Pio Maria Federici e quella Latina così differente

Pio Maria Federici e quella Latina così differente

17 Settembre 2021 1 Di Lidano Grassucci

Mi telefona Samantha Calzati.. sai volevo dirti che è morto Pio Maria Federici. “La notizia gira sulla rete ma, sarebbe il caso di fargli un ricordo. E’ uno che ha dato tanto per il sociale…”

Latina è una città piccola, poi quando eravamo più giovani di adesso lo era anche di più, e i nomi spesso si sono persi, ma le facce no. Apro questo archivio infernale che è Fb e guardo la foto, l’ha postata un suo amico di classe, Pasquale Gagliardi, e… mi riviene davanti con la sua tolfa, la sua musica quella idea bella di un mondo bello fatto di pane e rose.

Viene davanti la piazza che coloravamo con una rivoluzione che ci immaginavamo, ci siamo immaginata, e non ci è toccata in sorte.

Lui ha continuato la “corsa generosa” di allora, si occupava di sociale e di difficoltà. Noi, noi i più, ci siamo smarriti in piccole mediocrità personali, in auto impersonali, case impersonali, vite così così.

Ma davanti alla foto ricordo quella utopia che ci faceva così diversi, quasi angeli di un nuovo annuncio. Dicono sempre che questa città è di nostalgie, pure brutte e nere, ma non ci hanno vissuto veramente questa è stata una città con ragazzi che sognavano un’altra umanità: se ne è andato uno di quei ragazzi. Io mi posso solo fermare, togliere il cappello che non ho e salutare la nostra “meglio gioventù”

 

Il ricordo di Pasquale Gagliardi

Io e i miei compagni di classe, pur essendo ormai remota la data del diploma , abbiamo una chat in cui ci scambiamo frizzi e lazzi come se ci fossimo visti a scuola la mattina. Pio era presente, con la sua bonomia e la sua discrezione, con l’ironia dolce e garbata del suo sorriso. Ecco, per uno strano effetto che deriva da questa consuetudine, Pio per noi è morto adolescente, come se non fosse mai diventato quell’imprenditore importante nel settore sociale o quel prestigioso musicista di cui tutti riconoscevano l’arte. Con lui se ne va una parte di noi, che si è svegliata di colpo adulta, costretta a prendere dimestichezza con la morte, col lutto, col dolore, tutti elementi che pensavamo di esorcizzare, di allontanare con le gag e gli sfotto’ di eterni studenti. Questa non ce la dovevi fare, Maestro, anche se a te è impossibile non perdonare tutto, pure di averci lasciato troppo presto, più brutti e più vecchi.