Durigon e la tartaruga

Durigon e la tartaruga

28 Agosto 2021 0 Di Maria Corsetti

Seconda solo all’attentato di Kabul, la notizia delle dimissioni di Durigon causa Mussolini ha colto il vivo interesse dei tg nazionali. Rai news 24 ha sciorinato l’accaduto per tutto il pomeriggio di ieri. Berlusconi dimesso dall’ospedale arriva in terza battuta. Senza il contributo dell’Afghanistan, mi chiedo quale sarebbe stata ieri l’apertura del telegiornale.

Durigon si dimette e la polemica infiamma, lasciando intendere all’Italia intera che Latina è una città di 120mila coglioni che passano la loro giornata a litigare per il nome dei Giardinetti.

La mia giornata di ieri è iniziata molto presto, con il concerto all’alba sulla spiaggia. È proseguita tra lavoro e un paio d’ore al mare, giusto un tuffo tra quei cavalloni placidi che si rincorrevano. Quindi lettura di poesia e prosa al Parco Vasco de Gama, cena in friggitoria a Foce Verde. Nessuno che parlasse di Durigon. Solo una coppia di amici romani mi ha chiesto qualcosa. Più per cortesia che altro, pensando che per noi di Latina fosse una cosa importante. Per fare bella figura con me si sono dimostrati anche preparati sulla vicenda. Non potevo deluderli e ne ho parlato per ben tre minuti. Poi sono arrivate le triglie fritte.

I titoli dei giornali nazionali oggi hanno ben altro di cui occuparsi. A tanta devastante cronaca si aggiunge anche Ronaldo che lascia la Juventus. Durigon ha scelto il giorno sbagliato per dimettersi. Finisce dopo pagine e pagine di un terrore che sfregia il mondo e trova posto tra il malore di Berlusconi e il furto dell’auto di Tom Cruise.

I giornali locali non possono ignorare più di tanto. Riportano la notizia e le dichiarazioni delle parti. Si fa quadrare tutto nelle battute assegnate, titolo, sommario, occhiello e speriamo – si legge tra le righe di congiunzione delle varie irrinunciabili affermazioni – che la finiscano qui perché c’è da avvilirsi a scrivere questi pezzi.

Forse ci sarebbe da indignarsi di più che un tizio già stato arrestato con tre quintali di cocaina se ne andasse in giro con più di una tonnellata e mezza di mariuana, ma questa è cronaca. Per dovere di cronaca l’arresto precedente era avvenuto all’estero e la vicenda si era conclusa a suo favore.

Forse ci sarebbe da congratularsi per aver fermato quell’altro tizio che se ne va in giro a dare fuoco ai boschi. Ma questa è cronaca. E tanto per cominciare non è successa a Latina, ma a ben venti chilometri di distanza e venti chilometri hanno il loro significato, specie se li percorri a piedi. Inoltre è affare delle forze dell’ordine e della giustizia e in Italia c’è sempre la separazione dei poteri, tranne quando si tratta di indagare qualcuno a ridosso della presentazione delle liste elettorali.

 

Vabbè, parliamo di tartarughe. Ne sono nate 25 (ma forse anche di più) alla Bufalara. Si tratta di territorio del Comune di Sabaudia. Pure la tartaruga però, non poteva partorire dieci chilometri più a nord che ci trovavamo una bella nidiata di contesissime tartarughe elettorali, perfette per distogliere l’attenzione dai nomi dei parchi urbani e farci ricordare che il Parco del Circeo sta anche a Latina.

Una volta uscite dal nido, le piccole “sono state – riporta il comunicato stampa dell’Ente Parco del Circeo – temporaneamente spostate in appositi contenitori riempiti di sabbia umida, un’attività necessaria per permettere ai biologi di TartaLazio di effettuare le misurazioni del caso prima di liberarle in mare. Quest’ultima operazione è risultata più complicata del previsto a causa della presenza, a distanza ravvicinata e in disapplicazione di un’apposita ordinanza di interdizione, di imbarcazioni adibite alla pesca che hanno fatto temere la presenza di reti che avrebbero ostacolato e messo in pericolo la sopravvivenza delle neonate tartarughe.

Praticamente si è rischiata la frittura di tartarughe, ma, prosegue il comunicato stampa “con la collaborazione della Capitaneria di Porto di Terracina – che ha messo a disposizione il suo mezzo ormeggiato a Terracina – i responsabili della rete TartaLazio hanno deciso di liberare le piccole tartarughe in mare aperto, dopo avergli comunque fatto percorrere la distanza dal nido al mare, fondamentale per l’imprinting con il luogo di nidificazione. L’Ente Parco rivolge un doveroso ringraziamento a tutti i volontari, a TartaLazio, alla Capitaneria di Porto di Terracina e al Raggruppamento dei Carabinieri Forestali che in questi giorni hanno presidiato il nido per far sì che tutto si svolgesse in perfetta sicurezza per le neonate tartarughe“.

Durigon e la tartaruga. Una buona lettura, a cominciare da Esopo, è sempre consigliata.