Le scuole che stanno facendo la Latina di domani e la campagna elettorale di ieri

Le scuole che stanno facendo la Latina di domani e la campagna elettorale di ieri

22 Agosto 2021 0 Di Lidano Grassucci

Vi immaginate una città con i muri colorati dai ragazzi dell’artistico? Con il silenzio rotto dalle musiche dei ragazzi del conservatorio? Con fiere dove i ragazzi del San Benedetto presentano i prodotti di questa terra, e li pure trasformano in pranzi luculliani. Dove la sera a parlare di Dante ci sono i ragazzi del classico, e a fare gare di matematica quelli degli scientifici? O fare spettacoli teatrali con le ragazze del Manzoni e magari con loro fare un piano comunale di sostegno ai bambini soli e in difficoltà?

Ecco che manca alla politica di Latina, non conoscono le loro scuole, non conoscono i loro ragazzi. Parlano di faraonici progetti, nessuno, dico nessuno parla delle nostre scuole le mette a valore.

La sinistra per la vanità atavica di parlare di se stessa pensando di essere tra i giusti, la destra immaginando un paradiso al passato in una melassa di ricordi, e i civici presi dalla loro autoerotista “buona volontà” in salsa onesta.

Eppure le scuole sono lì: studenti, insegnanti, presidi, gente che ogni giorno costruisce il futuro… per mestiere.

Quando in agricoltura stavamo ancora al grano all’agrario San Benedetto si sono inventati l’uva Italia e i kiwi, quando non sapevamo manco allevare le vacche loro imparavano a fare i formaggi di cui oggi ci vantiamo. E i ragazzi di tutte le scuole mentre i grandi volevano porti, aeroporti, astroporti, autostrade loro facevano la città dei pub, pensavano alla città del tempo libero, alla città del postlavoro fordista e digitale. Pensavano a ribaltare la scansione del tempo della civiltà borghese 8 ore di sonno, 8 di lavoro e 8 per sopravvivere.

Ma di tutto questo in campagna elettorale non troverete ragione. Non vi parleranno di scuola, al massimo i più provveduti vi parleranno di edifici scolastici nella tradizione della città dove a contare sono i muri e non le persone che, invece ed ostinatamente, vivono.