Rino Biondini, il mobiliere “Cavaliere”

Rino Biondini, il mobiliere “Cavaliere”

16 Gennaio 2022 0 Di Emilio Andreoli

Latina è stata la città delle opportunità sin dalla sua fondazione, quando ancora si chiamava Littoria. Sarebbe bello tornasse ad esserlo dopo anni di crisi economica e pandemia. Vorrei tanto che i nostri giovani avessero le stesse opportunità che hanno avuto i loro nonni nel dopoguerra, in questo luogo generoso. In genere dopo tragici eventi c’è sempre la ricostruzione. Certo le epoche non sono paragonabili, ma io lo spero per loro che hanno ancora tutta la vita davanti, e mi piacerebbe che il futuro fosse qui e non altrove. La storia che sto per raccontarvi  narra di una persona che apparteneva alla generazione di uomini partiti da zero, senza neanche titoli di studio, che solo con intelligenza e determinazione sono riusciti ad uscire dalla miseria che la guerra aveva lasciato. Vi presento Rino Biondini, il mobiliere “Cavaliere”.

Noi nati a Latina tra gli anni cinquanta e ottanta, abbiamo avuto la fortuna di vivere un tempo indimenticabile, quasi perfetto. Questo grazie ai nostri genitori, ma anche alla nostra città che offriva lavoro a tutti e dava la possibilità di intraprendere nuove attività. Molti di quella generazione che hanno costruito il tessuto sociale ed economico erano persone umili, dotate però di grande intelligenza e intuizione per gli affari. Tra questi Rino Biondini, il mobiliere che nei primi anni novanta possedeva una delle più grandi esposizioni di mobili del Lazio.

1959 Negozio Biondini mobili in Piazza della Libertà

Girando per Piazza della Libertà mi sono venute in mente le attività sparite: Tulli Viaggi, la gioielleria Scrobogna, il negozio di dischi di Pepe Venanzio, il parrucchiere Giancarlo, la saletta giochi del bar Di Russo, Catavolo Sport. Sul lato opposto la boutique di Pina Paparcone e nell’angolo di fronte, il Regno del Bimbo, La Cicogna e Biondini mobili. Per quest’ultima attività la ricerca è stata semplice per l’amicizia che mi lega a Claudio Biondini, compagno di memorabili gite fuori porta, negli anni ottanta, con la sua Range Rover beige, alla conquista di ragazze.

Rino Biondini, da Montecastrilli a Latina

Rino Biondini nasce in Umbria l’8 ottobre del 1922 a Montecastrilli, in provincia di Terni. Terzo di cinque figli, lui è l’unico maschio. Il padre Romolo fa il fattore per una ricca famiglia del luogo. La mamma Claudia, come tutte le donne dell’epoca, bada alla famiglia. Finite le scuole elementari per aiutare la sua numerosa famiglia, va a lavorare nei campi che il papà accudisce. Si adatta nel fare umili lavoretti e infine come aiuto autista di camion con il cugino, fino all’inizio della guerra.

Nel 1942 all’età di vent’anni, viene chiamato alle armi per andare a combattere in Russia. Con il treno arriva a Trieste, ma fortunatamente proprio mentre sta per partire viene rimandato indietro. Una delle sue sorelle riesce, grazie a un’amicizia importante, a farlo tornare a Roma dove farà l’attendente a un generale fino alla fine della guerra. Di quel battaglione destinato in Russia non tornerà nessuno. Quando ritorna nel suo paese trova solo macerie, tutto raso al suolo dai bombardamenti compreso la casa di famiglia.

1954 Rino Biondini nella sua scuola di taglio e cucito in via Duca del Mare

Si vede così costretto ad andarsene dalle sorelle Furlina e Margherita che si sono trasferite a Formia dove si sono sposate. La prima con il medico condotto, dottor De Pascale, e l’altra sorella, con il proprietario dell’unica merceria del paese, Mario Carta. Sarà proprio quest’ultimo a dare una mano a Rino. Grazie ai suoi contatti gli fa avere la rappresentanza delle macchine da cucire Vigorelli, concorrente della Singer. Rino inizia così a girare per il Lazio in cerca di sartine. Capitando a Latina ne rimane affascinato e così nel 1954 decide di aprire una scuola di taglio e cucito in via Duca del Mare, dove può vendere anche le sue Vigorelli.

Tra le varie sartine conosce una bella ragazza di diciassette anni più giovane, si chiama Pina Casale ed è originaria di Minturno, tra loro è amore a prima vista. Nel 1959 decide di ingrandirsi e trasferisce l’attività in pieno centro, in Piazza della Libertà. Avendo più spazio aumenta anche l’offerta commerciale con i piccoli elettrodomestici e qualche televisore. Nel 1960 Rino e Pina si sposano, dal loro matrimonio nasceranno Silvio, Claudio e Roberto. Dopo un paio di anni dalla nuova apertura, un rappresentante toscano gli suggerisce di inserire qualche mobile e qualche pensile per la cucina. La mossa è giusta e gli affari vanno benissimo.

1960 Rino Biondini e Pina Casale sposi

Pina si rivela una grande venditrice, e la necessità impellente è quella di trovare altri spazi perché il negozio è pieno di mobili e non entra più nulla, occorre un grande magazzino. Per un periodo trova dei locali in un garage sotto il nuovo palazzo appena costruito in via Carlo Alberto. Nel 1968 dopo aver fatto visita alla sorella della moglie che vive a Roma e che ha un negozio di giocattoli, decide di aprirne uno anche lui a Latina, accanto al suo nello stesso marciapiede. Lo chiamerà come quello della cognata: “Il Regno del Bimbo”. Pina che ha già tre figli piccoli, proprio non ce la fa a mandarlo avanti e così dopo tre anni faticosi, nonostante sia molto redditizio, decise di chiudere e darlo via ai signori Federici.

La famiglia Biondini davanti al negozio Il Regno del Bimbo

Intanto Rino continua a cercare spazi sempre più ampi e nel 1971 affitta un locale molto grande sotto i palazzi Barletta, pian terreno con seminterrato. Le vendite continuano ad andare benissimo e il nuovo passo è l’acquisto di un ettaro di terra a Borgo Isonzo, sulla Pontina, dove costruirà un capannone di due piani, per un totale di quattromila metri quadrati, uno dei mobilifici più grandi del Lazio. Nel 1976 terminano i lavori e apre il nuovo punto vendita. Nel 1985 chiude e vende il negozio storico di Piazza della Libertà.

La strada Pontina si rivela redditizia, la clientela si allarga ai romani che hanno casa al Circeo, Sabaudia e Terracina. Tutto procede a meraviglia, ma il sabato 19 ottobre del 1991, su Latina si abbatte il devastante ciclone “Martina” e per la famiglia Biondini sarà un disastro. Dal Fogliano il ciclone prenderà in pieno il capannone distruggendolo. Totale danni, un miliardo e quattrocento milioni di lire, e nell’assicurazione, purtroppo, manca la voce eventi atmosferici. Nel 1996 il mobilificio chiuderà per sempre l’attività.

Anni ’70, il nuovo grande capannone sulla Pontina di Rino Biondini

L’incontro telefonico con il caro amico Claudio Biondini

Con Claudio siamo amici da una vita, quando l’ho chiamato per dirgli la mia intenzione di raccontare del papà e della sua famiglia si è reso subito disponibile. Senza remore mi ha confidato i momenti belli, ma anche i momenti meno belli della loro storia.

Claudio, ricordo la Fiat Balilla che girava per Latina con la pubblicità Biondini mobili, che fine ha fatto quell’automobile?

È ancora nostra, la teniamo chiusa in un garage. Mio padre era appassionato di auto d’epoca, possedeva pure una jepp che usarono gli americani durante lo sbarco

Articolo de Il Tempo una settimana dopo dal devastante evento atmosferico che colpì la zona di Latina

Lo so che è doloroso per te, ce la fai a raccontarmi come andarono i fatti con il ciclone Martina?

Nella sfortuna siamo stati fortunati perché accadde di pomeriggio in orario di chiusura. Se fosse successo la mattina, o nel tardo pomeriggio, non voglio neanche immaginare cosa sarebbe potuto accadere. Avevamo quattordici dipendenti, più noi della famiglia e in aggiunta i clienti, che quel sabato erano stati pure numerosi. Insomma una tragedia sfiorata. Tra l’altro non eravamo neanche assicurati per gli eventi atmosferici, chi andava a immaginare che a Latina sarebbe arrivato un ciclone così devastante?!

Ma non venne proclamato lo stato di calamità naturale?

 Certo, ma i fondi arrivarono dopo cinque anni. Fondi garantiti dallo Stato, ma le banche ci chiesero pure la garanzia sull’immobile, che avevamo rimesso in piedi con le nostre forze. A quel punto mio padre decise chiudere e vendere il capannone. Con i soldi realizzati vennero ripianati tutti i debiti. Una cosa ci rende orgogliosi in famiglia, che tutti i nostri ex dipendenti ci sono rimasti affezionati e ci mandano ancora gli auguri. Mio padre aveva aiutato nei momenti d’oro più di qualche persona. Un giorno si è avvicinato un signore chiedendo se ero il figlio di Rino, alla mia risposta mi disse di aspettare, entrò in un bar e uscì fuori con una bottiglia di champagne e me la diede, disse che mio padre lo aveva aiutato economicamente quando era giovane e lui voleva essere riconoscente per quel gesto

Cosa fate adesso tu e i tuoi fratelli?

Ci occupiamo di arredamento tecnico specializzato per le farmacie e in più io mi occupo di consulenza per la sanità

In bocca al lupo per tutto e grazie per la tua disponibilità

Grazie a te, il tuo lavoro di costruzione di una comune storia per questa città è meritorio”

La famiglia Biondini al completo. Da sx Silvio, Roberto, la signora Pina, il signor Rino e Claudio

 Rino Biondini nel 1993 venne insignito del titolo di “Cavaliere” dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Il signor Biondini è poi venuto a mancare l’8 aprile del 2002 . Sono passati già vent’anni e io lo ricordo come fosse ieri… una persona perbene nella storia di Latina.

Un saluto a Silvio e Roberto, e un abbraccio alla mamma Pina, che tutti chiamano “la signora Biondini”.