
Luigi Cinelli, la prima ferramenta di Littoria
8 Agosto 2021- In questi tempi economicamente difficili sarebbe bello che da qualche parte sorgesse una città nuova, dove poter fantasticare un futuro migliore. Questo deve essere stato il pensiero di molte persone, agli inizi degli anni trenta, attanagliate da una grande crisi economica. Quando si sparse la voce che dalla palude stava per sorgere una città, molti accorsero per sognare il loro futuro. Mi piace immaginare i pionieri che arrivarono da queste parti, come nel vecchio West. Li immagino impolverati, magari con i buchi sotto le scarpe, ma nonostante tutto eleganti nella loro dignità. Vi ho già raccontato di alcune delle prime attività di Littoria, ora ne ho trovata un’altra che venne aperta prima del 18 dicembre 1932, data di inaugurazione della nostra città. La ferramenta di Luigi Cinelli.
Le storie di Latina sono tante da raccontare, ma a volte vado in crisi e allora faccio una passeggiata per il centro per schiarirmi un po’ le idee. Guardo i negozi e cerco tra i miei ricordi, non nascondo che passando davanti al mio ho un tuffo al cuore. L’altro giorno passeggiavo sotto i portici, quelli di fronte Piazza San Marco, e mi sono tornate in mente le vecchie botteghe: il negozio di scarpe Martignago, quello di bambini Beby Mode della signora Lo Bianco, poi diventato Il Passerotto di Caterina Di Viccaro, il Bar Sergio, l’edicola di Soldi, il distributore dell’Agip e il negozio Cinelli.
Ho cercato di sforzarmi nel ricordare i volti delle persone, non è stato semplice perché parliamo di quasi cinquanta anni fa. Ricordo che il signor Martignago era un omone alto e claudicante, anche Sergio del bar lo ricordo alto, la signora Lo bianco molto fine ed elegante. Poi c’era l’edicolante Soldi che era piccolino con le guance rosse, come anche il signore del distributore. Il signor Luigi Cinelli lo ricordo invece sempre indaffarato a sistemare la merce. La scelta del racconto è ricaduta proprio su quest’ultimo perché il negozio è ancora lì e conosco le figlie e i nipoti. Per me quindi, molto più semplice approfondire sulla sua vita.
Dopo aver scelto la storia da raccontare, incontro poco più avanti il mio amico Mimmo Cinelli, nipote di Luigi, sembra quasi un segno del destino. In cinque minuti ho già il contatto con suo zio Ezio, terzogenito di Luigi, che è la memoria storica della famiglia. Così combino l’incontro.
La storia di Luigi Cinelli
Luigi Cinelli classe 1904, nasce a Saludecio, oggi provincia di Rimini, in Emilia Romagna. Il periodo dell’adolescenza non lo passa serenamente, l’Italia già nel 1913 è in guerra con la Libia e tempo due anni, nel 1915, scoppierà la prima guerra mondiale. Luigi è uno che ha coraggio e anche un po’ d’incoscienza dovuta alla sua giovane età. A solo sedici anni, nel 1920, si arruola volontario per andare a combattere in Libia. Al suo ritorno l’Italia del Nordest, dopo la grande guerra, è ancora nella fame e nella miseria. Ma non è uno che si arrende, fa un po’ di tutto per racimolare il necessario per acquistare un’automobile.

Luigi Cinelli in divisa a sedici anni, in partenza per la Libia
Decide con quella macchina di raggiungere Roma, perché sa che nel 1925 si aprirà l’Anno Santo promulgato da Papa Pio XI nel 1924. Luigi sente che potrebbe essere la svolta della sua vita, perché ci saranno pellegrini che arriveranno da tutto il mondo, e in effetti è proprio così. Con la sua macchina si mette a fare il tassista per Roma. Lavora giorno e notte insieme al fratello maggiore Igino. Alla fine dell’anno santo, con il ricavato del tassì, decidono di rimanere a Roma e di aprire una ferramenta in via Ostiense. Intanto gli giunge voce di una grande opera pubblica a pochi chilometri da Roma, la bonifica dell’Agro Pontino, e quando qualcuno gli dice che hanno in mente di fare una città nuova, Luigi salta in macchina e va a controllare di persona.

La prima Ferramenta di Littoria di Luigi Cinelli, accanto alla Farmacia Croce Rossa gestita dal dott. Ruggeri. Sulla sx l’Opera Balilla.
Alla fine dell’estate del 1932 ha già deciso, crede nel progetto e in quella città che sta nascendo. Apre la sua ferramenta, la prima di Littoria, in Piazza Savoia (Piazza san Marco). La città non è stata ancora inaugurata e la chiesa è solo un area recintata, ci vorrà un altro anno per vederla terminata. Inizia così la storia della famiglia Cinelli a Littoria. Luigi viene raggiunto da sua moglie Ida, con i figli Rosanna, Aldo e Ezio, e decide di rimanere accanto al marito. Per i primi due mesi, prima di trovare una sistemazione, dormiranno in un angolo del negozio. Poi nasceranno Liliana, Maria Pia e Marina.
L’incontro con il figlio Ezio
Ezio, classe 1931, ha novant’anni, ma quando mi viene ad aprire il cancelletto di casa rimango meravigliato. Fisico asciutto e mente perfetta. Mi confida che è un ex pugile, pure premiato con un argento in una manifestazione pugilistica, e ha fatto sempre attività fisica. Si è distinto anche nel pattinaggio e nel ciclismo. Frequentava la palestra della Casa del Contadino, mi dice che la ginnastica era l’unico sfogo per i ragazzi di quel tempo.
Ricorda qualcosa sulla guerra a Littoria? Mi appassionano i racconti di guerra
“Sì che mi ricordo, in quel periodo abitavamo nella palazzina di fronte i carabinieri, dove ora c’è il Bar Jolly e la prima cannonata, arrivata dal mare, colpì proprio la piazza dove ci fu la prima vittima civile di Littoria, era un idraulico che abitava in via Spalato accanto alla banca d’Italia. Si chiamava Antonio Ducale e morì al centro della piazza. Mia sorella Maria Pia nacque sotto i bombardamenti, la fece nascere la signora Cocco. Ci riparavamo nei ricoveri sotto i palazzi dell’Ina. Poi ci sfollarono a Norma insieme alla famiglia Silvestri, proprietari del ristorante Impero, e alla famiglia Senesi. Dopo Norma andammo a Roma dove ci ospitò mio zio Umberto. Quando finì la guerra e tornammo a Littoria nel nostro appartamento non trovammo più nulla, neanche i mobili. Si erano portati via tutto”
Quindi poi suo papà riprese l’attività?!
“Sì, a quei tempi era in società con il fratello Igino che si occupava della ferramenta di Roma, da lì partiva il rifornimento della merce. Quando buttarono giù la casa cantoniera di Piazza san Marco, dove stavano la ferramenta e la farmacia, mio padre la spostò sotto i portici. Oltre alla ferramenta, mia mamma pensò bene di inserire anche i casalinghi e aprimmo un altro negozio in Corso Matteotti, di fronte la Casa del Contadino, e quando buttarono giù anche quella ci spostammo, nel 1964, sotto la galleria Pennacchi. Io poi, nel 1968, mi separai da mio fratello Aldo e aprii un’altra ferramenta al palazzo Lamaro”

La ferramenta di Ezio Cinelli sotto il palazzo Lamaro fine anni sessanta
E suo padre?
“Mio padre rimase nel negozio storico, ormai diventato di solo casalinghi, insieme alle mie due sorelle Liliana e Marina dopo la morte di mia mamma nel 1972”
Che tipo era?
“Era un uomo sereno, socievole, nella sua vita ha pensato soprattutto al lavoro e alla famiglia. Tutte le domeniche ci portava a pranzo fuori. Quando poteva andavamo anche in gita per qualche giorno, sempre tutti insieme. Voleva la famiglia unita, nonostante fossimo sposati con figli. È stata una grande persona e un fine imprenditore, è venuto a mancare nel 1989”

Luigi Cinelli nel suo ultimo compleanno
La figlia Liliana
Entro nel negozio delle sorelle Cinelli, sotto i portici. Le conosco da sempre ed è piacevole chiacchierare con loro e poi il negozio mi ricorda tanto il mio, perché disegnato dagli stessi designer, i migliori di allora, Tonino D’Erme e Gianni Brustolin.
Liliana, da quanto tempo lavori qui?
“Dal 1972, da quando morì mia madre, per non lasciare solo mio padre venni a lavorare in negozio. Con lui andavo molto d’accordo, mi ha trasmesso l’amore e la passione per questo lavoro. la stessa cosa per mia sorella Marina, per questo siamo sempre in sintonia dopo tanti anni”
So che qui veniva a comprare un’attrice molto famosa
Sì, era una cliente di mamma, Anna Magnani, veniva spesso, anche perché una volta per andare al Circeo dovevi per forza passare per Latina, non esisteva la Mediana.
Vi ho raccontato di Luigi Cinelli, un pioniere del commercio della nostra città, che ha scelto di viverci e di piantare le sue radici con sei figli. Consentitemi un pensiero speciale a un suo nipote che portava il suo stesso nome, un ragazzo speciale che conoscevo bene, un ragazzo sorridente e sempre positivo, che è venuto a mancare prematuramente qualche anno fa. Un abbraccio a tutta la famiglia Cinelli e company.
Il sorriso di Gigi ce l’ho impresso nella mia mente, ci ha lasciato troppo presto. Grazie Emilio per averlo ricordato, con Mimmo ci incontriamo spesso per Latina e conversare con lui di Gigi del suo mitico papà che io chiamavo Sor Aldo è sempre piacevole anche se poi lascia sempre una scia di malinconia