La malattia e la malamia

La malattia e la malamia

18 Novembre 2022 0 Di Lidano Grassucci

Mi viene male, capita. Ho un rapporto col male di quelli vecchi, mio padre mi disse un giorno “mi sa che c’ho due linee di febbre”. Aveva 42. Dire del male è peccato come se avessi qualche colpa tu di una cosa che saresti già assolto visto che non è manco reato. Ma cosa volete farci, hai dentro una memoria biologica che ti lasciano in eredità e l’eredità non ti lascia.

Sto male ed ho colpa di non  poter fare quel che bisogna fare, ho colpa di non aver evitato quello che non si poteva evitare.

Malato viene da male, dalla parte cattiva del mondo, del vivere, che poi non è distante tanto da quella del bene, bontà nel profondo.

Gli amici mi telefonano, ma come stai?

Come sto?

Ti rendi conto di mille gesti banali che ora sono fatica, sono difficili, ti mancano. Ogni cosa diventa una impresa, ma non c’è di che lamentare. Scopri parti del corpo che neanche sapevi di avere e loro hanno da reclamare anche in questo coro di cose che vogliono aggiungere dolore al dolore. Sono le parti del corpo lapidatori davanti ad un reo.

Ora, così è il senso di avere una qualche colpa ed un Dio vendicativo si mette lì a giocare, ma chi è figlio della ragione sa bene che queste sono cose vecchie, sono “cattivi pensieri”, sono “pessime presenze”. Sono sciocchezze.

Eppure sei impotente e il tuo corpo non segue la tua testa, non pensa il tuo pensiero, ma si chiude nel suo, fa cose di cui non ha tensione, funzione, ideazione.

La malattia è come un demone che sostituisce la tua anima con la sua distruzione.

Come stai?

Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre

José Saramago

Vedere nel male quello che nel bene neanche hai considerato, quello che ci sei passato rapido con la Ferrari della presunzione.

Dice, mi sa che ho qualche linea di febbre… che lucido il mondo.

Poi passa, fino a quando passa, e non ricordi questo passo anzi ti senti imbattibile come un soldato dell’ultima legione a difesa di una Roma che aveva preso il largo verso oriente.

La malamia