma qui comandiamo noi comunisti e noi comunisti diciamo che ognuno deve essere sepolto con la sua bandiera e la signora maestra avrà la sua bandiera”.

Peppone con il cappello, il fazzoletto rosso al collo porta a spalla la bara della maestra coperta dalla bandiera del suo Re.

Mai ammainare la propria bandiera onorando quella anche dell’avversario.

1908, olimpiadi di Londra, Ralph Rose, vinse la medaglia d’oro nel getto del peso, era il portabandiera americano. Nella sfilata di apertura il protocollo prevedeva che lui ammainasse la bandiera davanti ai reali britannici. Lui non lo fece, la tenne ritta, ritta: This flags dips to no earthly king“,

“Questa bandiera non si inchina di fronte a nessun re della terraLa bandiera è il simbolo delle cose, sono i tanti che ci hanno creduto, che ci credono, che ci crederanno.

Le bandiere non si ammainano mai.

Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
Solo i cinici e i codardi non si svegliano all’aurora:
Per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
E per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri.

Francesco Guccini, Don Chisciotte