Ilde Tobia Bertoncin, scultore, pittore e poeta della Latina del novecento

Ilde Tobia Bertoncin, scultore, pittore e poeta della Latina del novecento

17 Ottobre 2021 0 Di Emilio Andreoli

Latina, tra gli anni sessanta e ottanta, ebbe un fermento pittorico di grande rilievo. Si può dire che nacque un vero movimento artistico, supportato da diverse gallerie d’arte nel centro della città, tra le quali quella comunale, che si trovava in Corso della Repubblica accanto alla biblioteca. Gli artisti si incontravano, discutevano, come anche gli appassionati di pittura o di arte in genere. Ma la città non era ancora matura per l’arte e piano piano quel movimento, con la chiusura di molte gallerie, si sfaldò. Uno di quegli artisti, più rappresentativi dell’epoca, si chiamava Ilde Tobia Bertoncin, era tra i più anziani, ma anche quello che più si confrontò con i giovani pittori pontini.

 

Nella seconda metà degli anni settanta, mio padre aprì una galleria d’arte sotto i portici di fronte il Palazzo M, si chiamava “l’Approdo”, disegnata da uno dei migliori designer di Latina, Tonino D’Erme. In quegli anni ebbi la fortuna di conoscere diversi pittori, giovani e meno giovani. La galleria era diventata un punto di incontro e di riferimento dei vari artisti. Venivano anche da Roma, ricordo che spesso passava Emilio Greco. Faceva un giro nella galleria osservando la mostra del momento, per poi andarsene a Sabaudia per il fine settimana.

Uno dei più assidui frequentatori della galleria d’arte era Ilde Tobia Bertoncin, uno dei pittori più noti e affermati della regione. Abitando in centro, veniva a osservare le varie mostre che si susseguivano e a dialogare con altri pittori. Tobia era un amabile conversatore a cui piaceva confrontarsi. Si interessava alle tecniche di pittura tradizionali e anche a quelle nuove. Ma lui non era solo pittore, era scultore, incisore, decoratore e poeta. Insomma un artista completo che eccelleva in tutto quello a cui si dedicava.

Un’opera del maestro Ilde Tobia Bertoncin “l’arrivo dei coloni nell’Agro Pontino”

L’inverno scorso, quando decisi di scrivere di Bertoncin, mi confidarono che il figlio Gianni non era in grado di ricevermi perché molto malato. Purtroppo ad aprile di quest’anno Gianni Bertoncin è venuto a mancare. Di lui vi racconterò qualcosa alla fine di queste colonne. Ma ripartiamo da Tobia. Ricostruire quindi la sua storia non è stato semplice, ho dovuto cercare un esperto d’arte che mi informasse sulle sue opere e sulla sua vita. Uno dei massimi competenti di pittura del nostro territorio è il mio amico Massimiliano Vittori, tra l’altro con la sua casa editrice “Novecento” pubblicò il mio primo romanzo. Alcuni giorni fa l’ho contattato, e subito si è prodigato, per amicizia, per amore dell’arte e per la grande considerazione di Tobia Bertoncin.

Poesia del maestro Tobia Bertoncin

Dopo avermi messo a disposizione dei cataloghi dell’epoca, siamo andati da un altro amico comune, il regista Giorgio Serra che mi ha fatto visionare un suo filmato del 1991, realizzato in occasione della mostra antologica del maestro Bertoncin, allestita nella Casa della Cultura di Latina, dove ripercorre la parabola della sua vita e le linee del suo sviluppo artistico… Insomma di occorrente per studiare ne ho avuto abbastanza. Inoltre Massimiliano mi ha messo in contatto con l’artista pontino Alberto Serarcangeli, il quale ha conosciuto bene il maestro Tobia Bertoncin.

Il maestro Ilde Tobia Bertoncin

Ilde Tobia Bertoncin nasce il 13 gennaio 1909 a Villa Estense, un piccolo paesino in provincia di Padova. Sin da piccolo manifesta la sua dote artistica e quindi decide di frequentare la scuola d’arte di Este, distante una decina di chilometri dal suo paese, per studiare decorazione. Dopo il perfezionamento tecnico, inizia a lavorare come restauratore e decoratore. Nei primi anni trenta si trasferisce a Littoria dove viene assunto come impiegato comunale. In quel periodo le qualità artistiche in quel comune certo non mancano. Oltre Bertoncin ci sono i geometri Sibò e Dario Di Gese, pittori futuristi.

Tobia inizia ad esporre nel primo dopoguerra con il “Gruppo Realista” prediligendo un espressionismo dal marcato impegno sociale. Per il maestro l’arte è un aspetto fondamentale della condizione dell’uomo. La pittura è concepita come mezzo di comunicazione con altri uomini, di colloquio e di dibattito culturale. Diventa così attivo protagonista delle vicende artistiche di Latina. Negli anni cinquanta si avvicina al neorealismo romano e a Latina si fa promotore dell’associazione “Amici dell’Arte”.

Ma si muove anche al di fuori dei confini regionali, come socio del sodalizio “Gli Incisori d’Italia”. Nel 1951 e nel 1955 partecipa alle prestigiose Quadriennali romane. Nel 1953 prende parte alla “Mostra dell’Arte nella Vita del Mezzogiorno d’Italia” e sempre nello stesso anno al “VII Premio Nazionale di Pittura F.P. Michetti”. Nel 1958 vince il primo premio alla mostra di pittura estemporanea di Marina di Ravenna.

opera del maestro Bertoncin dove un uomo appare accovacciato nel suo dolore

Nel 1959 partecipa alla mostra organizzata da “Gli incisori d’Italia” per il “X Premio Città di Terni”. Di lui non bisogna dimenticare anche l’attività poetica, dedicata soprattutto all’arte. A Latina parteciperà a molte rassegne personali, ma anche collettive. Nei primi anni settanta la sua vita sarà segnata dalla grave perdita della sua bellissima figlia Carla, affetta da un male incurabile. La tragica fine della figlia avrà ripercussioni anche nella sua arte, che diverrà più malinconica, mitigata a volte dai colori accesi. La sua tematica è l’umanità che lavora e che soffre, dipinge in realtà il suo stato d’animo con una pittura sincera.

Carla, la bellissima figlia del maestro Tobia Bertoncin scomparsa prematuramente. Qui ritratta nei primi anni sessanta sulla sclinata delle poste. Immagine divenuta iconografica.

L’incontro con il maestro Alberto Serarcangeli

Alberto Serarcangeli è nato a Latina nel 1957, è un pittore, incisore, scultore e fotografo. Formato nel liceo artistico di Latina e laureato in architettura. Ha iniziato ad esporre le sue opere giovanissimo e proprio in quel periodo, nel 1975, conosce Ilde Tobia Bertoncin. Alberto è un artista apprezzato anche all’estero, ha esposto le sue opere in Francia, Finlandia, Svezia, Ungheria e Repubblica Ceca.

Alberto che ricordi hai del maestro Bertoncin?

 Sicuramente un caro ricordo, era un uomo innamorato dell’arte. La nostra amicizia nacque in una cantina dell’INCIS in Viale Italia. Tobia aveva lo studio nel palazzo di fronte al Polo Nord. Io lo ricordo come un vero professionista, con il pennino aveva una mano eccezionale e ricordo anche la sua casa stracolma di quadri. A lui piaceva il confronto, al contrario di molti artisti, chiusi in se stessi, era una persona molto aperta, soprattutto con noi ragazzi che ci avvicinavamo all’arte, ci spronava in continuazione

Te lo hai conosciuto dopo la morte della figlia?

Era appena accaduto, perché lo ricordo con il bottone nero del lutto sulle sue giacche. Certo quella tragedia lo aveva segnato profondamente e aveva influito anche sulla sua arte. Era una persona profondamente sensibile. Mi disse che un’altra tragedia lo aveva fortemente colpito e influenzato nella sua arte, quella della miniera di carbone di Marcinelle in cui morirono centotrentasei italiani nel 1956. Tobia aveva un grande cuore ed è stato un artista eccezionale, fai bene a ricordarlo

Gianni Bertoncin figlio di Ilde Tobia

Come accennavo all’inizio del racconto avrei voluto conoscere Gianni Bertoncin, ma purtroppo a causa della sua malattia non mi è stato possibile. Poi il 12 aprile di quest’anno è venuto a mancare. Gianni, nato a Littoria nel 1934, è stato attore e doppiatore. Nella sua lunga carriera ha lavorato nella compagnia di Vittorio Gassman nel Teatro Stabile di Genova e nel Teatro Stabile di Torino. Ha partecipato dal 1962 al 1968 in diversi sceneggiati televisivi della RAI, poi si è dedicato soprattutto al teatro e al doppiaggio, prestò la sua voce anche all’attore americano Gregory Peck. Insomma pure lui l’arte l’aveva nel sangue, come suo papà Tobia.

Gianni Beroncin (1934-2021) attore e doppiatore, figlio del maestro Ilde Tobia Bertoncin

Il maestro Ilde Tobia Bertoncin venne a mancare il 24 novembre del 1998 ad Anzio. In sua memoria gli è stata intitolata una via in una zona sconosciuta che si chiama Scopeto Madonna Giulia nelle adiacenze della strada Pontina, lì dove hanno intitolato una via anche ad Addis Pugliese, altro pittore pontino molto apprezzato e al futurista Pierluigi Bossi in arte Sibò, ideatore, nel 1937, della Pinacoteca di Littoria. Non c’è niente da fare, a Latina la cultura viene sempre messa in angoli anonimi e dimenticati.

Scultura donata dal maestro Bertoncin, nel 1990, all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Visibile nei giardini del padiglione Porfiri

Chi volesse vedere il filmato della mostra del maestro I.T. Bertoncin, può collegarsi al canale Youtube “Latina graffiti fu Littoria” del regista Giorgio Serra, che gentilmente lo ha messo a disposizione.