Fotografando il futuro, sensazioni intorno ad un concorso

Fotografando il futuro, sensazioni intorno ad un concorso

7 Ottobre 2022 0 Di Lidano Grassucci

Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce

Lao Tzu

 

Raccontiamo ogni giorno con minuzia di particolari della vita pubblica e cerchiamo , un queste cronache…

Io, Filemazio, protomedico, matematico, astronomoForse saggioRidotto come un cieco a brancicare attornoNon ho la conoscenza od il coraggioPer fare questo oroscopo, per divinar responso

Che sono forse troppo vecchio per capireChe ho perso la mia mente in chissà quale abuso od ozioO stan mutando gli astri nelle notti d’equinozio

Francesco Guccini, Bisanzio

 

Sto presentando un concorso di fotografia a Latina (Circolo Cittadino) il primo concorso fotografico internazionale città di Latina, davanti ho gente del mio tempo che “ricordano”, ma in sala c’è gente di un altro tempo che “costruiscono”, sono ragazze e ragazzi che con occhi sgranati cercano in questo passato che può non passare. Hanno abiti bislacchi, hanno occhiali enormi, hanno influenzano i loro insegnanti che si mimetizzano in loro. Non si nascondano in onori, in titoli ma cercano la vitalità, il vitalismo. Non hanno la rabbia della mia generazione, ma la consapevolezza della loro.

Cosa vedono in queste sgranate fotografie che siamo noi del passato? Vedono uomini che si erano illusi ed ora sono solo delusi.

Il problema è sempre uno quello di vecchi rancorosi che vivono oltre il dovuto per dare loro in eredità questo rancore e non il volo utopico che pure avevano provato a volare.

Una città piena di immagini, con i colori, con i fiori fossero pure fatti di impalpabile fotografia. Ve lo immaginate con ragazzi che “guardano” la foto del vento di Patagonia, che “guardano” la foto delle danze delle balene sentendone anche la musica rock. E, ne vogliamo parlare, della foto sul caldo del Sahara, sull’arsura del deserto del Gobi?

Dite ma non si può fotografare il vento,. il caldo, una danza che è movimento… vedete abbiamo perso la fantasia arma per  guardare l’anima.

Forse il senso è questo: cercare in chi sarà quel che siamo, quello che siamo stati non serve è passato, perduto per sempre fosse pure la nostra utopia.

I ragazzi fotografano tutto, gli altri cercano i gradi, la gradevolezza, il gradimento.

I ragazzi cercano anche il dolore nel sorriso, i ragazzi sorridono alla nostalgia che per gli altri è pianto.

Sarebbe bello avere saggi che consigliano rivoluzioni, a saggi rivoluzionari che amano la bellezza del costruito per ricostruire ogni cosa.

Non vogliamo abbattere la casa in cui viviamo, ma sostituire mattone dopo mattone, sarà un giorno che la casa non avrà neanche un mattone della casa che era stata

Riccardo Lombardi

Ho visto la casa che abbiamo, ho intravisto la casa che sarà e non sarà casa mia ma sarà bellissima di marzapane.

 

Ringrazio sin da ora, per la lezione di domani che sicuramente ci daranno i ragazzi del Liceo Michelangelo Buonarroti, quelli del Vittorio Veneto-Salvemini, e quelli del Liceo Manzoni. Ci faranno una grande lezione.