Il mulo e la sinistra

Il mulo e la sinistra

27 Ottobre 2022 0 Di Lidano Grassucci

Un asino e un mulo avanzavano uno accanto all’altro.
L’asino, osservando che i loro due carichi erano eguali, era indignato e si lamentava, perché il mulo, che pur era ritenuto degno di una doppia razione, non portava nulla più di lui.
Ma quando ebbero proceduto alquanto nella via, l’asinaio s’avvide che l’asino non poteva reggere, e allora gli tolse una parte del carico, aggiungendolo al mulo.
Dopo che ebbero proseguito ancora un poco, vedendo che l’asino era sempre più stanco, gli tolse di nuovo una parte del carico, e, alla fine, prese tutto quanto e lo passò da lui al mulo.
Allora questo diede una sbirciatina all’asino: Ehi, tu, non ti par giusto, ora,che mi faccian l’onore di una doppia razione? Anche noi, per giudicare la condizione di ciascuno, non dobbiamo guardare come comincia, ma come va a finire.
Esopo, L’asino e il mulo

 

 

Quanto è difficile correre partendo da dietro, vedi le schiene non di campioni ma di chi è partito prima o aveva un’auto veloce. Ho visto un cavallo bellissimo, testimone vivente della grandezza di Dio, ma sono rimasto a parlate con il mulo che non ha neanche la speranza di diventare padre.

Io mi ritrovo nel mulo per via della sua bastarda anarchia, della sua ineleganza a tirare la soma. Non vince i derby un mulo, ma porta il grano e poi la farina. Se serve gira anche la macina. Il mulo non è gradevole ma ha occhi grandissimi, ma grandi – grandi, malinconici e la sera torna a casa, ovunque lo porti.

Il mulo non si arrende, fa cose che sembrano impossibili, conosce il lavoro non la gloria.

Io ho sempre pensato la sinistra come un mulo, che non si chiede dell’eleganza del ragionamento ma dei bisogni suoi e non solo, che tira fuori forze straordinarie per tornare nella casa della giustizia nella libertà. Che non dice agli altri: sei di periferia perchè ogni mulo sta solo in periferia, che non chiede la filiera della biada perchè ha fame di ogni biada.

Il mulo deve essere generoso perchè non ha figli, è un monaco nella vita che può.

Mi sono perso nei suoi occhi, ho dormito sonni lunghi in viaggi sicuri fino al rientro. Finita la “corsa” lui, il mulo non chiedeva niente. Mio padre ogni tanto lo governava lui e lo portava per goliardia, ma credo anche per amore, a “prendere il gelato”, nocciola e pistacchio. Il mulo con un solo colpo di lingua lo mangiava tutto.

Pareva contento, papà lo era di sicuro, erano due di quelli che il mondo poi non ricordano, come fossero passati qui per sbaglio, in modo sbagliato, ma hanno diviso il gelato.

Potevi nascere cavallo, ricco, saggio invece sei nato mulo tra gli umili, ma testardo.

Se fossi, ma non lo sono, un dirigente, un pensatore di sinistra narrerei la storia del mulo, ne esalterei la grandezza

Mi vanterei,… una volta ho visto litigare nonno con il suo mulo, non ho capito tra i due chi era l’animale. Ma gli occhi dei due avevano l’amore che hanno gli angeli quando guardano un bambino umano. Gli ultimi sono brutti, puzzano, hanno fame ma sono l’unica umanità che c’è. Sto col mulo.

Gli altri? Mangiano brioches.