Luciano Populin, il prof di ginnastica degli ultimi tre sindaci di Latina

Luciano Populin, il prof di ginnastica degli ultimi tre sindaci di Latina

6 Febbraio 2022 0 Di Emilio Andreoli

Latina per quanto possiamo criticarla è ancora una città a misura d’uomo, e passeggiando per il centro abbiamo la possibilità di incontrare tanti amici e anche qualche nostro ex insegnante. Immaginate Roma, impossibile pensare a un incontro occasionale con gli ex prof. E allora facciamoci una bella passeggiata e sicuramente potremo incontrarne più di qualcuno, ed è bellissimo fermarsi a chiacchierare con loro e tornare indietro nel tempo… Vi racconto di un mitico prof di ginnastica che ha superato la novantina, ma ha una memoria di ferro, si chiama Luciano Populin e io l’ho voluto conoscere. Tra i suoi alunni: gli ultimi tre sindaci di Latina.

A Latina è facile incontrare gli ex insegnati o la propria maestra ed è sempre un piacere, anche se qualche volta ti sei beccato qualche brutto voto o qualche sonora sgridata. Dopo anti anni ci ridi pure sopra. Magari dal prof di educazione fisica accadeva raramente. Luciano Populin non è stato mio professore, ma credo che a molti suoi alunni farà piacere incontrarlo, anche se in maniera virtuale, perché in questi due lunghi anni è uscito poco a causa della pandemia.

Luciano Populin: una vita da prof e da amante dello sport

Luciano Populin nasce nel Friuli, a Pasiano di Pordenone, il 15 agosto del 1931. È una rarità per quel tempo, perché è figlio unico. Suo papà Ruggero è un ricco proprietario terriero, ma la crisi mondiale, partita dall’America nel 1929, lo mette in ginocchio, così decide di andare a lavorare per una grande impresa edile di importanza nazionale che si occupa di grandi opere pubbliche, la Tudini Talenti. Un paio di anni dopo si ritrova nella città di Littoria, non ancora del tutto realizzata, e viene assunto nel Consorzio di Bonifica. Trova una sistemazione a Cisterna di Roma (Oggi Cisterna di Latina) e fa trasferire anche la moglie Luigia, romagnola di Faenza, e il piccolo Luciano.

Quando a Littoria aprono il Monte dei Paschi di Siena, Ruggero lascia il Consorzio e viene assunto nella nuova banca, e nel 1937 si trasferisce a Borgo Podgora, più vicino alla città. Intanto alla signora Luigia, donna molto sveglia e intelligente, viene proposto un ruolo di rilievo nel partito fascista e ottiene in poco tempo, per la sue qualità, la carica di ispettrice agricola. Il marito invece non è interessato alla politica e non ha neanche la tessera del partito.

Anni ’40, a dx un giovanissimo Luciano Populin accato al padre Ruggero e a un suo cugino

Luciano intanto ha iniziato le scuole medie, le l’elementari le ha frequentate nel suo borgo. La mattina, molto presto, esce di casa per prendere la corriera diretta a Littoria, all’unico istituto superiore dove sono raggruppate le scuole medie e superiori il “Vittorio Veneto”. Le due corriere i ragazzi le hanno soprannominate “Carolina” e “Pimpinella”, Carolina perché è il nome della moglie del proprietario del mezzo, e Pinpinella perché trema tutta. Vanno a carbone, e a Borgo Piave c’è la sosta forzata, il signor Marangon, l’autista, si ferma e con la pala riempie il serbatoio della caldaia. Finalmente dopo un quarto d’ora ripartenza per Littoria.

Successivamente allo sbarco di Anzio, Ruggero con moglie e figlio, vengono sfollati e dopo un po’ di girovagare tornano nel loro paese di origine , a Pasiano, dove rimarranno fino alla fine della guerra. Per tornare a Littoria e riprendere il lavoro in banca ottiene dal nuovo sindaco del suo paese, un permesso speciale di viaggio. Ruggero inforca la bicicletta e parte, un tragitto lunghissimo di cui non si saprà mai la durata, per la proverbiale riservatezza del papà di Luciano.

Luciano Populin a una gara ciclistica

Dopo il ginnasio e Liceo Classico, viene spinto dai genitori a iscriversi alla facoltà di farmacia, ma dopo un po’si accorge che non fa proprio per lui e quindi cambia totalmente, si iscrive all’ISEF perché ama lo sport più di ogni altra cosa. Le sue prima scuole da professore saranno a Sabaudia, Terracina ed in altri comuni dell’Agro Pontino, fino ad arrivare a Latina dove ha insegnato al Liceo Scientifico G.B.Grassi, al Vittorio Veneto e al Liceo Classico. C’è da precisare che le ore di ginnastica erano divise tra maschili e femminili, anche nelle classi miste. Luciano insegnerà solo in quelle maschili per quarantadue anni, fino al 1992.

L’incontro con Luciano Populin

Sto conoscendo ultimamente diverse persone che hanno superato la novantina, e devo dire che sono rimasto stupito, quando uno pensa agli anziani immagina persone che hanno perso la memoria, l’udito, la vista e invece mi sono accorto di quanto possono ancora dare alla nostra comunità con le loro testimonianze, per questo le ho definite spesso, su queste colonne, patrimonio dell’umanità. Luciano Populin è ancora un ragazzo di novantuno anni ed è stato un piacere ascoltarlo.

Professore cosa ricorda di Littoria?

 Vivendo a Borgo Podgora a Littoria andavo poco, a parte quando ho iniziato a frequentare le medie. Solo alcune volte i miei genitori mi portavano al cinema dei preti, a San Marco, anche perché al borgo c’era una sala che il sabato mettevano a disposizione per noi bambini e il signor Dell’Aquila, proprietario del cinema di Littoria, veniva a proiettare i film. Per i grandi invece facevano degli spettacoli in città che chiamavano il Carro dei Tespi in piazza del comune. A volte il regime organizzava delle corriere per i civili per andarli a vedere a Roma

Della guerra cosa ricorda?

 Vivendo in campagna ho visto poco della guerra. Solo un giorno, quando la linea del fronte si è spostata proprio tra Borgo Podgora e Borgo santa Maria, sono stato tra i pochi testimoni della morte di quarantadue ragazzi. Arrivarono su un camion in una via chiamata Strada Santa Croce, lungo il canale Mussolini. Scesero dei ragazzi giovanissimi, militari della Repubblica Sociale Italiana. Li vidi prepararsi, divisa e stivali puliti perfettamente, e partire a piedi. Si avviarono verso il fronte, che stava a circa centocinquanta metri da lì, comandati da un militare tedesco che diede l’ordine d’assalto sulla sponda del canale. Vennero falciati tutti. Poi noi sfollammo nel paese di mio padre, a Pasiano di Pordenone. Andavo nel negozio di mio zio a passare il tempo, e più di qualche volta vidi i partigiani titini che, armati di mitra, entravano per fare razzia di tutto ciò che trovavano

Di sua mamma e di suo papà cosa mi dice?

 “Mio padre era di una riservatezza unica, a me non disse mai nulla della crisi del 1929 che lo portò ad abbandonare il suo paese, non si interessò mai di politica contrariamente a mia madre che era una donna del regime”

E cosa diceva suo padre del ruolo della moglie?

 Mia madre era una donna indipendente, e quindi mio padre aveva poco da dire. Però ricordo che dopo la guerra gli dissi che avrei voluto iscrivermi nei boyscout e mio padre mi rispose che in famiglia non avrebbe accettato più nessuna divisa, neanche quella dei boyscout, ne era bastata una

Lei ha insegnato educazione fisica a diverse generazioni, come era il rapporto con i ragazzi?

 Ho sempre avuto ottimi rapporti con gli studenti e ancora oggi, quando li incontro, mi fanno sentire il loro affetto

Ma ci sarà qualcuno che l’ha fatta arrabbiare qualche volta?!

 Qualche aneddoto ce l’ho: insegnavo a Terracina e un ragazzo ogni volta, nell’ora di ginnastica, infastidiva tutti, rubava la palla in continuazione a chi giocava a basket e la gettava via con i piedi. Un giorno mi capitò proprio davanti mentre prendeva la palla, e io gli diedi un calcio nel sedere. Tutti si misero a ridere contenti. Con quel ragazzo siamo poi diventati amici, anche se sono ancora dispiaciuto per quel gesto. Un altro invece che frequentava l’avviamento in via Epitaffio, prendeva sempre in giro le professoresse, dicendo frasi poco educate, un giorno ho perso la pazienza mentre gridava sulle sponde del canale delle Acque medie, lo presi per il giubbotto, lo alzai e lo portai così fino dal preside. Invece al Liceo Classico, trovammo un giorno una scritta enorme contro una professoressa. Allora ebbi l’idea di farmi consegnare tutti i compiti in classe per verificare la calligrafia. Trovai il colpevole e il suo complice. Convocammo i genitori in presidenza, uno era il figlio di un finanziere e l’altro non ricordo, ricordo solo che quando tornarono dopo la sospensione avevano ancora i segni dei loro genitori

Un aneddoto che ricorda con piacere?

Ero in palestra con i miei alunni e nella stessa ora una mia collega faceva fare ginnastica alle sue ragazze. Sull’uscio vidi un ragazzo che guardava, e allora mi avvicinai e gli chiesi cosa stesse facendo, e lui candidamente rispose che aveva finito l’allenamento allo stadio, e che aveva un po’ di tempo a disposizione prima di tornare nel suo paese, a Sonnino, quindi si era fermato a guardare le ragazze. Era Alessandro Altobelli che qualche anno dopo sarebbe diventato campione del mondo

Un giovane Luciano Populin in giro per Latina con la sua inseparabile bici da corsa

Luciano Populin, oltre a fare il prof di ginnastica, e stato anche cronometrista ufficiale. Cronometrò il record mondiale di velocità sull’acqua nel lago di Sabaudia. È stato delegato provinciale del calcio nelle scuole e ha fatto parte del comitato nazionale indoor di palla tamburello. Alla fine degli anni cinquanta militò nel Latina basket in serie B e partecipò anche a qualche gara di ciclismo. Insomma un personaggio che ha dedicato tutta la vita allo sport della nostra città. Ora si gode un meritato riposo con sua moglie Annamaria, da cui ha avuto due figli, Paola e Ruggero.

Una curiosità: gli ultimi tre sindaci di Latina, Vincenzo Zaccheo, Giovanni Di Giorgi e Damiano Coletta, sono stati suoi alunni.