Dante e Nunzia De Nitto, “Bari e Dispari” e “la Barese”.

Dante e Nunzia De Nitto, “Bari e Dispari” e “la Barese”.

12 Settembre 2021 0 Di Emilio Andreoli

Negli anni sessanta Latina era ancora una città in cui credere e sperare. Ormai la guerra e la malaria erano solo un lontano ricordo. Latina cresceva ogni anno a doppia cifra, anche nel reddito, e la gente continuava ad arrivare da tutta Italia. Dante e Nunzia arrivarono dalla Puglia con sette figli, sei femmine e un maschio, e tanta voglia di lavorare. Aprirono una tavola calda e una pizzeria a taglio, tra le prime nel centro storico della nostra città. Vi racconto la loro storia, e purtroppo anche di una tragedia accaduta alla loro nipote Veronica, qualche mese fa, a San Francisco.

 

Ci sono storie difficili da raccontare, belle storie che si intrecciano con tragedie inenarrabili e questa è una di quelle. Cercherò di accompagnarvi in questo racconto, cercando di non perdermi e a mia volta non farvi perdere tra queste righe. Ma partiamo dall’inizio, dagli anni sessanta, quando il boom economico è appena iniziato anche a Latina. La centrale nucleare più importante d’Europa e le industrie, appena arrivate, sono il biglietto da visita di una città che sembra navigare a gonfie vele verso nord, e tanti dal sud, in cerca di lavoro, invece di trasferirsi nel settentrione scelgono Latina dove il clima è migliore.

La storia di Dante De Nitto e Nunzia Di Savino

Dante De Nitto nasce a Bari nel 1930, e Nunzia Di Savino a Trani nel 1931. Dante ha studiato e ha conseguito la maturità classica, proviene da una famiglia benestante, Nunzia invece da una famiglia poverissima ed è analfabeta. Lui ha un ottimo lavoro, è caposala in un grande ristorante sul lungomare di Trani dove conosce Nunzia, di cui si è innamorato perdutamente, e se la sposa. Hanno sette figli, sei femmine e nel 1961, finalmente, arriva il maschio tanto desiderato da Dante. Suo fratello Paolo ha aperto una pizzeria a taglio a Latina, in via Oberdan, pensa che anche lui possa aprire un’attività in proprio lì vicino la sua, e lo convince a visitare la nuova città.

Dante lo raggiunge nel 1965 e si rende conto  che Latina ha delle grandi potenzialità, e nel 1966 torna a Trani a prendere tutta la sua famiglia e si trasferisce definitivamente. In quell’anno apre una tavola calda al civico 61 di Corso Matteotti, accanto alla farmacia Santa Maria. “Tavola calda pizzeria da Dante” c’è scritto sulla sua insegna. Intanto le figlie crescono e nei primi anni settanta apre anche una pizzeria a taglio, un poco più avanti, verso Piazza del Popolo, sempre in Corso Matteotti. Lì c’è sua moglie con la figlia più grande, Teresa, infatti la pizzeria la chiamerà “la Barese da Teresa”, dove non fa solo le pizze, ma anche le ciambelle fritte.

Nunzia all’interno della pizzeria la Barese

Dante è un vulcano di idee e un’estate gli viene in mente di chiamare sei ragazzi, e li manda a vendere sulla spiaggia del lungomare di Latina, pizzette rosse e ciambelle calde. È un successo, anche perché in quegli anni tra Capo Portiere e Foce Verde non c’è quasi nulla, a parte un paio di piccoli alimentari, e a nessuno è mai venuto in mente di sfamare i bagnanti sulla spiaggia. Inoltre si è messo a curare anche la mensa dell’Aeronautica Militare alle casermette di Borgo Piave, e un gazebo all’aeroporto di Latina Scalo. Nel frattempo da’ in gestione la sua prima attività, ma dopo un anno la riprende e la chiama “Bari e Dispari” in onore della sua città natia.

Gino De Nitto a dx all’interno della pizzeria tavola calda Bari e Dispari

L’incontro con Gino De Nitto figlio di Dante e Nunzia

Conosco Gino De Nitto da tanti anni, anche lui ha gestito diverse pizzerie, la più famosa sicuramente “la Piazzetta” al centro commerciale dell’orologio in via Isonzo, dal 1994 al 2000 insieme alla sua prima moglie Mariella, che conoscevo dai tempi del Giro di Peppe. L’ho incontrato per caso passeggiando per Latina e mi sono  venute in mente le due pizzerie storiche della sua famiglia in Corso Matteotti. Nonostante stia vivendo un dramma inenarrabile, la morte della figlia uccisa dal suo ex a San Francisco qualche mese fa, ha deciso lo stesso di incontrarmi per raccontare la storia della sua famiglia.

Di tua mamma ho un ricordo nitido, di tuo papà meno. Che mi dici di loro?

Ti premetto che la mia era una famiglia matriarcale, mia madre era un carabiniere non le sfuggiva nulla e pur essendo quasi analfabeta i conti li sapeva fare benissimo. Era una gran venditrice se le chiedevi cinquecento lire di pizza, lei te ne dava almeno settecento per farti spendere di più. Con noi figli è stata molto autoritaria, d’altronde con sette figli ha dovuto per forza imporsi. Anche quando siamo diventati grandi era sempre lei che comandava. Ricordo che una volta, ero fuori dalla pizzeria, in Corso Matteotti, e stavo litigando con Mariella, la mia prima moglie, lei uscì fuori e mi diede due schiaffi fortissimi “portale rispetto” mi disse a brutto muso. Se ci ripenso mi viene da sorridere, ma gli sganassoni mi fecero veramente male

E tuo padre?

Mio padre era un pezzo di pane, litigavano spesso loro due e alla fine mia madre aveva sempre l’ultima parola, perché mio padre abbandonava la discussione, ma nonostante tutto non riuscivano a fare a meno l’uno dell’altro. Erano due lavoratori instancabili, mio padre era la creatività, aveva avuto una formazione classica, e mia madre la razionalità, formazione arrivata dalla vita di stenti che aveva avuto da bambina. Si compensavano

E tu da chi hai preso?

Credo da mio padre. Pensa che a otto anni per farmi imparare il mestiere, durante le vacanze estive, mi mandò a lavorare nel forno del suo amico Gaetano Cepollaro. Quella è stata la mia prima esperienza lavorativa

Quando sono state chiuse le vostre attività storiche?

 Bari e Dispari negli anni novanta, quando mio padre andò in pensione, e la Barese nel 2017 dopo la morte di mia madre

Veronica De Nitto, in un momento felice a Latina

Ti va di raccontarmi di tua figlia Veronica?

 Mia figlia Veronica era uno spirito libero, anche se molto riservata. Abbiamo provato per un periodo a lavorare insieme, ma lei voleva essere indipendente. Così nel 2016 decise di raggiungere l’altra mia figlia, Hillary, che vive e lavora a San Francisco. L’accompagnai io all’aeroporto, e quando ci salutammo le dissi di farmi avere sempre sue notizie, anche solo con un sms, ma questo accadeva raramente” Gli occhi lucidi e la voce tradiscono le sue emozioni, e tra una sigaretta e l’altra continua il suo racconto:

Inizialmente aveva lavorato in alcuni ristoranti, poi era stata assunta in un supermercato di San Francisco dove lavorava anche il ragazzo messicano, di un anno più grande di lei, con cui aveva una relazione. Ma mia figlia era una ragazza decisa ed esigente, un po’ come la nonna Nunzia, evidentemente la storia non le stava più bene e l’ha interrotta. Lui non aveva accettato di essere lasciato, almeno questa è la versione fornita dalla polizia americana. La sera del 15 gennaio 2021 si è presentato da lei e dopo un litigio le ha tagliato la gola. Per far sparire ogni traccia ha dato fuoco all’appartamento, e mia figlia è stata trovata carbonizzata. C’è un video che lo riprende poco prima della mattanza in un distributore, mentre riempie una tanica di benzina. Quella notte l’altra mia figlia, Hillary, partoriva una bambina… sembra quasi un segno del destino” Gino ferma il racconto e mi mostra i brividi sul braccio, ma i brividi sono venuti anche a me”

Ma dall’America cosa dicono?

Non è facile parlare con le autorità americane. So per certo che lui, Renato Yedra Briseno, è scappato in Messico, aiutato da un famigliare, ed è ricercato. Si sta interessando a lui anche l’FBI, hanno messo una taglia di otto milioni di dollari e questo mi fa riflettere, perché in genere non si mettono taglie così elevate per un commesso di un supermercato, anche se ha compiuto un delitto così efferato, io credo che ci sia sotto qualcosa di più

E le istituzioni italiane?

 Inizialmente proprio assenti. Adesso si stanno cominciando a muovere, dopo otto mesi. Io sono stato avvertito da mia figlia, che poverina aveva appena partorito, e poi nulla più. I primi a occuparsi di questa storia sono stati i giornalisti di “Chi l’ha visto” e poi i vari programmi di Mediaset. Gli americani avevano pure sbagliato nome e quindi c’è stato un ritardo su tutto, fino a qualche giorno fa Veronica, all’anagrafe, risultava ancora viva. Sono io che sono andato dalle istituzioni e non loro da me, anche qui a Latina. Ora sto solo aspettando giustizia, Veronica il 2 settembre avrebbe compiuto trentacinque anni, nata lo stesso giorno della mamma che è venuta a mancare nel 2019. Le immagino di nuovo insieme

Veronica appena sbarcata negli Usa

Avrei voluto raccontarvi una delle tante storie belle della nostra città, ma purtroppo questa è legata a una fine raccapricciante. La nonna di Veronica, Nunzia, è venuta a mancare nel 2016, e il nonno Dante nel 2021, due settimane prima che lei venisse uccisa. Almeno si sono risparmiati la terribile notizia. Ringrazio Gino per avermi dato retta in un momento così tragico. Io, nel mio piccolo, gli ho fatto avere un contatto con un responsabile degli italiani all’estero di San Francisco, grazie al mio amico Augusto Cavallini presidente del Comitato Italiani all’Estero di Miami