Ciao Valentino, il prof che per primo parlo con noi studenti per una palestra ma non solo

Ciao Valentino, il prof che per primo parlo con noi studenti per una palestra ma non solo

12 Maggio 2022 1 Di Lidano Grassucci

Leggo su Fb a prima sera che Valentino Vaccaro non c’è più.

Era il mio professore di educazione fisica, la chiamavamo ginnastica, al liceo scientifico Grassi di Latina. Era un figo davanti agli altri insegnanti segnati dalla “sapienza”. Ero membro del consiglio di istituto, nella lista dei collettivi studenteschi, quando ci trasferirono dalla sede dell’ospedale vecchio in quella di via del Lido.

la nuova era grande, accogliente, ma… bisognava fare di un edificio una scuola e i problemi diventarono due: rendere agibile, utilizzabile l’aula magna, e fare la medesima cosa della palestra. Nel secondo problema trovammo alleato Valentino Vaccaro, lui professore scelse di stare con le nostre ragioni rompendo il fronte degli insegnati che neanche ci tollerava avendo a modello una scuola dove davanti al docente c’era il discente e non davanti ad un professore un ragazzo una ragazza. Erano gli anni dello strascico lungo del ’68 italiano che si fece diverso nella richiesta di noi del ’77 non di agibilità politica ma di felicità umana. Ci facemmo indiani metropolitani, osservatori di “lepri pazze che passavano nelle piazze” per dirla con Claudio Lolli.

Valentino ruppe quel tabù di essere o con i professori o con gli studenti, una battaglia lunga. Noi non ne vedemmo la fine, ma altri ragazzi dopo di noi sì.

Io voglio ricordare questo insegnante oggi, oggi che non c’è più. Era di madre bulgara e cercò al tempo dei muri di far dialogare anche qui mondi distanti. Poi la tragedia personale, per un figlio, che ne cambiò spirito, anima e vita.

Se ne va un professore di “ginnastica” che sapeva fare il suo mestiere e che, per la prima volta, ci trattò da ragazzi e non da discenti che ci dava torti, ma anche ragioni. Anche se riconosco che noi eravamo parecchio nel torto, ma noi oggi in quelle condizioni rifaremmo lo stesso, con Valentino a parlare di una scuola orgogliosa dei diritti suoi e non succube di poteri di altri.

Ciao Valentino, da uno dei tuoi ragazzi (ma di fare ginnastica ho sempre evitato, la fatica mi fa male)